88411-4_GeMPreti_Allegoria_Cinque_Sensi_DOPO_IL_RESTAURO                                                                                                                                                                                                                                Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano fino  al 16 giugno 2019, nella sede di Palazzo Barberini, la4F7A7636 mostra Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti, a cura di Alessandro Cosma e Yuri Primarosa. L’esposizione, che esamina la prima attività di Mattia Preti e la sua formazione nella bottega romana del fratello Gregorio, ruota attorno all’Allegoria dei cinque sensi delle Gallerie Nazionali, una monumentale tela d’impronta caravaggesca, rimasta per anni in deposito presso il Circolo Ufficiali delle Forze Armate. Realizzata dai due fratelli negli anni Quaranta del Seicento, è ricordata nel 1686 nella collezione di Maffeo Barberini junior come “un quadro per longo con diversi ritratti: chi sona, chi canta, chi gioca, chi beve e chi gabba il compagno”, una descrizione che sottolinea la complessa articolazione del dipinto dove, secondo un modello molto in voga nel Seicento, diversi gruppi di personaggi intenti in attività quotidiane diventano immagine allegorica dei cinque sensi. cebfeb73d7ee98b45567b5edd405427d_L Il quadro è stato restaurato per l’occasione da Giuseppe Mantella, da anni impegnato sulle opere di Mattia Preti a Malta e in Calabria, grazie al generoso finanziamento dello studio legale Dentons che ha sponsorizzato l’intervento e l’approfondita serie di indagini diagnostiche permettendo di comprendere meglio la pratica esecutiva dei due fratelli, attivi a quattro mani sulla stessa tela; “Alcuni elementi, quali le dimensioni dell’opera, il supporto costituito eccezionalmente da un’unica pezza di tela, la presenza dell’autoritratto – ha commentato Yuri Primarosa, curatore della mostra assieme ad Alessandro Cosma – lasciano intendere che si tratti di una commissione speciale, rivolta ai due artisti verso il 1641-1642 da un illustre esponente di Casa Barberini”. PalazzoBarberini-795x300-795x300Sono presenti in mostra altre undici opere che raccontano lo stretto legame esistente tra i due artisti calabresi: da un lato Gregorio, legato a esiti di stampo ancora accademico, e dall’altro il più giovane e talentuoso Mattia, suggestionato dall’universo caravaggesco e già cosciente dei nuovi sviluppi guercineschi e lanfranchiani del barocco romano. L’Allegoria dei cinque sensi di Palazzo Barberini  è esposta al pubblico per la prima volta assieme al Concerto con scena di buona ventura, suo ideale pendant proveniente dall’Accademia Albertina di Torino e ad altri quadri frutto della collaborazione dei due artisti, come il Cristo davanti a Pilato di Palazzo Pallavicini Rospigliosi e il Cristo che guarisce l’idropico di collezione privata milanese.
In mostra  presenti anche importanti dipinti inediti di Mattia: primo fra tutti il monumentale Cristo e la Cananea, in origine nella collezione dei Principi Colonna, opera capitale del periodo romano del pittore, databile su base documentaria al 1646-1647. La scoperta dello straordinario dipinto – il primo dell’artista fornito di una data certa – ha permesso di precisare la cronologia della sua prima produzione. Esposti al pubblico per la prima volta anche l’Archimede, oggi a Varese, e un Apostolo di collezione privata torinese, che documentano la precoce riflessione di Mattia sulla pittura di Caravaggio e di Jusepe de Ribera. Chiude il percorso espositivo un’ulteriore nuova proposta per gli anni romani dell’artista: una mirabile Testa di bambina, ritrovata nei depositi della Galleria Corsini. E  questa delicatissima la Testa di bambina, fresca di restauro, che chiude il percorso,  spiega Primarosa che “si tratta  dell’unico sbozzo di figura del pittore calabrese negli anni romani. È uno studio privato, una sorta di modellino da riutilizzare per composizioni più grandi. Possiamo notare la qualità della fisionomia del volto, mentre il non finito emerge dalla collana di corallo che si dissolve”.

Carlo Franza

 

Tag: , , , , , , ,