unspecified4I titoli attribuiti al Comune di Pieve di Cadore di Città veneta della cultura 2004 e di Città murata non fanno che confermare la sua vocazione culturale e il suo patrimonio storico sul quale predomina la presenza di Tiziano Vecellio. L’altura di Monte Ricco fin dall’epoca romana è stata legata e ha determinato lo sviluppo dell’abitato sottostante, con il suo castello prima e poi con il sistema dei due forti ottocenteschi: Batteria Castello e Monte Ricco. Ora, dopo un secolo di abbandono nella consapevolezza che la valorizzazione del proprio patrimonio culturale costituisca un modello di economia del turismo, la sommità del colle ritorna al suo ruolo di centralità.

L’altura di Montericco, nel Comune di Pieve di Cadore, è posta alla confluenza delle vallate del Boite e della Piave.
Il Forte, situato ad una quota di 953 m, la domina. 7_Facciata-del-Forte-illuminata-a-notte_Foto-Giacomo-De-Donà-1024x681
A sera, mentre si sale da Belluno, il suo lungo fronte meridionale, illuminato, è visibile già dal Ponte Cadore. Alle sue spalle, a poche centinaia di metri, si trova la Batteria Castello. Documenti del XII secolo raccontano di un primo Castello di Pieve, qui sorto durante la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia.
A metà del XV secolo, passato il Cadore alla Serenissima, il Castello fu ricostruito, e diventò la residenza del Capitano veneziano. Esso venne ricostruito ancora tra il 1882 e il 1895, insieme alla altre fortificazioni del campo trincerato cadorino, un articolato sistema difensivo eretto a difesa del territorio contro l’Impero Aust8_Fossato_Foto-Giacomo-De-Donà-300x199ro-Ungarico. Gli austriaci se ne impossessarono nel 1917, e lo fecero saltare un anno dopo, alla fine della Guerra, quando, a seguito del contrattacco italiano, lo abbandonarono.  Nel ’40, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Forte era ancora sulla linea di fronte, parte del Vallo Alpino. Ma il potenziamento del sistema difensivo cadorino non fu mai attuato, e ancora il Forte fu abbandonato.
Nella configurazione ultima, il Forte ospitava quattro cannoni e quattro pezzi a tiro rapido, che con la caponiera costituivano la difesa del fossato. All’interno trovava posto una guarnigione di 80 uomini, con spazi per i vettovagliamenti e materiali, oltre alla santabarbara. Si 3_Copertura-e-corte-interna-del-Forte_Foto-Giacomo-De-Donà-1024x700distinguono inoltre l’androne passante, i locali del corpo di guardia e comando, le latrine, i locali di servizio ed una serie di magazzini. La tecnica costruttiva con cui sono realizzati i locali è quella della volta a botte in laterizio a sostegno della copertura, impostata su spesse murature in sasso.

Il restauro. Negli anni recenti, l’amministrazione comunale di Pieve di Cadore ha avviato con la Soprintendenza BAP delle province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso un programma di tutela e valorizzazione delle testimonianze storico architettoniche che costituiscono il complesso del Forte di Montericco e Batteria Castello.
L’iter che ha condotto al restauro del Forte, curato dall’Arch. Luigi Girardini, è iniziato nel 2007, per concludersi nel 2017 per conto della Soprintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio. Il restauro è stato possibile grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale ed al sostegno fondamentale di Fondazione Cariverona nel quadro del progetto Parco di Tiziano.300x204x1_Il-Forte-di-Monte-Ricco-prima-del-restauro_Foto-del-Comune-di-Pieve-di-Cadore_1000-300x204.png.pagespeed.ic.nxCDXGXCRH
La riapertura del Forte. Forte di Monte Ricco costituisce un’emergenza architettonica storica e culturale eccezionale della terra cadorina, della Provincia di Belluno, della regione dolomitica. L’ultimazione del suo restauro è un momento importante, come lo è l’avviamento della struttura.
Il Forte è una straordinaria risorsa territoriale, la cui identità futura va determinata con cura e attenzione.
Il Forte sarà gestito dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore  e dalla Fondazione dell’Occhiale. Esso vieneunspecified1 aperto al pubblico ora  per la prima volta.
Il Comune e gli enti gestori hanno deciso di coinvolgere Dolomiti Contemporanee in questo importantissimo riavviamento, dimostrando con ciò la propria fiducia nel contemporaneo e nei processi e strategie culturali innovative. Al contempo l’Amministrazione comunale ha accolto la richiesta della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e della Fondazione Museo dell’Occhiale ONLUS di gestione triennale del Forte, dando origine a una start up per la sua valorizzazione e per farne un luogo i cui contenuti siano storia e contemporaneità, legame con il territorio e luogo di laboratori di nuovi linguaggi, per farne un modello di rigenerazione destinato a coinvolgere le istituzioni culturali e il tessuto urbano.unspecified6

La riapertura ufficiale del Forte avverrà il 20 maggio 2017, con una cantiere-laboratorio d’arte contemporanea. Esso si appoggerà ad una Residenza artistica che si viene attrezzando a Pieve di Cadore, paese natale di Tiziano Vecellio.
Dal 20 maggio a tutto settembre, una mostra collettiva d’arte contemporanea troverà posto nelle sale restaurate. L’evento coinvolgerà una ventina di giovani artisti già affermati sulla scena nazionale e internazionale, e numerosi partners artistici e culturaliunspecified7 rilevanti. Diversi dei temi declinati nell’esposizione riguarderanno aspetti connessi alla montagna ed al paesaggio alpino. Un’altra sezione sarà dedicata ad un progetto del tutto nuovo, denominato Tiziano contemporaneo. Esso inaugurerà un percorso d’accostamento tra l’eterno maestro cadorino a la cultura della contemporaneità. L’istituzione di una Residenza artistica a Pieve di Cadore, possibile grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, consentirà agli artisti di lavorare a contatto diretto con la storia e la cultura del territorio, assumendone temi e stimoli, per restituirli attraverso opere site specific. Per le finalità sopra esposte le due Fondazioni hanno creato una partnership con una realtà che persegue con successo fini analoghi di rigenerazione, Dolomiti Contemporanee, affidando al suo curatore, Gianluca D’Incà Levis, la realizzazione di una mostra di arte contemporanea, che aprirà in occasione dell’inaugurazione del sito il prossimo 20 maggio 2017, creando un evento nell’evento.

Le scelte del Comune e delle due Fondazioni del territorio sono state in tutto condivise dalla Fondazione Cariverona, che dopo le ingenti risorse investite per il restauro del bene culturale ha accettato la sfida di finanziare i contenuti, ovvero il bene immateriale predisposto, per garantire alla struttura la migliore utilizzazione ed il più ampio coinvolgimento delle risorse pubbliche e private del territorio. La Fondazione Cariverona è convinta che il Forte di Monte Ricco costituisca un’eccellenza da mettere in rete con le altre del territorio provinciale, soprattutto a Belluno e Feltre, per creare un grande volano anche all’economia turistica provinciale.

Il Forte di Monte Ricco è una straordinaria risorsa del territorio bellunese e dolomitico. Dolomiti Contemporanee applicherà a questo spazio al contempo antico e nuovo, che si apre al pubblico per la prima volta nella sua storia plurisecolare, il format che ne ha contraddistinto l’azione dal 2011 ad oggi.
Nel corso dei mesi, diverse attività ed eventi si svolgeranno al Forte, che funzionerà come una sorta di cantiere-laboratorio creativo aperto sul Paesaggio. Attraverso una programmazione dinamica ed innovativa, incentrata su un’attività culturale di qualità, il Forte di Monte Ricco potrà mostrare la sue attitudine ad agire come un motore culturale, capace di fornire uno spunto culturale rinnovativo al territorio cadorino, bellunese, dolomitico.

Carlo Franza

 

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