173404735-0c75a379-3bc0-4327-b805-565919b05b25In occasione dei vent’anni dalla sua riapertura, la Galleria Borghese presenta, insieme a FENDI come partner istituzionale, la grande mostra dedicata a Gian Lorenzo Bernini, in continuità con il discorso critico avviato con l’esposizione Bernini Scultore: la nascita del barocco in Casa Borghese, ospitata presso il Museo nel 1998. La mostra, curata da Andrea Bacchi e Anna Coliva, vede la collaborazione di eminenti studiosi e specialisti – Maria Giulia Barberini, Anne-Lise Desmas, Luigi Ficacci, Sarah Mc Phee, Stefano Pierguidi – che da tempo si occupano del grande artista o di specifici aspetti della sua produzione o ancora della sua figura all’interno della grande stagione del Barocco. 5bde2697589ae46a1781ae774b158789d1a1963Il tema conduttore della mostra è la Galleria Borghese quale scena privilegiata della scultura di Gian Lorenzo Bernini: il cardinale Scipione, suo primo committente, lo volle autore di gruppi marmorei autonomi, per dare “figura di immaginazione” allo spazio di ogni stanza; il successivo committente, papa Urbano VIII Barberini, lo volle scultore integrato in una costruzione globale dello spazio, che fosse architettura ma al contempo comprendesse dentro di sé luce, colore, figurazione, illusioni dimensionali e proporzionali. La mostra mette l’accento sul Bernini scultore di statue che si misura direttamente, e principalmente, con il marmo, partendo dalle opere eseguite in collaborazione con il padre Pietro fino agli ultimi marmi toccati dal suo scalpello. Tuttavia, una serie di approfondimenti tematici dedicati ad aspetti specifici della sua produzione (la pittura, i putti, i restauri, la realizzazione di un’opera dal disegno, la terracotta, il marmo), consentiranno di tratteggiare un ritratto di Bernini ‘a tutto tondo’: inarrivabile virtuoso dello scalpello ma anche del pennello.113504367-623ea53a-791d-40f6-b40c-e8440ee1aa42 La mostra aperta fino al 20 febbraio 2018  è articolata in otto sezioni – L’apprendistato con Pietro; La giovinezza e la nascita di un genere: i putti; I gruppi borghesiani; Il restauro dell’antico; I busti; La pittura; Bernini e Luigi XIV; Il mestiere di scultore: i bozzetti – cui si affianca la straordinaria scultura della Santa Bibiana, restaurata in occasione della mostra e che costituisce un caso a sé.

L’apprendistato con Pietro ha come oggetto l’attività giovanile di Gian Lorenzo (fino al 1617 circa), con un focus sulle opere realizzate in stretto dialogo o in diretta collaborazione col padre Pietro, nelle quali emerge da subito la straordinaria padronanza dello scalpello ereditata proprio da lui.173404655-36020d68-092e-4c5d-8810-75aaa6cf6b40

La giovinezza e la nascita di un genere: i putti è dedicato a un genere più volte affrontato dal giovanissimo Bernini ma poi praticamente rinnegato dal maestro, che non voleva essere ricordato per quegli juvenilia. La possibilità di rivedere accostata la Capra Amaltea agli altri putti di Gian Lorenzo (o di Bernini padre e figlio ancora in collaborazione) è l’occasione per riflettere sull’attribuzione del piccolo gruppo borghesiano, un pezzo di cui la critica recente ha messo in luce discrepanze stilistiche rispetto al linguaggio dei due Bernini.

173405374-73631d45-aa96-43ee-9878-71d035eb9bb6I gruppi borghesiani è centrato sulle sculture monumentali di Bernini conservate all’interno del Museo. Il primo gruppo borghesiano, l’Enea e Anchise, viene accostato in dialogo con il dipinto, raffigurante lo stesso soggetto, di Federico Barocci (solitamente esposto in pinacoteca, al primo piano): verrà così ripristinato quel dialogo pittura-scultura che costituì uno dei primi obiettivi critici di Gian Lorenzo, in un recupero filologico del primo allestimento della Galleria Borghese attestato dalla guida di Jacopo Manilli (1650). La sezione segue il percorso espositivo permanente della Galleria, sino all’ultimo gruppo borghesiano, l’Apollo e Dafne.

Sull’esempio del padre anche Gian Lorenzo si dedicò, sebbene solo da giovane, ed in rari casi, al Restauro dell’antico e all’integrazione dei marmi antichi. Il prestito congiunto dei due suoi restauri più celebri (Ermafrodito e Ares Ludovisi), accanto a uno dei grandi interventi in questo campo di Pietro (il Marco Curzio Borghese), consente di mettere adeguatamente a fuoco questo aspetto fondamentale dell’attività giovanile berniniana.173405339-d0e51417-3be0-4ab5-8166-186704cd00b1

Un altro approfondimento tematico è dedicato ai Busti, genere maggiormente frequentato dal Bernini scultore in marmo (oggetto precipuo di questa mostra), in cui si ripercorre un lungo arco cronologico della carriera dell’artista, dai primi anni Trenta fino agli anni Settanta del Seicento. Accanto al delicato Paolo V della Borghese vengono esposti pezzi raramente visibili al grande pubblico, come ad esempio i busti del Museo di San Giovanni dei Fiorentini.

173404784-e948fea6-76af-4d8b-b915-b03124cee688La sezione dedicata alla Pittura completa la descrizione di Bernini come artista a tutto tondo. Accanto a un ristretto numero di tele la cui autografia è universalmente accolta, è esposto l’unico dipinto attestato come opera di Bernini già da un inventario di primo Seicento, I Santi Andrea e Tommaso apostoli della National Gallery di Londra (già Barberini), opera chiave per la conoscenza di Gian Lorenzo pittore, che non era presente nella mostra del 1998.

Bernini e Luigi XIV accoglie il disegno e la terracotta preparatori alla realizzazione di una  delle commissioni più importanti dell’intera carriera di Bernini: un monumento equestre al sovrano francese Luigi XIV.

Il mestiere di scultore: i bozzetti pone l’attenzione sulla prassi concreta dello scolpire, con un’esposizione diacronica di opere risalenti a più momenti della carriera di Gian Lorenzo. Si tratta di pezzi tutti autografi, ma realizzati non tanto in marmo, il medium sul quale è impostata la specificità della mostra, quanto soprattutto in terracotta e bronzo.

 

173404659-79ac74f3-3533-4073-9a2d-5205d7050097LA SANTA BIBIANA DI BERNINI. RESTAURO A CANTIERE APERTO.

 La Galleria Borghese, insieme a FENDI come partner istituzionale, in occasione della mostra monografica dedicata a Gian Lorenzo Bernini, ha restaurato la statua della Santa Bibiana (1624-1626). L’opera ha lasciato per la prima volta nella storia il luogo che la conserva sin dalla sua origine, la chiesa romana omonima nel Rione Esquilino per la quale fu concepita e realizzata da Bernini negli anni 1624-1626. Dal 4 settembre al 16 ottobre 2017 i visitatori hanno potuto ammirare dal vivo l’esecuzione dei restauri, grazie alla presenza di un vero e proprio cantiere aperto, collocato nel portico del Museo. Il restauro, a cura della CBC Conservazione Beni Culturali Società Cooperativa, ha restituito all’opera la piena integrità conservativa e godibilità estetica.

L’opera fu commissionata da Papa Urbano VIII a Gian Lorenzo Bernini nel 1624 per l’altare della Chiesa di Santa Bibiana a Roma, a coronamento dei restauri dell’antico edificio sul Monte Esquilino, in previsione del Giubileo del 1625. Papa Urbano VIII Barberini coinvolge Bernini come scultore e l’artista restituirà il senso di una costruzione globale dello spazio, concependo la statua come parte di un tutto architettonico.

Santa Bibiana è inclusa nella grande mostra dedicata a Gian Lorenzo Bernini, tra gli artisti più rappresentativi della collezione del cardinale Scipione Caffarelli Borghese, che sarà aperta fino al 20 febbraio 2018. L’esposizione costituisce il secondo appuntamento per celebrare i venti anni dalla riapertura nel 1997 al pubblico della Galleria Borghese e prosegue un preciso percorso critico avviato nel 1998 con la mostra Bernini Scultore: la nascita del barocco in Casa Borghese, curata da Anna Coliva. Il restauro a cantiere aperto e l’esposizione in mostra della Santa Bibiana di Bernini sono stati realizzati in collaborazione scientifica con Museum of the Bible di Washington D.C Per questa straordinaria opportunità la Galleria Borghese ringrazia il Vicariato di Roma – Sezione Arte Sacra e Beni Culturali; e la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, in particolare il Soprintendente Arch. Francesco Prosperetti e il Funzionario storico dell’arte Roberta Porfiri, per l’accordo al prestito e per la direzione scientifica del restauro.

Carlo Franza

 

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