shilpa-gupta-gaglianoBasta essere curatori di mostre per mettere in piedi un’esposizione o una installazione? Certamente no! Ogni manifestazione o installazione di opera d’arte va rapportata al luogo, al paesaggio, al territorio, alle architetture che la accolgono. C’è chi pensa, vista l’ascesa politica e la chiamata al Pac da parte di un assessore della giunta Pisapia, di andare al Sud, anzi nel Sud-Est, ovvero nel Salento perché adesso va di moda, senza aver letto prima “Contadini del Sud” di Rocco Scotellaro. Palazzo_Ciardo_c1985920b9ad132cd76ec24585bc2f9dAggiungo, senza conoscere il territorio, né usi, costumi, tradizioni, senza sapere che il Sud Est d’Italia è quello cantato e decantato dal poeta Vittorio Bodini, terra di olivi e di tabacco, di tabacchine, di contadini, di povertà e disoccupazione, di emigrazione e sole, di tanto sole e vento, che qui c’è il detto “lu sule lu mare e lu vientu ecco lu salentu”.PROCESSIONE_SAN_ROCCO_b0f9db2064f352b8340bdc23871d99f3_77e59a2f02cbbb509dda1ff71bc3d351 Molti curatori non sanno nulla di nulla, pensano di portare nel deserto la Marilyn di Andy Warhol e di fare comunicazione estetica così. Ora state a sentire, un certo Massimo Torregiani, che lavora al seguito di Filippo Dal Corno Assessore alla Cultura di Milano fin dalla Giunta Pisapia, oggi con Sala, ma ripeto assessore inesistente sul piano del fare cultura a Milano; bene, un certo Torrigiani ha pensato di portare a Gagliano del Capo, piccolo paesino del Capo di Leuca che ha dato i natali a Vincenzo Ciardo( l’artista che svecchiò la pittura napoletana, guardando ai francesi) Shilpa Gupta, che stavolta approda ad “Altrove”, ovvero la rassegna d’arte contemporanea di Gagliano del Capo, in pieno Salento, sotto la curatela del sopraddetto Massimo Torrigiani, del PAC di Milano e direttore artistico di un probabile polo per l’arte contemporanea di Bari.

street-art-trenoShilpa Gupta l’abbiamo conosciuta negli ultimi anni per una serie di mostre internazionali, e per lavori che toccano temi come il desiderio, la religione e la sicurezza, i concetti di nazione, confine e identità. Dalla Tate Modern alla Fondazione Sandretto, dal Guggenheim al New Museum, passando per il Pompidou e anche alla 56esima Biennale di Venezia, in collaborazione con l’artista pakistano Rashid Rana, unendo India e Pakistan per superare i complessi rapporti politici tra i due Paesi con l’arte. Ora sulla piazza di Gagliano del Capo tra Santi su colonne(San Rocco patrono del paese) e Madonne è stata installata sul tetto del Palazzo Daniele l’opera concettuale di Shilpa Gupta. Disturba molto la visione del paesaggio, e disturba non poco l’architettura della piazza. Aggiungo, osceno il tutto. Un’opera unica, “My west is your west”, grande insegna luminosa che invita in maniera d’impatto a nessuna riflessione, non dice nulla, perché gli abitanti la considerano una marca di pubblicità. Addirittura accompagnerà la vita del piccolo centro pugliese per i prossimi tre anni, collocata sul tetto di Palazzo Daniele, edificio storico costruito intorno alla metà del XIX secolo, e non attiverà affatto nessun cortocircuito tra epoche, stili e linguaggi. Un vero e proprio insulto al Sud. trenoalvo l’artista, ignara della collocazione e dei rapporti con il tutto circostante, un bel voto 0 al curatore che non ha attivato nessun anello di trasmissione estetica. E non è finita. Perché qui a Gagliano del Capo termina la linea ferroviaria della Sud Est che parte da Lecce, Via Novoli e Via Zollino, con le famosissime littorine che negli anni Cinquanta compivano il tragitto in due ore. Littorine che negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento prendevo più volte di ritorno da Roma per andare ad Alessano, paese dei genitori e dei nonni. E non è finita, perché è troppo vivo il ricordo delle scontro dei due treni sul binario unico nel barese. 797px-Chiesa_di_san_Rocco_Confessore_Gagliano_del_Capo_51bf3a791cc78408e7d1ad4c5445b652_a8cc88c95393c078e4385b8f882f4035Qui a Gagliano sempre il Torrigiani, poiché l’arte del Pac a Milano non fa gran presa sul pubblico ha pensato di far sbarcare il duo francese Lek&Sowat nel paese del Salento. I due artisti hanno lavorato su un vagone ferroviario abbandonato lungo un binario morto. Il convoglio è stato interamente dipinto di nero e in seguito decorato con vernice bianca – poi rimossa con una pompa ad acqua – e infine con vernice dorata.street-art-treno-gagliano

“A streetcar named desire”. E’ solo uno dei titoli assegnati alle prospettive colorate e multisensoriali che da qualche giorno i graffitisti Lek & Sowat stanno conferendo con la propria arte a un vagone delle Ferrovie del Sud-Est in sosta nella stazione di Gagliano del Capo, in provincia di Lecce. Il vagone, ormai in disuso e inutilizzato da tempo, è stato dapprima ridipinto completamente in nero, e a seguire sulla base scura sono stati tracciati dei segni bianchi che in combinazione con una colorazione dorata, recante la scritta “R. Mutt”, richiamano lo pseudonimo utilizzato da Marcel Duchamp per porre la propria firma sull’orinatoio rivoluzionario, opera che ha contribuito ad alimentarne la nomea in altra epoca. La trovata del treno, non aggiunge molto al territorio che vive dal dopoguerra di emigrazione e Gagliano del Capo, paesino di 5400 anime, ha bisogno di ben altro per vivere oggi un’arte che è troppo distante dalle sue intenzioni, dalla sua cultura, dalla sua gente.

Carlo Franza

 

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