ee4e6eb84b5feb494de0741ccebed2df_L1                                    Ho potuto visitare a Recanati, patria del poeta   Leopardi e del tenore Beniamino Gigli,  con  vivace interesse la mostra documentariaBENIAMINO GIGLI: UNA VOCE NEL MONDO” organizzata dal Circolo Culturale Filatelico e Numismatico Recanatese e patrocinata dal Comune di Recanati – Assessorato alle Culture, in primis l’illuminata assessora Rita Soccio. L’esposizione si è tenuta  presso la Chiesa di San Vito tra  novembre  e dicembre 2018. Sabato 10 novembre, vi è stato anche  un annullo filatelico speciale in collaborazione con Poste Italiane. La mostra  aperta al pubblico tutti i giorni  ha avuto una notevolissima affluenza di pubblico. DSC05890 La mostra locata nella famosissimostraBGma Chiesa di San Vito con annesso Oratorio de’ Nobili (cappella privata  in cui Leopardi da bambino  recitò versi)  ha potuto lasciar vedere il mondo di Beniamino Gigli  visto attraverso medaglie, annulli filatelici e francobolli di pregio, foto, cartoline, cimeli, libri, dischi, documenti, articoli di stampa; questo il cuore significativo della pregevole mostra ” allestita presso la Chiesa di San Vito di Recanati. Centinaia di immagini hanno ricostruito una delle carriere tenorili più imponenti del ‘900, fatta da un uomo semplice e amico del popolo. Gigli è stato amato in tutto il mondo e la sua voce e il suo mito continuano a riecheggiare in ogni angolo della terra.

DSC05890Il curatore di questa splendida mostra è stato  Luciano Scarponi, socio del Circolo Culturale Filatelico Numismatico Recanatese, che ha guidato non solo i rappresentanti dell’Associazione “B. Gigli” e del CISBI Centro Internazionale di Studi per il Belcanto Italiano ® “Beniamino e Rina Gigli” di Recanati attraverso tutti gli espositori ma via via durante la mostra anche i visitatori; un’azione nobilissima, quella di Scarponi, che merita non solo plauso ma anche attenzione.20181113_195133 La visita alla mostra documentaria è avvenuta nello stesso giorno in cui le Associazioni Gigliane sopracitate hanno organizzato, in occasione del 150° anniversario della scomparsa di Rossini, una giornata internazionale di studi sull’universo del Belcanto nella sede dell’Associazione “B. Gigli” di Recanati. Moltissimo il materiale messo a disposizione dal socio del Circolo, Luciano Scarponi, che con grande impegno e maestria ha permesso l’allestimento della sala. L’esposizione, ricca di foto, cimeli, libri, dischi, documenti, articoli di stampa, ecc.  ha offerto20170616214714_img_596f4  al visitatore un viaggio nel passato, partendo dal periodo storico in cui è vissuto Beniamino Gigli, per arrivare alla storia della sua famiglia, alla sua giovinezza, agli inizi della sua carriera artistica, ai suoi affetti, ripercorrendo le fasi di quelli che sono stati i momenti più importanti del tenore, attore, genitore, uomo umile e generoso, conosciuto e amato in tutto il mondo. Un vero trionfo, ancora una volta, della grande qualità messa a servizio di sincero amore per l’arte e di aGigli medagliaffetto immutato per Gigli, cittadino del mondo e cantore di ogni popolo.

Il tenore Beniamino Gigli è stato uno dei più celebri cantanti d’opera del XX secolo. Ultimo di sei figli, nacque a Recanati, nel sud delle Marche. Sin da piccolissimo, mostrò grandi attitudini per il canto, venendo accolto a sette anni nel Coro Pueri Cantores della Cattedrale di Recanati.La povertà della famiglia lo costrinse a duri sacrifici, ma, tra un’occupazione e l’altra, riuscì a prendere lezioni di canto dal maestro Quirino Lazzarini, direttore del coro della Santa Casa di Loreto.  DSC05887Il debutto teatrale, dopo aver vinto un altro concorso di canto a Parma, avvenne al Teatro Sociale di Rovigo come Enzo ne La Gioconda. Seguirono presenze in alcuni dei maggiori teatri italiani (Palermo, Napoli, Genova, Catania, Costanzi di Roma), in opere come Manon, Tosca, Mefistofele, La Favorita. Nel 1917 iniziarono le scritture all’estero (Madrid, Barcellona, Montecarlo, Rio, Buenos Aires) e, dopo aver esordito a Milano al Teatro Lirico nella primavera del 1918 con Lodoletta, esordì alla Scala in Mefistofele, sotto la direzione di Arturo Toscanini.DSC05883
Il 26 novembre 1920 fece l’ingresso al Metropolitan di New York, di nuovo con Mefistofele; fu un successo e il direttore del teatro gli prolungò la scrittura, prima per altri due mesi poi per quattro anni. Il 2 agosto 1921 Caruso scomparve e la stagione del Metropolitan, da lui inaugurata per diciotto anni, lo fu quell’anno da Gigli con La traviata. Fu regolarmente presente al “Met” per oltre un decennio e il successo si estese a molte altre città (San Francisco, Philadelphia, Chicago). Nello stesso periodo fece tournée in Europa (fra cui l’importante debutto il 27 maggio 1930 al Covent Garden di Londra in Andrea Chenier) e Sudamerica. Nel 1932 Gigli tornò in Italia, facendo del Teatro dell’Opera di Roma le sede principale della sua attività. TombagigliFu presente inoltre, fino allo scoppio della guerra, nelle altre principali città europee (di particolare rilevanza l’esordio in Aida a Vienna con la direzione di Victor De Sabata nel 1936) e ancora in Sudamerica. In seguito, con l’avvento del sonoro, approdò anche al cinema, girando una serie continuativa di sedici film dal 1935 ai primi anni cinquanta. Dopo la liberazione si ritirò temporaneamente dalle scene, ritornandovi nel 1946, ancora in grado d’entusiasmare il pubblico nonostante l’età non più verde. Fu poi costretto per motivi di salute ad interrompere dapprima le produzioni teatrali e poi i concerti, l’ultimo dei quali, a livello ufficiale, fu alla Carnegie Hall di New York il 20 aprile 1955. Nelle ultime tournée si esibì a volte con la figlia Rina, soprano.image Fu accompagnato nella carriera, fin dagli esordi, dal suo agente e segretario particolare Amedeo Grossi, che con la moglie Barbara curò anche un monumentale archivio, oggi custodito presso il Museo Gigli di Recanati. Per quanto sterile sarebbe il voler stilare una “classifica” dei principali cantanti del Novecento, non v’è dubbio che la voce di Gigli vada considerata una delle più belle, non solo di tenore, del secolo: omogenea, dal raro timbro che univa smalto e morbidezza, musicalissima, non amplissima ma eccezionalmente dotata di armonici naturali, a tutt’oggi inconfondibile anche al primo ascolto di uno dei numerosissimi dischi lasciati dall’artista. Sul piano interpretativo profuse una costante tensione drammatica, senza mai mostrare freddezza o indulgere alla routine. La sua fama planetaria è anche dovuta alle innumerevoli canzoni e romanze da salotto, interpretate frequentemente nei film, tra le quali vanno ricordate quantomeno le celeberrime Non ti scordar di me (1935) e Mamma (1940). Beniamino Gigli morì a Roma il 30 novembre 1957. Per approfondire la conoscenza di Gigli, suggeriamo di visitare il Museo Beniamino Gigli di Recanati e il Teatro Persiani di Recanati.Ed aggiungo anche che nella serata coclusiva della mostra vale a dire il 9 dicembre 2018 alle ore 18, sempre nella Chiesa di San Vito si è potuto assistere a un Concerto con la partecipazione del Soprano Astrea Amaduzzi, del Pianista Mattia Peli, e del Presidente dell’Associazione “B.Gigli” Pierluca Trucchia; concerto che ha visto l’esecuzione di brani gigliani e di musica sacra in omaggio a questa figura eccellente del bel canto italiano, Beniamino Gigli, con brani di Durante, Schubert, Gounod, Franck,Stradella, Adam e Von Bingen.

Carlo Franza

 

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