1516814201395.JPG--valeria_fedeliUn Ministro appena nominato giura fedeltà alla Patria e alla Costituzione italiana, e da qui non ci si dovrebbe  discostare. E invece accade diversamente. La ministra Fedeli, ministro dell’Istruzione che non ha la laurea (e se la inventa) e che sbaglia i congiuntivi ogni pie’ sospinto, di recente si è, per così dire, distinta per una perla che rivela un rapporto, a dir poco, problematico con la lingua italiana. In una  lettera al Corriere della Sera ha testualmente scritto “sarebbe opportuno che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua anche lungo i percorsi professionali”. Ha dimostrato, dunque,  di avere scarsa dimestichezza con l’ uso dei verbi. Ancora lei, ancora Valeria Fedeli. Dopo la clamorosa gaffe del congiuntivo sbagliato, – in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera – la ministra dell’Istruzione senza laurea colpisce ancora. Già, perché un altro sproloquio le esce – rilanciato su Twitter-, questa volta, dalla bocca: “…percorsi di assistenza sempre più migliori”. Tragicomica. 1482247996248_jpg--lettera_aperta_al_ministro_valeria_fedeli___le_dico_io_qual_e_il_problema_della_scuola_E’ ormai virale in rete la sua foto con scritto “buon hanno”, e  il popolo italiano ne ha fatto subito incetta.   E’ troppo, perchè  la Fedeli avrebbe potuto far tutto meno  che avere in mano lo scettro del  Ministero della Pubblica Istruzione e dell’Università. In realtà pensate che hanno occupato il dicastero dell’ Istruzione,  donne e uomini di illuminata istruzione e cultura, ne cito qualcuno, il filosofo del diritto Guido Gonella, cattolico, autore della famosa rubrica Acta diurna sull’ Osservatore Romano; Antonio Segni, che è stato anche Presidente della Repubblica; il grande giurista Giuseppe Bettiol, autore di uno dei migliori manuali di diritto penale; il liberale Gaetano Martino, già rettore dell’ Università di Messina; un raffinatissimo intellettuale della politica e del diritto,  ed anche Presidente del Consiglio, come Aldo Moro; Salvatore Valitutti, rettore defedeli1ll’ Università per stranieri di Perugia, Giovanni Spadolini, uno degli uomini più colti che la politica italiana abbia mai avuto; l’ attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, apprezzato giurista e docente universitario; il linguista Tullio De Mauro e anche donne come Franca Falcucci e Rosa Russo Iervolino. Senza tralasciare che  nel periodo del Regno d’ Italia quel ministero vide la presenza due giganti della filosofia del Novecento, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, tradotti e riconosciuti in tutto il mondo, quest’ultimo anche autore della famosissima riforma scolastica  detta “Riforma Gentile”.

La perla finale -è dei questi giorni-,  di questa Ministra quasi dismessa dal governo  che tra qualche mese  tornerà nella sua Treviglio,  è una circolare alle scuole italiane  per mandare  i nostri e i vostri figli in gita dagli immigrati. Ultima idea del ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli: il ministero avrebbe infatti firmato un protocollo d’intesa con la fondazione Cittalia e il Comitato 3 ottobre, che prevede che gli studenti visitino i centri d’accoglienza. I ragazzi, si legge, “dovranno essere protagonisti e agenti attivi della lotta alla discriminazione“. Come? Visitando i centri che ospitano i richiedenti asilo, appunto. Ma non è tutto e la cosa è gravissima, perché come rivela “Il Fatto Quotidiano”, il processo può anche essere opposto: i migranti andranno nelle scuole a raccontare le loro esperienze e il loro viaggi verso il nostro Paese, delle vere lectiones magistrales. Il presidente del Comitato 3 ottobre, Tareke Kobane, ha spiegato sempre al “Il Fatto Quotidiano”: “Il testo che abbiamo firmato prevede anche la possibilità di portare i richiedenti asilo nelle scuole, perché possano raccontare le loro storie e far in modo che i ragazzi si rendano conto di cosa vuol dire lasciare la propria terra e cercare una vita migliore in un Paese straniero”.  Una volta con le gite di istruzione si visitavano i luoghi manzoniani, le città etrusche,  Pompei, Roma, Venezia,  Firenze, i Musei italiani, oggi invece per volere della Fedeli al posto delle gite culturali, arrivano le gite etniche per spiegare l’immigrazione. La cultura e il sapere italiano ormai viaggiano verso l’inferno. Chissà se dopo il 4 marzo data di elezioni, voltando pagina, non si possa risorgere. Speriamo.

Carlo Franza

 

Tag: , , , , , ,