35550a72-51fe-11e8-9b53-c3459fa6693f_Clipboard-21504-k4wC-U1110762936706CVH-1024x576@LaStampa.itE’ tornata a nuovo splendore Santa Maria in Trastevere, chiesa tra le chiese, basilica di grande significanza per la storia di Roma, e per tutte le tappe più significative che l’hanno accompagnata, dall’Alto Medioevo fino  al  Rinascimento  e al Barocco ed ancora  nell’Ottocento. Un monumento storico e sacro capace di lasciar leggere pagine intense di architettura e arte.  Dopo circa un anno e mezzo di preziosi lavori articolati in varie fasi, condotti dal team di restauratori della Soprintendenza Speciale di Roma e circa 400mila euro di fondi spesi, la faccia78611-_DSC7277ta di uno dei luoghi simbolo della capitale torna a lasciarsi leggere nella sua importanza  secolare, storico-architettonica e iconografica, di  basilica fondata, secondo la tradizione, da papa Callisto I (217-222)nel secondo decennio del III secolo, e compiuta da Giulio I negli anni ’40 del IV(337-352).  Racconta Lampridio che Settimio Severo permise ai Cristiani di riunirsi in un locale del Trastevere, conosciuto c1280px-Exterior_Mosiac_of_Santa_Maria_Trastevereol nome di taberna emeritoria, ospizio, cioè, dei soldati invalidi. In questo luogo, secondo la leggenda, il giorno della nascita di Gesù Cristo sgorgò una polla d’olio, per cui fu detta comunemente fons olei. Quivi, si vuole, sorgesse la chiesa attuale di S. Maria in Trastevere, che fu fondata da Papa Callisto I e poi  edificata da Giulio I nel 340 e che fu probabilmente il primo edificio cristiano ufficialmente aperto al culto. In quei primi anni la basilica venne chiamata titulus Calixti,Chiesa_di_s.ta_maria_in_trastevere in memoria forse del martirio che quel papa aveva subito appunto in cotesto luogo. Nel 707, Giovanni VII la adornò di pitture murali. Nell’828 Gregorio IV edificò vicino alla chiesa un ampio monastero, e vi pose monaci che salmodiavano giorno e notte in onore del Signore. Rialzò pure il pavimento della chiesa e vi fece alcuni altri restauri. Un secondo restauro lo ordinò Leone IV nell’848 e nell’856 Benedetto III ricostruì il portico che minacciava ruina, il battisterio e i secretari. Ma fu Innocenzo II ( al secolo Papareschi) che nel 1139 rifece la basilica dalle fondamenta ordinandone la ricca decSanta_Maria_in_Trastevere_-_Cappella_Altempsorazione musiva che ancora vi si conserva. Questo restauro fu continuato e compiuto dal suo successore, Eugenio III, nel 1148. Nel 1450 Nicolò V (Parentucelli) ordinò che si restaurasse di nuovo sui disegni di Bernardino Rossellini. Nel 1537 suor Porzia de’ Micinelli, facendosi monaca, le portò in dote un edificio che fu aperto ad uso di pubblico granaio. Un nuovo restauro ordinò S. Pio V (Ghisleri) verso il 1570 e nel 1593 Papa Clemente VIII (Aldobrandini) concesse ai suoi canonici di poter mostrare al popolo le reliquie il giorno della Domenica in Albis. Nel  XVI seco1024px-AbsideSantaMariaTrastevereRomalo, il cardinale austriaco Marco Sittico Altemps (1533-1595) fece realizzare la Cappella della Madonna della Clemenza  e alcune di quelle laterali su progetto di Martino Longhi il Vecchio.

Nel 1617 il cardinale Pietro Aldobrandini vi fece rifare il soffitto. Nel 1702 Clemente XI (Albani) ordinò che si costruisse il portico attuale su disegno di Carlo Fontana. Nel 1860, finalmente, Pio IX ( Papa Mastai- Ferretti) ordinò un ultimo restauro per opera dell’architetto Virginio Vespignani, durante il quale furono ritrovate le iscrizioni e i frammenti che si conservano sotto il portico. Questa chiesa è la prima che’ in Roma sia stata dedicata alla Madonna.

La struttura attuale risale al XII secolo, quando l’edificio venne ricostruito per volere di Innocenzo II, utilizzando anche materiale di spoglio, in 1280px-Cappella_Altempsparticolare marmi, capitelli e colonne, di cui ancora oggi si riconoscono quelli provenienti dalle Terme di Caracalla. Lo studio delle fonti, la campagna diagnostica e infine la pulitura e il restauro caratterizzato da tecnologie reversibili, avanzate e innovative, hanno riguardato tipologie di manufatti molto diverse: il mosaico medioevale, la pittura parietale ottocentesca, le statue e le strutture in travertino e granito settecentesche, i consolidamenti della muratura e la realizzazione dei percorsi per l’acqua piovana. Ed eccoli, più brillanti che mai, i mosaici del XII secolo che tagliano orizzontalmente la facciata della basilica – divenuti illeggibili con il passare del tempo e adesso lucenti – con l’oro splendente e la Madonna che domina la scena. Adesso tutto si misura in un  dialogo tra le pitture ottocentesche di Silverio Capparoni, i colori finalmente nitidi, le colonne in granito, le statue in travertino del portico settecentesco opera dell’architetto Carlo Fontana, svelando ai visitatori  proprio il senso  di rinascita e ripristino dell’opera.

“Questo di Santa Maria in Trastevere – ha spiegato il Soprintendente Francesco Prosperetti è stato molto atteso dai romani. Gli affreschi ottocenteschi che risultavano ormai sbiaditi hanno riacquistato leggibilità e il mosaico medioevale l’originaria lucentezza. Un restauro ben riuscito ma particolarmente difficile per l’esigenza di trovare il giusto equilibrio tra il recupero della decorazione ottocentesca e la conservazione dello splendido mosaico medioevale. Grazie alle risorse messe a disposizione dal ministero e dalla Soprintendenza Speciale di Roma torna a splendere una delle piazze più belle della città per il godimento dei cittadini e dei turisti”.

Carlo Franza  

 

Tag: , , , , , , , , , ,