mcjesusFinalmente. Il rispetto del Crocifisso è sacro, è segno di civiltà.  Adesso l’Haifa Museum of Art ha ceduto alle pressioni e, dopo una settimana di accesi dibattiti, discordie, e proteste anche forti ha deciso di ritirare McJesus. La controversa scultura è stata realizzata dall’artista finlandese Jani Leinonen e raffigura il noto clown e mascotte del McDonald a grandezza naturale e crocifisso. Si può criticare la società capitalista in tanti modi, ma intaccare il sacro vuol dire non avere il senso della vita, della sacralità, della storia, della civiltà. Tanto che questa critica piuttosto esplicita alla società capitalista non è piaciuta al Ministro della Cultura israeliano Miri Regev -aggiungo grandissimo politico-, che la settimana scorsa aveva contattato il direttore generale dei musei municipali di Haifa, Nissim Tal, richiedendo la rimozione dell’opera.

ronald-758x398Da notare che la scultura di Jani Leinonen era esposta nell’ambito di “Shop It”, una mostra aperta il  7 luglio 2018 e  visitabile fino al 17 febbraio 2019 , a cura di Svetlana Reingold, Limor Alpern Zered e Shaked Shamir, incentrata proprio  sulle storture del consumismo, sul nauseabondo consumismo che attacca corpi e coscienze,  a partire dalle ricerche sull’oggetto e sul possesso come espresse  a suo tempo già da Jean Baudrillard. Prima delle proteste del Ministro della Cultura israeliano Miri  Regev, il McJesus era passato pressoché inosservato ma, in seguito alle rimostranze, la discussione è divenuta di dominio pubblico sicchè decine di persone appartenenti alla comunità cristiana di Haifa hanno anche tentato non solo di irrompere nel museo, ma contro di esso stati addirittura lanciati ordigni incendiari. La folla  inferocita ha lanciato pietre alle forze di sicurezza israeliane, che hanno reagito usando gas lacrimogeni. Cinque manifestanti sono stati arrestati e tre poliziotti sono rimasti feriti. Nonostante il clima infuocato, il direttore generale dei musei municipali di Haifa, Nissim Tal, aveva mantenuto la linea dura, rifiutando di scendere a compromessi, per difendere la libertà di espressione e le scelte del museo.

La questione è stata subito trascinata  nelle aule dei tribunali ma a sciogliere il nodo, con l’udienza già fissata per questo giovedì 24 gennaio  2019 -vale a dire oggi- , è stato lo stesso artista che, venuto a sapere delle proteste, ha deciso di far rimuovere la sua opera, anche se non per motivi religiosi. Ha dichiarato Jani Leinonen:  “Non sapevo nemmeno che il mio McJesus fosse esposto ad Haifa e ho richiesto personalmente di togliere McJesus, perché faccio parte del movimento BDS”, ossia la campagna globale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele.

Anche senza il povero Ronald, ovvero la mascotte del McDonald, oggi anche crocifisso,  la mostra  certamente rimarrà aperta come da programma, con tutte le  finalità volute dall’evento  e non dovrebbe deludere le aspettative, anche se pure  altri lavori sono ugualmente disturbanti, come il Barbie e Ken “biblici” degli artisti argentini Pool & Marianela; e onde evitare altre proteste, il museo israeliano ha fatto collocare dei poster all’esterno dell’edificio, avvisando che i contenuti dell’esposizione potrebbero urtare la sensibilità degli spettatori.

Carlo Franza

 

 

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