_MG_1399La mostra dal titolo “L’officina dello sguardo” è promossa  da ARTESTUDIO 26, punto di riferimento significativo nella planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. Lo spazio oltre a vivacizzare ricognizioni ad ampio raggio di tendenze che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezioni tecniche e teoriche e conferenze di illustri artisti e intellettuali italiani del secondo Novecento. “L’officina dello sguardo” riunisce opere degli artisti Maria Teresa Cazzadori, Calogero Salemi, Camillo Pennisi, Giusi Santoro,  Marisa Settembrini, Raffaele Scaglione, Chiara Silva. La presenza di artisti affermati e di altri  più giovani nel panorama delle scelte che l’ARTESTUDIO 26  propone lascia intendere la capacità di leggere la storicità, di scoprire il nuovo, di rompere con un passato troppo vischioso e riscrivere anche una sorta di taccuino del futuro.

E’ rito significativo che annualmente in dicembre, Artestudio 26 di Milano   accolga  nei suoi spazsantoro18i una mostra natalizia che quest’anno si argomenta con un  titolo prestigioso e dichiarante, ovvero “L’Officina dello sguardo”; titolo  preso a prestito  dal volume così titolato che  omaggia la collega  Storica dell’Arte “Maria Andaloro. Scritti in onore di Maria Andaloro. I luoghi dell’arte. Immagine, memoria, materia”. Contributi di autorevoli studiosi italiani e stranieri che, partendo dalla pluralità di orizzonti di interesse di Maria Andaloro, hanno avviato inediti percorsi critici e storiografici. Se “I luoghi dell’arte”, titolo della prima serie di saggi della stessa, s’incentra sulla geografia artistica della Sicilia e del Mediterraneo, di Roma e  di Bisanzio nel  Medioevbuonasera00002o, raggiungendo  però  anche  territori  “altri”, dall’Anatolia  preistorica  fino  alla  Cina; la seconda raccolta, “Immagine, memoria, materia”, sviluppa una varietà di affondi tematici che comprende gli sguardi dell’estetica, della critica d’arte, della diagnostica e del restauro, in omaggio al pensiero della studiosa, sempre volto a riunificare e al contempo a distinguere i molteplici ambiti del sapere artistico, in un’ottica di vitale complessità creativa. Ecco dunque lo sguardo dell’estetica e della critica  che  in questo caso campiona una serie di artisti, quelli in mostra, che sorprendono   per via d’una riflessione forte, d’una filosofia  magmatica, che colgono strade  nuove e concrete del fare arte nel XXI secolo. Le opere di questi artisti  ci raccontano  un  variegato linguaggio di creatività e di stili  che spaziano  in più orizzonti; artisti per lo più già noti, con un bagaglio di mostre sufficienti a incorniciare la loro attività, a lasciar vedere la declinazione di un lavoro che spazia dal concettuale  al neoespressionismo, MARISA-SETTEMBRINI-LA-X-SPED.-e1506027739879dal lirismo geometrico  all’informale, dal segno e dal gesto fino alle estroflessioni di stampo spazialista, ecc. Molti di questi artisti hanno anche recentemente   tenuto mostre personali sia in Italia che in Europa, hanno vissquarci di giallo -2017 -50x70 mista su tela ga0035suto e vivono  le temporalità dell’arte contemporanea, ovvero le incidenze storiche e di gusto, il tracciato di un’arte che  cattura, racconta, storicizza e  si fa bandiera. Ora la mostrMARISA-SETTEMBRINI-E-COSA-X-SPED.-e1506027675144a impiantata per le feste di fine e inizio anno, ovvero 2017/2018,  porta a leggere non solo il lavoro copioso di questi artisti italiani, ma si fa cenacolo e raccolta di nomi che intendono con l’arte portare cultura e bellezza come bandiera primaria. Si punta  il dito su taluni  artisti qui riuniti nella mostra ovvero Maria Teresa Cazzadori, Calogero Salemi,  Camillo Pennisi, Giusi Santoro, Marisa Settembrini, Raffaele Scaglione e Chiara Silva  e indicarli all’attenzione di tutti, per la vivacità con cui lavorano, per lo spessore vivo della cultura che si legge  nelle loro opere, per  i capitoli significanti del loro percorso”. Maria Teresa Cazzadori, veronese, ha vinto qIMG-20171028-WA0018uest’anno 2017 il Premio delle Arti Premio della Cultura  per la Pittura nell’edizione XXIX, con la seguente motivazione :“L’artista Maria Teresa Cazzadori è figura tra le  più significative dell’arte italiana contemporanea. Le  stagioni della sua pittura sono testimoniate  da prestigiosissime mostre  che hanno destato l’attenzione della critica più  colta. Per la tali motivi e per i capitoli pittorici scavati tra materia, colore, volumi e geometrie, raccontati con creatività e filosofia, merita fortemente questo premio internazionale  per la sua alta testimonianza di valore e frontiera”. I suoi lavori in mostra, ben sei, argomentano l’uso della materia e lo spiccato sentimento informale  che li sostiene, grazie a un uso singolare del segno e del gesto.

SILVA X COMUNICATODi grande interesse l’installazione su due intere pareti con più opere di Calogero Salemi, un siciliano naturalizzato lombardo, che prosegue da qualche tempo il suo percorso spazialista, attento alle sequenze di  finestre-aperture  ordinate geometricamente IMG-20171214-WA0001-2-770x1000e con illuminata intellettualità  nell’impianto strutturale dei teleri. Salemi con i suoi dipinti sembra andare oltre, superare la soglia, il limite, come punto di arrivo e anche di partenza, quasi novello Ulisse alla ricerca dell’ignoto, dell’infinito.  I buchi di Salemi  eseguiti in serie regolare paiono poi trasformarsi in opere di tipo optical  specie quando dietro le aperture vi colloca una luce  che trasforma il vuoto nell’illusionismo della percezione. Camillo Pennisi ci propone  un percorso di storia e di cultura  che travasato in operazioni creative, ci offre un itinerario artistico  informale  fatto di racconti, di bozzetti brevi, di appunti,   di illuminazioni e invenzioni   che premono al pittore, risvegliando  quei valori assoluti  che con l’arte coinvolgono  la storia dell’uomo e della sensibilità umana. Raffaele Scaglione  opera all’interno del clima verbo-visuale  e lo fa superbamente con il capitolo di “buonasera”, un linguaggio forsanche  newpop per via di questa lettura ancorata al quotidiano, emergente da un fondo in parte astratto e in parte cinetico.   Giusi Santoro fa lievitare una materia granulosa,   innovativamente informale eppure legata al grande movimento storico degli anni Sessanta, tra respiri  e squarci di luce-colore; materia luce   che si addensa e condensa in una illimpidita sacralità  delle forme che controllano l’infinito e il flusso vitale  incessante. Marisa Settembrini  ricombina in affreschi contemporanei, partendo da momenti di ricerca, riflessione, accumulo e/o di figure storiche, di accattivanti volti intrisi di mito e  sensualità, di storia e cultura, una vasta produzione di lavori, con  lo smembramento  dell’immagine e la sua ricomposizione, in un lacerto di forme, ritagli e assemblaggi  nobili,  edificando  enciclopedie  visivo-narrative. Chiara Silva  continua il lavoro sui cieli, non solo con la descrizione della realtà universale fenomenica, impreziosita dai materiali e dai colori,  che fa riemergere da un’atmosfera composita ed espressionistica, ma lascia leggere il dominio della natura oltre ogni alienazione o modernità,  come vera e propria illuminazione, riproposta nella sua stessa filosofia tradizionale.

Carlo Franza

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