palazzo veneziaE’ ormai un appuntamento annuale l’uscita del volume  dedicato alla sede di un’ambasciata italiana all’estero, facente parte della prestigiosissima collana dell’editore Carlo Colombo di Roma diretta dall’illustrissimo Ambasciatore Gaetano Cortese. Una collana poderosa, essenziale, storica e capace d’essere in ogni sua parte sia storico-letteraria che  iconografica completa, con l’aggiunta di rivelare tutte le preziosità diplomatiche vissute negli anni negli storici edifici della diplomazia italiana all’estero, raccontandone relazioni, testi. La storia di “Palazzo Venezia  a Istanbul. palazzo_scaloneResidenza dell’ambasciatore d’Italia” (526 pagine), è la protagonista di un libro dell´ambasciatore Gaetano Cortese, responsabile della collana dell´editore Carlo Colombo di Roma dedicata alla valorizzazione e divulgazione del patrimonio architettonico e artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane all´estero. Tra i libri più recenti della collana diretta dall’illustre ambasciatore Gaetano  Cortese , di cui ne abbiamo già parlato su Il Giornale.it  “Il Palazzo sul Tiergarten – l´Ambasciata d´Italia Berlino” e “Il Palazzo Metternich nel bicentenario del Congresso di Vienna” sulla Rappresentanza italiana in Austria, – contengono interessantissimi  contributi sia tedeschi sia austriaci e  sono ormai dagli storici e politologi  considerati veri e propri esempi di storiografia moderna. img_7747Il libro fa parte dicevamo della collezione coordinata dall’ambasciatore Cortese dedicata alle più prestigiose rappresentanze diplomatiche italiane con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle proprietà demaniali dello Stato italiano all’estero: “L’Ambasciata d’Italia a Bruxelles”, “L’Ambasciata d’Italia a L’Aja”, “Il Palazzo di Sophialaan”, “La Villa di Inkognitogaten – L’Ambasciata d’Italia a Oslo”, “Il Palazzo sul Potomac – L’Ambasciata d’Italia dsc_0007a Washington (2011) – The Embassy of Italy in Washington” (2012 e seconda edizione 2014), “Il Palazzo Metternich nel bicentenario del Congresso di Vienna” (2015), “Il Palazzo Metternich nel 170° anniversario della sua costruzione” (2017), “Il Palazzo sul Tiergarten. L’Ambasciata d’Italia a Berlino”, 2017.

Ecco una brevissima storia dell’Ambasciata d’Italia a Istanbul. E´ il caso ovviamente del “Palazzo Venezia” di Istanbul, per circa tre secoli sede del “bailo” (oggi noi  lo chiamiamo   ambasciatore) della Serenissima in quella città che una volta si chiamava Costantinopoli. Un edifico prestigioso, il più illustre fra le rappresentanze diplomatiche del posto,  tanto che basterdsc_0009ebbe osservare le posizionature  dei leoni veneziani e  delle colonne palladiane,  e di cui da tempo, anche con avvisi sul sito dell´ambasciata, l´Italia ha aperto le porte per conventions di aziende e di organizzazioni italiane e straniere. Sappiamo che la diplomazia  italiana a Istanbul nel corso del XIX  secolo e’ storicamente segnata da diverse  residenze occupate dal Bailo, capo della diplomazia di Venezia. Ad esempio, è durante il periodo bizantino che  rappresentanti veneti hanno tenuto  sede  in una speciale residenza -la Han Balkapani- a Costantinopoli. Poi nei secoli dopo la conquista ottomana di Costantinopoli, gli Ambasciatori veneziani hanno occupato diverse residenze in Galata e Pera, fino a che,  il famosissimo Palazzo di Venezia, ( qui  visibile nelle foto che corredano il nostro articolo) nel quartier1-2e noto come Little Italia, è divenuto prima  la residenza principale di Ambasciatori veneziani e poi di  Ambasciatori italiani in Istanbul.

Proprio nel diciannovesimo secolo, la mutevole  politica della Serenissima Repubblica di Venezia,  ha comportato un  drastico  destino  per l’Ambasciata Italiana.  Fu infatti il famosissimo trattato di Campoformio, firmato il 17 ottobre 1797, ha segnato il crollo della Repubblica di Venezia, i cui territori furono ceduti all’Impero austriaco. Nel settembre 1798, il Palazzo di Venezia a Istanbul era diventato la residenza del Barone Ambasciatore austriaco Herbert Rathkeal, che  prese anche possesso degli archivi delle bailate.

Salone-PanoramaLa storia si è presentata  ancora impervia  se la proprieta’ austriaca del Palazzo  di Venezia non duro’ a lungo. Il trattato di Presburgo firmato il 26 dicembre 1808, dopo la battaglia di Austerlitz, stabiliva che Venezia, Istria e Dalmazia sarebbero state trasferite all’Impero francese; sicchè  i francesi occuparono la residenza 1806-1808. Con il trattato di Vienna, l’edificio, ancora una volta passo’ in mani austriache, e cosi rimase per circa un secolo fino alla sconfitta dell’Impero austro-ungarico nel 1918.

Palazzo-Venezia-panorama-hdrNel frattempo, la Casa d’Italia a Mesrutiyet Caddesi  fu   utilizzata temporaneamente come Ambasciata italiana e l’Ambasciatore risiedeva in un palazzo a “Ayazpasa”, poi convertito in “Park Hotel” negli anni successivi. Come risultato dei negoziati tra lo Stato italiano e l’Impero ottomano, in seguito, si e’ deciso di costruire un nuovo edificio in “Macka” che sarebbe stato utilizzato in modo permanente come Ambasciata italiana. Tuttavia, nel tumulto della prima guerra mondiale, l’edificio fu  mai  utilizzato.

Dopo la prima guerra mondiale e il crollo dell’impero austro-ungarico, l’Italia ha preteso la restituzione, come “patrimonio storico italiano”, sia del Palazzo di Venezia a Istanbul sia l’archivio conservato nella residenza dell’Aimg-20181113-wa0018mbasciata. E’ stata concessa la restituzione solo il 27 marzo 1919, grazie agli sforzi del Conte Sforza, alto commissario d’Italia a Istanbul tra il 1918 e il 1919, quando il trasferimento ufficiale fu  formalmente decretato. Da allora  e fino al 1936, il Palazzo di Venezia rimase la residenza principale di Ambasciatori italiani, fino a quando l’Ambasciata e’ stata spostata ad Ankara, la nuova capitale della Repubblica Turca.

La collana diretta dall´ambasciatore Cortese è proprio del tutto particolare, in quanto  non solo ogni libro illustra con foto, iconografie  e testi, la storia, le caratteristiche architettoniche, le suppellettili, i dipinti, le ceramiche, le argenterie,  i mobili  e le peculiarità dell´edificio in questione ma fa anche rivivere l´insieme delle relazioni diplomatiche, ora difficili  ora amichevoli, che in quei saloni e in quegli uffici  sono avvenute  talvolta per secoli.  Testi e volumi che sono  veri e propri testi di storia contemporanea.

Va ricordato che nel 2016 il Circolo della Stampa di Milano, con il sottoscritto Presidente di Giuria,  ha conferito a Cortese il suo “Premio alla cultura” quale “riconoscimento” per una realizzazione “intesa a valorizzare il patrimonio architettonico ed artistico delle sedi diplomatiche italiane all´estero”.  E per tornare al  nuovo libro dell’ambasciatore Cortese “Il Palazzo di Venezia a Istanbul. Residenza dell’ambasciatore d’ Italia”, va segnalato che il testo è stato  realizzato in occasione del solenne centenario del Palazzo di Vcortese_sidselenezia che, dopo il trasferimento delle ambasciate straniere presso il governo turco ad Ankara, resta la sede diplomatica del capo missione quando risiede ad Istanbul; ripercorre la storia del palazzo, sede diplomatica della Serenissima Repubblica di Venezia con l’Impero Ottomano e l’evolversi delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi fino ai nostri giorni.

Taluni  capitoli del prezioso volume illustrano l’ambasciata d’Italia ad Ankara, Villa Tarabya, già Residenza dell’Ambasciatore d’Italia ad Istanbul; la Casa d’Italia e il Consolato Generale ad Istanbul, la Società Operaia Italiana di Mutuo Soccorso nota come “Casa Garibaldi”, il Consolato d’Italia a Smirne e Palazzo Gamberini, sede dell’Ambasciata della Repubblica di Turchia a Roma. Aggiungo che il libro si presenta con una scrittura di espressiva storiografia, nutrito di documenti importantissimi, foto celebrative, e contributi dell’ ambasciatore ad Ankara Luigi Mattiolo, del  rappresentante della Turchia a Roma Murat Salim Esenli, dell’, del console Generale ad Istanbul Federica Ferrari Bravo,  del e del collega prof. Francesco Perfetti  illustrissimo storico italiano che presenta una ricostruzione  dei rapporti tra la Serenissima e la Sublime Porta.

 

Carlo Franza

 

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