01_François Morellet_A arte Invernizzi_2017La galleria A arte Invernizzi  inaugurerà a giorni, il 23 maggio 2017,   una mostra personale di François Morellet, protagonista dell’arte internazionale sin dagli anni Cinquanta. La collaborazione 03_François Morellet_A arte Invernizzi_2017con l’artista francese, iniziata nel 1994 con l’esposizione “Dadamain,  Morellet,  Uecker” tenutasi in occasione dell’apertura della galleria, ha portato negli anni alla realizzazione di numerose mostre personali sia in  Italia che all’estero e, a un anno dalla scomparsa del maestro, questa esposizione desidera mettere in luce il suo peculiare e personalissimo approccio al “fare arte”, ripercorrendo l’ultimo decennio della sua ricer04_François Morellet_A arte Invernizzi_2017ca. Nella prima sala del piano superiore sono esposte le ultime opere realizzate nel 2016, appartenenti al ciclo “3D concertant”, in cui le direttrici nere, tratteggiate seguendo diverse gradazioni angolari, pervadono lo spazio bianco della tela e guidano l’occhio verso l’illusione ottica della tefrancois-morellet-mostra-personale_01rza dimensione. La combinazione tra rigore sistematico e incessante curiosità per la sperimentazione, che è una costante nella ricerca di Morellet, è evidente anche nella serie “Desarcticulation” (2012), visibile nella stessa sala, in cui le superfici e il semicerchio dipinto si accostano e si sovrappongono su due differenti tele accostate, celando il reale con la geometria ed aprendo la via a molteplici percorsi visivi. Attraverso la combinazione di dissimili soluzioni linguistiche, di cui i titoli sono parte fondamentale, François Morellet crea un senso di continuo spaesamento che genera visioni ambivalenti, come nel caso di Lunatique neonly 4 quarts n.11 (2002). Qui i tubi al neon, la cui forma suggerisce quattro segmenti del medesimo cerchio, si adagiano intersecandosi sulla tela, anch’essa circolare, fino a sconfinarne in un ironico gioco di rimandi visivi e illusione percettiva.
Al piano inferiore della galleria si trovano i lavori del ciclo “π piquant neonly” (2005-2007) in cui i neon si svincolano dal limite imposto dal perimetro delimitato dalla tela e si definiscono liberamente nello spazio. La luce bianca e azzurra diviene, in questi lavori, elemento costitutivo. Le rette si susseguono in un andamento spezzato eppure continuo acquisendo una valenza costruttiva, anche a livello formale, che si traduce nella possibilità di una percezione consapevole, seppur pervasa da un persistente senso di ambiguità. Amo ricordare che  nel 1991, in un suo testo, confessava di sognare di essere “un barocco minimalista”. In questa asserzione provocatoria è contenuta la sostanza delle opere esposte, dove il caos e il caso si giustappongono al rigore, in un dialogo ininterrotto tra il passato e il presente dell’artista.

Carlo Franza

Tag: , , , , , ,