03%20-%20GIUSEPPE%20DIOTTILa rassegna, allestita nella Casa-Museo dell’artista, presenta un centinaio di opere, fra dipinti, disegni e incisioni. E’ interessante sapere che per l’occasione sono organizzati degli itinerari diotteschi in città e in Lombardia, che consentono di ammirare lavori poco visibili, come la grande tela del Giuramento di Pontida, conservata all’interno del Palazzo Municipale di Casalmaggiore. Dal 28 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018, Casalmaggiore (CR) celebra il genius loci Giuseppe Diotti (1779-1846), protagonista della pittura tardo neoclassica, sensibile alle istanze del Purismo e interprete originale del Romanticismo storico. 02%20-%20GIUSEPPE%20DIOTTILa mostra, allestita nel Museo Diotti, palazzo ottocentesco che fu dimora e studio dell’artista, presenta un centinaio di opere provenienti in gran parte dai più importanti musei lombardi, come la Pinacoteca di Brera, il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona, l’Accademia Carrara di Bergamo, i Musei Civici di Brescia, i Musei Civici di Pavia, il Museo Civico di Lodi, oltre che dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia e da collezioni private.DSC_0210

L’iniziativa, curata da Valter Rosa, è promossa dal Comune di Casalmaggiore (CR), col patrocinio di Regione Lombardia e il contributo della Camera di Commercio di Cremona. Personaggio di spicco dell’arte italiana dell’Ottocento, Giuseppe Diotti ha insegnato per oltre trent’anni all’Accademia Carrara di Bergamo, formando una scuola di pittura che, nei primi decenni del XIX secolo, costituì, per metodo didattico e come vivaio di talenti, una valida alternativa alla più rinomata Accademia di Brera.07%20-%20GIUSEPPE%20DIOTTI La sua fama si diffuse rapidamente nell’ambiente culturale dell’epoca, al punto che Defendente Sacchi, critico tra i più autorevoli, lo definì “primo pittore lombardo”, riconoscendo in lui un primato oggettivo nella ripresa dell’antica tecnica dell’affresco e nel campo della pittura sacra.

Il percorso espositivo, suddiviso per aree tematiche, conduce il visitatore attraverso alcune tappe fondamentali della carriera di Diotti: dal periodo della formazione, in cui studiò il luminismo cinque-seicentesco attraverso le copie dai maestri, al perfezionamento degli studi negli anni del Pensionato romano, guidato a distanza da Giuseppe Bossi e sotto la protezione di Antonio Canova, a quello della maturità cui appartengono importanti cicli decorativi o dipinti legati alla pittura sacra e di storia, sino alla produzione finale, con la grande tela, incompiuta, del Giuramento di Pontida, ora conservata nella sala consiliare del Municipio di Casalmaggiore, e la ritrovata pala Petrobelli, esposta per la prima volta in questa occasione, con altri dipinti e disegni inediti.

01%20-%20GIUSEPPE%20DIOTTINel cuore della mostra una specifica sezione approfondisce il tema dantesco di Ugolino nella torre, in un confronto fra le diverse versioni del Diotti e quelle di artisti contemporanei, come Palagi, Sabatelli, Massacra, sul crinale fra Neoclassismo e Romanticismo.

Un aspetto ancora poco noto dell’attività di Diotti, quello del collezionista d’arte, è poi l’oggetto di una ricostruzione ideale della sua raccolta di stampe, allestita in questa occasione nella più ampia sala del Palazzo Diotti che il pittore aveva destinato ad ospitare la collezione di dipinti ed oggetti d’arte formata nei decenni trascorsi a Bergamo, in seguito dispersa dagli eredi.  

Chiude idealmente il percorso una sezione documentaria sulla fortuna dell’artista nella sua epoca, con stampe di traduzione, libri e periodici. Per tutto il periodo di apertura della mostra, sono organizzati degli itinerari diotteschi in città e in Lombardia che consentiranno di apprezzare le opere nel contesto per cui furono realizzate. Il percorso a Casalmaggiore conduce all’interno del Palazzo Municipale, nella chiesa di Santo Stefano, nel Palazzo Favagrossa e nel villino Diotti di Rivarolo del Re; quello lombardo, tocca le località in cui Diotti operò nel corso della sua vita, lungo l’asse Casalmaggiore-Cremona-Bergamo, con appendici a Lodi, nelle valli bergamasche, sul lago d’Iseo e a Brescia.

Carlo Franza

 

 

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