01_Occhio filosofico 2018_A arte InvernizziVede e analizza meglio l’arte l’occhio dello Storico dell’Arte contemporanea, o l’occhio del poeta, o l’occhio  del critico d’arte,  o l’occhio del filosofo? Per la grande lezione che mi porto dietro da decenni e dalla illustre Scuola di Giulio Carlo Argan da cui provengo, rispondo che è meglio l’occhio  dello Storico dell’Arte e soprattutto quello di grande esperienza. Spesse volte nei testi dei filosofi puri ho trovato un giro di parole che non dicono nulla, e dunque testi che non aprono e segnano percorsi  d’arte. Dicono, ma non so cosa, come quel filosofo che ci parlò a suo tempo  di  “rigorismo” “arte rigorista”,  non sapendo  che tutta l’arte va mossa e si muove con rigore. Forse non conosceva che quel tipo di arte cui si rivolgeva era già stata denominata  “arte analitica” dal caro collega Filiberto Menna. 04_Occhio filosofico 2018_A arte Invernizzi Precisazioni, mi direte, ma vanno sottolineate, eccome.  Ora alla galleria A arte Invernizzi è in corso  la mostra L’occhio filosofico a  cura del filosofo e musicista Massimo Donà, che intende creare un dialogo a tre voci tra arte, poesia e fil06_Occhio filosofico 2018_A arte Invernizziosofia.

Come scrive Massimo Donà, filosofo,  l’esposizione “si propone di far interagire l’occhio “intellettuale” del filosofo e quello “intuitivo” del poeta (entrambi sublimi facitori di parole) con quello “sensibile”, e più specificatamente “visivo”, dell’artista. Con il proposito di far emergere una serie di magiche corrispondenze; e soprattutto a partire dalla conATT1vinzione secondo cui artisti, filosofi, poeti, scrittori e musicisti sarebbero tutti ugualmente impegnati a far luce su un unico ’mistero‘: quello dell’esistere. Si tratta insomma di far emergere le più sottili e invisibili ’concordanze‘, e fors’anche la ’ritmica‘ che lega 05_Occhio filosofico 2018_A arte Invernizzi(logos-legein) in un unico svolgimento le raffinatissime testimonianze “discorsive” di Carlo Invernizzi, quelle di Andrea Emo e quelle visive messe in opera dagli artisti – scelti in base alla specifica attenzi03_Occhio filosofico 2018_A arte Invernizzione costantemente rivolta da ognuno di loro a ciò che, solo, può lasciar trasparire quanto, del reale, continua imperterrito a ’resistere‘ ad ogni volontà di addomesticante traduzione, costringendoci a cominciare ogni volta da capo. Situandoci in quella condizione impossibile, nonché inesperibile, per quanto necessaria e fors’anche esaltante, che, sola potrà forse rendere ragione del nostro altrimenti ’insensato‘ sentir02_Occhio filosofico 2018_A arte Invernizzici ’creatori‘”.

In quest’occasione gli scritti di Massimo Donà, del poeta Carlo Invernizzi e ancora di un altro filosofo quale Andrea Emo sono stati messi in relazione attiva con le opere esposte. Il percorso si articola sui due piani della galleria con l’intento di far emergere le possibili connessioni, relazioni e consonanze tra diversi linguaggi e ricerche. Così i lavori di Rodolfo Aricò, Carlo Ciussi, Philippe Decrauzat, Riccardo De Marchi, François Morellet, Mario Nigro, Pino Pinelli, Bruno Querci, Mauro Staccioli, Niele Toroni e Michel Verjux presenti al piano superiore sono messi in ideale connessione con la sezione pensata per la sala al piano inferiore, in cui si trovano le opere di Gianni Asdrubali, Nicola Carrino, Alan Charlton, Dadamaino, Nelio Sonego e Günter Umberg.

Durante l’inaugurazione della mostra Massimo Donà ha tenuto  un concerto con il suo Trio (composto, oltre che da Donà, alla tromba, da Michele Polga al sax tenore e da Davide Ragazzoni alla batteria). La performance jazzistica ha visto  il trio impegnato, oltre che nell’esecuzione di alcune composizioni originali, anche a dialogare in modo estemporaneo con la voce di Tommaso Trini e con quella dello stesso Donà – chiamati, tutti insieme, a disegnare un’altra magica “relazione”: quella tra parola e suono. Forse, a dimostrazione del fatto che L’occhio filosofico non sarebbe tale se non invitasse tutte le più diverse forme espressive a connettersi per restituire, come in un’unica sinfonia, qualcosa che assomigli il più possibile al “ritmo originario” dell’esistere.

Ecco gli artisti esposti: RODOLFO ARICÒ, GIANNI ASDRUBALI, NICOLA CARRINO, ALAN CHARLTON, CARLO CIUSSI, DADAMAINO, PHILIPPE DECRAUZAT, RICCARDO DE MARCHI, FRANÇOIS MORELLET, MARIO NIGRO, PINO PINELLI, BRUNO QUERCI, NELIO SONEGO, MAURO STACCIOLI, NIELE TORONI, GÜNTER UMBERG, MICHEL VERJUX.

Carlo Franza

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