james-rosenquist-f111                                                                                                  Temi e lavori rubati al cinema, alla tv e alla nostra quotidianità. Rossetti, automobili, il Presidente Kennedy, Marilyn Monroe, Joan Crawford, la Ford, la Pepsi,  le stelle della bandiera americana, viti e bulloni, tende veneziane, scolapiatti, cavi elettrici, fiori, la statua della libertà. E’ stato questo il lessico visivo  di  James Rosenquist. A detta dei colleghi critici di tutto il mondo “una rappresentazione accattivante ma frammentata”. E ancora tra  i temi politici formidabile il suo  “President elect 1960-1964”  dedicato a Kennedy.220px-James_rosenquist1

Il grande pittore statunitense (Gran  Forks-Nord Dakota  1933- New York  2017) è scomparso venerdì 31 marzo 2017.

Padre storico della Pop Art, insieme a Andy Warhol e Roy Lichtenstein, aveva usato il grande formato e i temi propri del mondo pubblicitario, del quale aveva fatto parte all’inizio della sua carriera – comejames-rosenquist-the-israel-flag-at-the-speed-of-light lo stesso Warhol – come cifra di riconoscimento, non perdendo di vista uno sguardo socio-politico. Il suo dipinto più famoso, e uno dei più grandi al mondo, è infatti F-111 (sopra) del 1965, ispirato alla guerra del Vietnam e raffigurante un aereo da caccia americano accanto a oggetti e simboli frammentati, un piatto di spaghetti a un fungo atomico. Ultimamente questo capolavoro era stato presente alla mostra From the collection (conclusasi il 19 marzo scorso) del Moma  di New York  per celebrare gli anni gloriosi della Pop Art e uno dei periodo meglio rappresentati  della collezione – ovvero quello tra il 1960 e il 1969-. Un quadro, aveva spiegato, “per volare attraverso le contraeree della società dei consumi e mettere in discussione la collusione tra la macchina di morte del Vietnam, il consumismo, i media e la pubblicità”.

Ex membro dell’American Academy and Institute of Arts and Letters, le opere sono conservate nei musei di tutto il mondo, dal MART di Rovereto, al Metropolitan e MoMA di New York, al Guggenheim di Berlino e quello di New York, che gli ha dedicato nel 2003 una grande retrospettiva, fino al Pompidou.

Con Rosenquist scompare uno dei grandi della pittura contemporanea, un artista votato a narrare la storia del nostro tempo.

Carlo Franza  

 

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