1. Sconfinamento dei bersaglieri a Treponti, CervignanoA Milano, GAMMANZONI, Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea (via Manzoni, 45) ospita la mostra LA GRANDE GUERRA. I racconti pittorici di Italico Brass, aperta fino al 1 luglio 2018.

L’iniziativa, a cura di Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes, s’inserisce nel novero delle celebrazioni promosse in Italia per il centenario della prima guerra mondiale (1915-1918).16. Trincea di fronte a San Martino del Carso

LA GRANDE GUERRA. I racconti pittorici di Italico Brass presenta una trentina di dipinti di ITALICO BRASS (Gorizia, 1870 – Venezia, 1943) che, allo scoppio della Grande Guerra ottenne dal Comando Supremo e dalla Regia Marina il permesso di seguire i soldati lungo la linea del fronte, per eseguire schizzi e studi, soprattutto nella zona compresa tra Sdraussina, il monte San Michele e San Martino del Carso, negli anni 1915-1916.

22. Batteria in CarniaQuelle che lo scrittore Mario Rigoni Stern definiva “i racconti pittorici sulla Grande Guerra”, sono immagini vive di bersaglieri ciclisti, di ingressi di pattu19. Attacco notturnoglie di cavalleria ad Aquileia e Palmanova; sono scene che ritraggono le truppe in azione, quando avanzano nel fango o nelle trincee sotto il fuoco notturno, quando conducono le truppe austro-ungariche prigioniere sotto la pioggia o risalgono i passi alpini, appesantite dalle armi e dagli zaini. Sono anche soggetti di semplice vita quotidiana al campo, di soldati che preparano il rancio, di depositi di munizioni e vedute delle città militarizzate di Venezia, Gorizia e Udine.

26. Campo militareTuttavia la guerra dipinta da Italico Brass non appare mai così tragica; “le trincee di 8. Prigionieri austriaci sul CarsoBrass sono tranquille, non si sente l’odore della morte” ebbe ancora modo di ricordare Mario Rigoni Stern.

E questo grazie al suo linguaggio pittorico, prevalentemente lirico e influenzato, dopo i soggiorni di studio a Monaco e a Parigi, dove conobbe gli Impressionisti, dalla cultura veneziana di Ricci, Tiepolo e Guardi.25. Presa del Castello di GoriziaNella sua pittura, l’aria, la luce e il colore si fondono e si diffondon24. Alpini in avanzamento sul nevaio al passo della Sentinellao con efficacia e indissolubilmente. Il percorso espositivo, oltre ai dipinti di Italico Brass provenienti dalla collezione di famiglia, eredi Brass, si completa con una serie di fotografie d’epoca sulla prima guerra mondiale e con una sezione, di confronto, dedicata alle immagini di soldati in azione dipinte da Giulio Aristide Sartorio, Giuseppe Montanari e Achille Beltrame.

Italico Brass nacque a Gorizia nel 1874; la cittadina era austriaca ma la famiglia irredentista e questo spiega il suo nome. Studiò a Monaco e a Parigi, accanto agli Impressionisti. Nel 1895, di ritorno dalla Francia, si trasferì a Venezia. Si dedicò al paesaggio, con lunghe permanenze nel Bellunese e nel Friuli Venezia Giulia e fu presente a quasi tutte le Biennali, dove allestì anche due personali (1910 e 1935) ed ebbe una personale postuma nel 1948.

Partecipò a mostre in Italia (Torino, Milano, Roma, Trieste,…) e all’estero (Parigi, Vienna, Budapest, Varsavia, Hensilki, Riga,…), in cui fu ripetutamente premiato. Inoltre la sua buona conoscenza di arte antica lo favorì nella selezione delle commissioni tecniche per le grandi mostre di Tiziano (1935), Tintoretto (1937) e Veronese (1939). Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, ottenne dalla Regia Marina solo il permesso di dipingere dal vero, senza i soggetti militari, ma si spense improvvisamente a Venezia nel 1943.

Carlo Franza

 

 

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