rocca-maggiore-san-marinoHo appena visitato il bellissimo edificio stile anni Trenta  con le  Logge dei Volontari ove è locata la nuova Pinacoteca di San Marino.  Aprirà al pubblico il prossimo 7 luglio 2018  la Galleria Nazionale San Marino, il nuovo museo d’Arte Moderna e Contemporanea di una delle Repubbliche più antiche al mondo,  presentandosi con un nuovo allestimento,  un mix di  servizi e un interessante percorso. Qui oggi troviamo i nomi più illustri  della storia dell’arte del Novecento ed anche gli artisti  maggiormente significativi dell’arte sammarinese. Mi sono detto alla fine, ma guardsan-marinoa Milano non ha ancora un museo d’Arte Moderna e Contemporanea e devo venire a San Marino per ammirare risultati ammirevoli di gestione museale del contemporaneo. 

Il  nuovo museo nella Repubblica di San Marino  è firmato dall’archistar giapponese Tadao Ando da realizzare fra le Cisterne del Pianello, le Logge e la Cava dei balestrieri. E’ la discussione che ha monopolizzato buona parte dell’ultimo Consiglio Grande e Generale. Le posizioni dei partiti sono state molto diverse, fino ad arrivare a Rete che recitato  un fermo no al progetto “devastante per il centro storico” e ha chiesto  “il referendum fra la popolazione e uno studio di fattibilità da parte degli architetti sammarinesi”. La premessa è del Segretario di Stato al Territorio Matteo Fiorini che insieme al museo  hesecutivo_manifesto_galleria_70x100a analizzato  la necessità di investire sulla cultura. Così si è espresso: “Il nostro è un Paese che può avere la vocazione ad ospitare mostre ed eventi, i risultati che hanno portato le iniziative organizzate a Palazzo Sums hanno fatto registrare un indotto di cui dobbiamo tenere conto. (…) La commissione Monumenti considera lo studio di fattibilità “una grande opportunità per San Marino pur avendo presentato delle osservazioni per riequilibrare il progetto”. Perplessità di Luca Santolini (Civico 10): “E’ un’opera che a causa delle sue dimensioni, riduce l’ambito urbano del centro storico di San Marino e oscura le mura del Pianello. Rischia di diventare una cattedrale nel deserto”. Vi confesso  invece che ne è valsa la pena aver avuto indicazione di questa nutrita collezione e dell’architettura che la contiene. Spettacolare è di poco, al di là delle critiche di tono provinciali stico e  paesano.
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Il X anniversario dell’Iscrizione di San Marino nella Lista dei siti Unesco Patrimonio dell’Umanità coincide infatti con l’inaugurazione di questo nuovo itinerario espositivo che si arricchisce di nuovi spazi per la consultazione degli archivi, delle bibliografie, della fototeca e dell’emeroteca, che renderanno la fruizione degli ambienti particolarmente attraente e in sintonia con i grandi spazi museali non  solo d’Italia ma anche  d’Europa.
Il percorso lascia leggere  una selezione di opere appartenenti alla Collezione d’Arte Contemporanea dello Stato di San Marino, caratterizzata da oltre mille opere di artisti di chiara fama,  Guttuso, Emilio Vedova, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Corrado Cagli, Giuseppe Spagnulo, Enzo Mari, Luigi Ontani, cui si affiancano i lavori dei maestri di San Marino, Marina Busignani Reffi, Walter Gasperoni, Gilberto Giovagnoli e Patrizia Taddei.
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La Pinacoteca si presenta con  quattro aree  o sezioni corrisponde ad altrettanti nuclei storico-tematici – ognuna delle quali offre un focus di approfondimento su un particolare evento nella storia dell’arte di San Marino del XX secolo, come le Biennali Internazionali, il Progetto Spagnulo/Manzoni, la Scala Santa di Enzo Cucchi, l’intervento di Maurizio Cattelan.

La prima sezione dedicata al Secondo dopoguerra tra realtà e astrazione accoglie il realismo sociale di Renato Guttuso qui presente con  La resa (1945), ma anche l’astrattismo di Emilio Vedova che con Foresta Vergine Dal Diario del Brasile (1954) si rende fautore di una pittura segnico-gestuale, artista che si lega al clima  dell’informale europeo e americano. Ed ancora i lavori di Renato Birolli e di Corrado Cagli, con la loro pittura sospesa tra astrazione e figurazione. E poi  Achille Perilli che con Diagramma della realtà umana (1958) si colloca nel clima astratto-geometrico  della seconda metà degli anni Cinquanta. museo-di-stato-interno-sanmarinoE al clima informale  va ricondotta l’opera  “Vita embrionale” (1960), il dipinto dell’artista sammarinese Marina Busignani Reffi, pittrice poco conosciuta in campo nazionale,  che  lascia svelare  nell’opera prima indicata la simbologia della maternità con  un tracciato in parte di sintesi, ma anche con singulti  di energia e un focus di toni  caratterizzanti.
Ancora un’ artista sammarinese è Patrizia Taddei, che apre la  seconda sezione intitolata “Arte contemporanea e linguaggi sperimentali” che copre un arco temporale compreso tra gli anni Settanta e Novanta e che si concentra sui linguaggi sperimentali volti a segnare non solo l’arte concettuale  ma anche la  fotografia contemporanea. In questa sezione  le opere – dedicate a San Marino- di Giuseppe Spagnulo e Mimmo Jodice.  Il terzo nucleo di opere della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea   sotto il titolo  “Un nuovo classicismo tra traunnamed-1-3-420x315dizione e innovazione” – svela  una riflessione sul ritorno alla pittura, elemento tipico dell’arte europea degli anni Ottanta del Novecento, voluto anche tra gli altri dal collega Achille Bonito Oliva, con il gruppo  dalla Transavanguardia di Chia e Cucchi  fino al  Citazionismo  della Nuova Scuola Romana e alla surreale figura di  un Ontani e alle posizioni più indipendenti come quelle di Enzo Mari.  “Prima Bella Mostra Italiana” (1995), è un’opera a quattro mani di Sandro Chia ed Enzo Cucchi, che fa vivere qui ampiamente  la Transavanguardia, mentre La Scala Santa di Cucchi, opera permanente realizzata nel 1987 sulle pareti della “Scala Santa” dell’ex Monastero di Santa Chiara oggi Università di San Marino – accoglie il pubblico all’esterno della sede della Galleria, pur essendo ad essa profondamente legata per storia e linguaggio.
Non meno interessante l’opera “ Lingua di un ½ giapponese” del sammarinese Gilberto Giovagnoli si affianca al personalissimo universo di segni, spazi, campiture cromatiche di Walter Gasperoni con B – 1° (1973).  Sul crinale dell’irriverenza e del dileggio le opere di  Luigi Ontani ed Enzo Mari che chiudono questa terza sezione. Ontani, con  “L’uccello all’appello del cappello” (1995-1997), inscena un fantasioso dialogo tra un mitico cantastorie-giullare medioevale, esperto nell’arte della musica e dell’intrattenimento, e un uccellino pronto ad accompagnarlo con il suo canto, amplificandone la voce. Invece il Dialogo tra Fidia, Galileo, Duchamp, i sette nani, l’Idiota del designer Enzo Mari – un’allegoria costituita da 23 pezzi in gesso, legno, ceramica, ferro, carta, stoffa, vetro, bronzo, ottone, cemento, progettata e realizzata per la Biennale di Venezia del 1986 ed esposta a San Marino nel 1988 – interpreta un raffinato progetto filosofico caratterizzato da grande ironia e libertà di mezzi.

Singolare notare come lungo il percorso allestito all’interno della Galleria Nazionale ci si imbatte in un Archivio Performativo – in costante aggiornamento – dedicato ai progetti realizzati negli anni più recenti, fino alle recenti attività di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio UNESCO della Repubblica di San Marino.
Il museo che  vivrà il  taglio del nastro il 7 luglio 2018 è un progetto degli Istituti Culturali promosso dalla Segreteria di Stato Cultura della Repubblica di San Marino, in collaborazione con il MA*GA di Gallarate diretto da Emma Zanella.

Carlo Franza

 

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