Schermata-2018-02-10-alle-13.45.42-300x272Proprio ieri il segretario generale della CEI, mons. Nunzio Galantino da Cerignola, patria del sindacalista comunista Di Vittorio, ha parlato alla sua televisione, TV2000 ospite del programma ‘Bel tempo si spera’, condotto da Lucia Ascione. “Tutti quanti siamo giustamente preoccupati per il clima nel quale si sta sviluppando questa campagna elettorale. Siamo preoccupati perché stiamo sentendo parlare di alleanze sì o no, di una campagna elettorale abolizionista… non bisogna farsi sopraffare – ha proseguito mons. Galantino – da quello che sta succedendo oggi in Italia e nella nostra politica. Oggi nelle televisioni italiane ci si vergogna di mandSchermata-2018-02-10-alle-10.41.47-297x300are in onda servizi sui migranti. Siamo in campagna elettorale e sappiamo tutti che il tema dell’immigrazione è diventato in maniera vergognosa merce elettorale. Oggi se si parla d’immigrati è solo per cacciarli…”. Bene, Galantino vorrebbe  dare una lezione ai politici del centro destra, pensa di fare un’omelia al popolo televisivo ed anche  che tutti noi stessimo ad ascoltarlo. Proprio no! Grave, gravissimo il  problema creato dalla CEI e della sua contiguità imbarazzante con il partito attualmente al governo. Tanto per incominciare visto che Galantino ci parla di Macegalantino-cei1rata,  è bene  sapere che la Onlus che ospitò il migrante che ha fatto a pezzi Pamela  è coordinata da un renziano di ferro. Il GUS che ospitò il nigeriano di Macerata è leader dell’accoglienza ed è gestito da Barnabucci responsabile del Welfar del PD. Un businnes passato da 2,7mln a 26,5 mln,  ma bilanci blindati. Strana Onlus con 400 dipendenti pagati e con gratifiche nonostante il divieto e liquidi. Coraggioso questo Galantino e controcorrente che chiede condanne  per chi ha sparato aa83bb12affc24a02fd023828a1be69ce_jpg--i migranti. Un vero antifascista. E per  i migranti che hanno fatto fuori Pamela tagliandola a pezzi? Non vedo qui, sacerdoti, vescovi e Papa Francesco che aiutano l’Italia; i sacerdoti, i religiosi  e i vescovi che fanno qualcosa di eccezionale sono quelli perseguitati dalla Chiesa. Proprio così. E Galantino ci parla della vergogna  che dovremmo avere noi giornalisti per l’utilizzo dei migranti quale merce elettorale sotto elezioni. Il monsignore si preoccupa di questo, ma quale TV  guarda il segretario della Cei?  A guardare la sua TV 2000 è lui che utilizza i migranti  quale merce per la sua  campagna elettorale  verso il Papa per ingraziarselo e divenire così il novello papabile. evoluzione-pastorale-cattolicaSappiamo che Papa Francesco vuole tutti sudditi e nessuna replica o contrarietà a quanto va dicendo. Galantino non parla di anime, non dice rosari,  non parla di paradiso, non aiuta le anime a migrare verso il cielo, nostra ultima destinazione. Galantino fa il sindacalista, ha resuscitato l’anima del suo conterraneo Di Vittorio. Questo chiacchiericcio pretesco, così come è oggi, ha davvero stufato. E sempre  alcuni giorni fa il presidente della Conferenza Episcopale Italia, il cardinale  Gualtiero Bassetti, ha pronunciato la sua prolusione pre-elettorale. Sintetizzo con mie parole il senso politico del discorso del cardinale  che poteva essere, in soldoni: “Si, inoltre siccome fare promesse roboanti è immorale e parlare di razze pure, in un sol colpo dà una botta a Forza Italia e 5 stelle (per le promesse), Lega e destre in genere (per la razza). Quindi restano da votare PD, LEU o la Bonino. Micidiale”. Vergognoso. Cosa ci sia da imparare da questi, proprio non so, visto che ho appena finito di leggere il libro di Aldo Maria Valli vaticanista del TG1   Come la Chiesa finì” (edito da Liberilibri e in vendita a 16 euro). E  in attesa di presto recensirlo su Il Giornale, anticipo talune parole, perché  estremizzando taluni tratti del cattolicesimo del nostro tempo, tratteggia “una Chiesa che, dimentica del Vangelo e impegnata a inseguire il mondo, nel folle tentativo di rendersi più amichevole e attraente, più dialogante e accogliente, meno arcigna e dottrinale, finisce col tradire se stessa e si consegna nelle mani dei dominatori di turno”.

Carlo Franza

 

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