insieme dopo il restauro_0Presentati, alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, i risultati del  restauro e il volume, edito da Aguaplano dedicato all’opera dell’artista secentesco. Una serata dedicata al ritorno nelle collezioni del museo, di un capolavoro di Pietro da Cortona (1596-1669), uno dei protagonisti del Barocco italiano. Si tratta della Madonna con Bambino e Santa Martina, una tavola dipinta tra il 1645 e il 1648, che è stata recentemente oggetto di un attento lavoro di restauro a cura dellSanta Martina dopo i restauro particolare’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR). Il restauro ha permesso di recuperare la piena leggibilità di una raffinata e intima opera di Pietro da Cortona. Il veloce ductus pittorico adottato dal pittore può ora essere pienamente apprezzato, così come la brillantezza dei colori, dal giallo della veste della santa, e delle perle tra i suoi capelli. C’è un forte legame che unisce Pietro da Cortona alla figura della vergine e martire Martina. Il ritrovamento apparentemente casuale del corpo della santa nella chiesa romana dedicata ai santi Luca e Martina suscitò un’ondata di grande commozione nell’Urbe.La Vergine dopo il restauro,part. Questo colpo di teatro, inteso in senso pienamente barocco, avvenne il 25 ottobre 1634 quando lo stesso Pietro da Cortona, da poco eletto principe dell’Accademia di San Luca, si accingeva a trasformare l’antica chiesa degli artisti nel magnifico tempio della potente Accademia che dirigeva. Della “sua” santa, il Cortona scelse di sottolineare la nobiltà e il martirio. Alla prima rimandano l’eleganza delle vesti e dei gesti, nonché l’elaborata acconciatura resa sontuosa dalle perle che cingono il capo, al secondo la preminenza data alla palma e agli uncini del supplizio che la santa tiene a sé accostati.Il Bambino dopo il restauro, part. A oggi si conoscono almeno otto versioni dipinte che il pittore realizzò su diversi supporti: dalla tela, al rame, alla tavola. A questo tema Il Cortona si dedicherà a partire dal 1634 fino agli ultimi anni della sua carriera, coinvolgendo nelle opere più tarde anche la bottega.

La Madonna col Bambino e Santa Martina, che entrò nelle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria attraverso l’Accademia di Belle Arti, è una delicata rappresentazione del tema, che insolitamente il pittore decide di dipingere su legno, rinunciando ai più tradizionali supporti della tela e del rame. A differenza delle altre redazioni conosciute, qui la santa è raffigurata sulla sinistra della Madonna ed è l’unica versione nella quale il Cortona sentì il bisogno di riportare il nome della santa. L’indicazione del nome all’interno del dipinto fa pensare che la tavola fosse destinata ab antiquo fuori dall’Urbe, a un ambiente culturale che avrebbe avuto difficoltà a riconoscere la santa. Forse Perugia o, seguendo le suggestioni che provengono dai facoltosi e colti committenti perugini del Cortona, forse la Francia dove giunsero diverse repliche autografe del tema, ora conservate al Louvre e a Rennes.

Carlo Franza

 

 

 

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