ren-hang(1)Classe 1987, trentenne, e già famoso per le sue sorprendenti immagini “soft-core” dei suoi amici colti in atteggiamenti forsanche hard. Ma noi guardiamo l’arte, il corpo, la realtà che ci viene consegnata. Colti quindi in uno status dove gli  arti sono intrecciati,  con difficoltà a capire  dove siano. Dov’è, insomma,  un corpo e a chi appartenga e dove sia l’altro.

Ma anche ragazzi e ragazze nella natura, in posizioni erotiche o inquietanti, con animali vivi o indossando ali finte. Certo un immaginario erotico, intrigante, che immagino abbia anche guardato ad Araki o a Nan Goldin, per strutturare una poetica di erotismo”teen”.

Bene, da Berlino mi giunge notizia che il giovane artista Ren Hang si sarebbe suicidato nella capitale tedesca  dove viveva.  Da lì aveva fatto partire  uno degli ultimi post sui suoi canali social: “Il desiderio di ogni anno è lo stesso: morire prima. Spero che accada quest’anno”, aveva scritto proprio il 27 gennaio scorso.

E dire che il suo percorso artistico aveva già raggiunto tappe considerevoli,  come    una mostra al Foam di Amsterdam,  un’altra al Fotografiska di Stoccolma, e ancora  alla galleria Stieglitz19 ad Anversa. E proprio in quest’ultima galleria l’avevo conosciuto, dopo avermi consegnato  il suo nuovo libro, Ren Hang, edito da Taschen, che raccoglie foto dal 2008 al 2015.

Carlo Franza

 

 

 

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