baruchelloE’ stata prorogata fino al 4 novembre 2018 l’apertura al pubblico di Doux comme saveur (A partire dal dolce), videoinstallazione di Gianfranco Baruchello prodotta da FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE e realizzata in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e la Fondazione Baruchello, Roma. I video che compongono l’installazione, proiettati negli spazi del MATA – Ex Manifattura Tabacchi per la prima volta dopo il recente restauro delle pellicole originali, sono parte di un progetto dell’artista sul sapore dolce, con interviste a filosofi, critici, poeti e artisti della cultura fGianfranco Baruchello, Doux comme saveur (A partire dal dolce), 1978 (Cooper)rancese. Nel 1978 Baruchello concepisce un progetto che prevedeva la realizzazione di un libro in copia unica e un film di interviste sul tema del sapore dolce. Il libro-oggetto prende forma attraverso la raccolta, iGianfranco Baruchello, Doux comme saveur (A partire dal dolce), 1978 (Guattari)n fotocopia, da parte dell’artista, di disegni, ritagli di riviste e giornali, appunti: circa 150 pagine, rilegate con una copertina in cartone spesso.  Un anno dopo, a Parigi, il  libro costituisce il punto di partenza per una lunga serie di interviste. Le conversazioni condotte dallo stesso Baruchello, prendono avvio da riflessioni sul dolce e sulla dolcezza: dal latte materno alle favole (la casa di marzapane di Hänsel e Gretel), dal ricordo del sapore dolce al mito, tra simbolo e realtà, cultura, antropologia e società.Gianfranco Baruchello, Doux comme saveur (A partire dal dolce), 1978 (Lascault) Gianfranco Baruchello, Doux comme saveur (A partire dal dolce), 1978 (Klossowsky)

Gli intervistati erano sia operai, immigrati e pasticceri, sia importanti esponenti del mondo della cultura tra cui filosofi, scrittori e psicoanalisti del calibro di Jean-François Lyotard, Félix Guattari, David Cooper, Pierre Klossowski, Alain Jouffroy, Paul Virilio, Gilbert Lascault e Noëlle Châtelet. Mentre i primi furono ripresi in esterni o all’interno del proprio posto di lavoro, i secondi erano intervistati nelle loro case o nei loro studi. Le interviste, partite dunque da temi legati al cibo, arrivarono ben presto a concentrarsi su questioni filosofiche intorno alla maternità, alla morte, soprattutto animale e destinate al cibo, all’erotismo e alla memoria. Il carattere informale delle interviste costruisce l’ambientazione del film: tutto è improvvisato, amichevole, senza allestimenti tecnici di registrazione, con talvolta rumori di fondo.Gianfranco Baruchello, Doux comme saveur (A partire dal dolce), 1978 (Lyotard) Per le riprese Baruchello si avvalse della collaborazione del cineasta sperimentale Alberto Grifi. “Se uno vuol fare arte – ha aggiunto Baruchello – deve certo informarsi, ma poi fregarsene completamente: mi metto dentro il mio linguaggio e sto lì dentro e racconto la mia storia. Se tu vuoi capire la mia storia, bene, avrai arricchito in qualche maniera la tua fantasia. però è come andare in un giardino e vedere che c’è un albero, che si trova solo in quel posto. Quell’albero sta là e quell’albero è come la pittura”.
Gianfranco Baruchello nasce a Livorno nel 1924. La sua prima formazione avviene tra Roma, Parigi, New York. Sin dall’inizio tutti i linguaggi, pittura, scrittura, happening, oggetto, performance, cinema, fanno parte di una ricerca che lui stesso definisce “in solitario”, ostile alle mode e alle strategie del mercato. Tra le mostre personali recenti, quelle al Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto a cura di Gianfranco Maraniello (2018), Villa Arson di Nizza a cura di Nicolas Bourriaud (2018), Raven Row di Londra a cura di Luca Cerizza (2017), Triennale di Milano a cura di Alessandro Rabottini (2015), ZKM/Zentrum für Kunst und Medien di Karlsruhe a cura di Andreas Beitin e Peter Weibel (2014-2015), Deichtorhallen di Amburgo a cura di Dirk Luckow (2014), Palais des Beaux-Arts di Parigi a cura di Nicolas Bourriaud (2013), Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma a cura di Achille Bonito Oliva in collaborazione con Carla Subrizi (2011). Ha partecipato a numerose edizioni della Biennale di Venezia (l’ultima nel 2013) e a documenta di Kassel nel 1977 e nel 2012. Tra le mostre personali recenti più significative ospitate in gallerie private quelle presso Massimo De Carlo (Milano, 2017; Hong Kong, 2017; Londra, 2015) e Galleria Greta Meert (Bruxelles, 2009).

La Fondazione Baruchello nasce nel 1998 per volontà di Gianfranco Baruchello e Carla Subrizi nella ex casa-studio dell’artista a Roma. È il risultato della donazione costituita da circa cinquecento opere che l’artista ha posto alla base di un’impresa culturale destinata al sostegno e alla sperimentazione dell’arte contemporanea. Alla prima sede, in Via di Santa Cornelia, che comprende una biblioteca aperta al pubblico composta da oltre quarantamila volumi oltre agli archivi dell’artista e altri fondi storici, nel 2016 si è aggiunta una seconda sede nel cuore di Roma, in via del Vascello, utilizzata prevalentemente come spazio espositivo e sede di seminari, incontri e presentazioni al pubblico.

Carlo Franza

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