untitled12Mi chiedo spesso, ma in Italia c’è ancora la democrazia?  Non è una domanda retorica, è un interrogarsi giornaliero alla luce  di quel che succede e ci naviga attorno. Classe dirigente incapace e in molti casi anche disonesta, parlamentari  non eletti dai cittadini, sovranità ceduta all’Europa, una moneta che non vale nulla,  burocrazia asfissiante che morde -anzi azzanna- e non perdona, l’opinione pubblica  che scarica su nemici esterni( Isis, immigrati, europa, tedeschi,ecc.)  ansie e drammi che ci scivolano in testa,  competenze settoriali in declino  e  corrodono città, regioni, ministeri, aziende pubbliche, ospedali ed anche musei. La parola cultura è divenuta  termine obsleto. La mappatura dell’Italia oggi è qualcosa di orrido, dal debito pubblico alla sicurezza, dalla scuola che sforna analfabeti -visto che i laureandi non sanno neppure scrivere una tesi in italiano corretto-  alla mancanza cronica di lavoro e alla disoccupazione giovanile che viaggia sul 40%, ecco il volto vero della nostra  penisola malata a tal punto da farsi  venire in fretta i capelli bianchi. Gli italiani sono tutti diventati boccaloni? ar_image_168_lNon credo proprio, anzi mi pare che ci sia del fuoco sotto la cenere.  Ultimamente poi c‘è stato l’intervento del segretario della Cei Mons.Nunzio Galantino alla Conferenza episcopale permanente e alla successiva conferenza stampa, con  un attacco generalizzato alla politica italiana, dalle banche ai migranti, dall’Italicum alla famiglia.  Ma queste prete di Cerignola, sconosciuto ai più, salito sullo scranno di Segretario della Cei perché fatto vescovo di una piccolissima diocesi che è quella di Cassano allo Ionio in Calabria  grazie al Cardinale di Genova Bagnasco Presidente della Cei e  da quest’ultimo poi spostato nei palazzi romani, non ha niente di più grave di cui occuparsi invece che dare lezione ai politici italiani? Eppure, da poco, dal nord al sud, dalla diocesi di Padova  dove ben due e più  preti sono intruppati in scandali sessuali,  fino alla diocesi di Foggia con lo scandalo  del prete che abusava di bambini – e qui Fittipaldi  con  il libro “Lussuria” ha messo il dito sulla piaga italiana molto spesso nascosta-  la chiesa italiana vive drammi e orrori che spesse volte l’opinione pubblica non conosce.index Ed  ecco che  Mons. Galantino potrebbe interessarsi più di cose che gli competono come compiere  visite pastorali onde scoperchiare simili notizie nauseabonde che fare il professore di politologia. E a proposito di migranti il vescovo meridionale sostiene  e vuole lo “Ius soli e ius culturae”, è questo il concetto  che dovrebbe ispirare, secondo i vescovi italiani, una legge sulla cittadinanza. Dice  il segretario della Cei, Nunzio Galantino. “Quanto sono belli – ha sottolineato – quei ragazzi africani che incontriamo in metropolitana e sentiamo che parlano un autentico romanesco. Perchè non devono appartenere a noi? Non si può non far leggi su queste cose. Se eravamo un popolo monocolore ora – ha scandito – s487e971283e2435f9c15e9c995919096-kmjh--390x180@ilsecoloxixweb_265x122iamo multicolore”. Non sarebbe il caso che Papa Francesco spostasse tale vescovo in qualche diocesi del centro Africa, a  far missione come si faceva una volta?  Sentire di queste parole sulle labbra di un vescovo italiano fa specie, è ora che le gerarchie ecclesiastiche non spalleggino le truppe dei migranti, anzi pongano fine a ciò col muoversi loro in quelle terre da dove questi provengono.  Vorrei invece sentire  il vescovo recitare il Padre nostro, o  anche le litanie lauretane o meglio ancora il Credo. Lo spero.  E ancora. Nella sua “omelia per i giovani italiani alla GMG 2016”, alla Messa di Domenica 24 luglio scorso, mons. Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, ha disinvoltamente alterato la Scrittura.  Anzi, l’ha addirittura capovolta con l’affermare che l’intercessione di Abramo aveva salvato Sodoma dalla distruzione. Proprio così! Esattamente il contrario di quello che affermano i Sacri Testi! Una cosa pazzesca, a ben vedere, forse mai accaduta prima nella storia della Chiesa. E nessuno nel clero  lo ha fatto rilevare, certo non era cosa da poco. Il testo dell’Omelia si può leggere nel blog personale di mons. Nunzio Galantino. Vogliamo comunque ricordare al vescovo nativo di Cerignola, anche  poco amato dagli altri vescovi italiani, che distribuisce istruzioni a destra e a manca, che Cristo disse: “ Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Amen

Carlo Franza

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