museo4Ha dell’incredibile, ma la notizia è vera e  lascia sgomenti. Mi son detto, ma quanti artisti italiani, europei e internazionali, quante Accademie di Belle Arti e quanti Storici dell’Arte Contemporanea  sono a conoscenza di quanto capitato  all’artista  inglese Jason deCaires Taylor? Ho chiesto in giro con un approfondimento  di telefonate, ma i risultati che ne ho ricavato sono che nessuno o proprio pochissimi erano  a conoscenza dell’atto gravissimo inscenato  a contrastare l’opera ultima dell’artista inglese. Bene, passiamo alla cronaca e ai fatti. Un tribunale delle Maldive (luogo preso di mira dagli spiaggisti anche italiani come se in Italia non avessimo luoghi similari e forse anche più belli) ha decretato con una sentenza la distruzione di un’opera d’arte realizzata dall’artista e ambientalista inglese Jason deCaires Taylor in un atollo perché non rispetta i canoni dell’Islam. Ripeto, questa la motivazione: “Non rispetta i parametri della religione islamica”. Così  un tribunale maldiviano ha stabilito la distruzione di una scultura realizzata dell’artista Jason deCaires Taylor (Dover, 1974), famoso per le sue opere d’arte subacquee, all’interno del Fairmont Maldives Sirru Fen Fushi, un resort a cinque stelle nel nord di Malè.  scultura-maldive_jason-decaires-taylorMi chiederete, perccoralarium-collater-al-9-733x1024hé? Nessuna oscenità, ma quale la colpa? All’interno della scultura sono state inserite alcune figure, e la Sharia, vale a dire la legge islamica sentenzia e dice  che  la rappresentazione umana è vietata dall’Islam, e poiché questa è  la  religione ufficiale nell’arcipelago delle Maldive, la sentenza va eseguita. L’opera va distrutta. In Occidente si prende tutto sottogamba e non sanno i più che tra qualche decennio anche l’arte italiana, spagnola, francese, inglese e tedesca, ecc. potrebbe senza forse subire questa piega. Per l’opera distrutta questo il testo divulgato nel post dell’artista sul profilo Instagram : coralarium-collater-al-9c-1024x1024“Venerdì scorso sono rimasto estremamente scioccato e affranto nel sapere che le mie sculture sono state distrutte dalle autorità maldiviane al Coralarium, nonostante le continue consultazioni e il dialogo. Il Coralarium era stato concepito per collegare gli esseri umani all’ambiente e uno spazio educativo per far prosperare la vita marina. Nient’altro! Le Maldive sono ancora belle, con una popolazione calorosa e amichevole, ma è stata una giornata triste per l’arte e una giornata triste per l’ambiente.” L’opera, che aveva per titolo  “Coralarium”, era stata commissionata a DeCaires Taylor dal resort, di proprietà del gruppo alberghiero francese Accor ed era stata ultimata a luglio 2018. In questo breve  tempo, la scultura era diventata  agli occhi di tutti anche  una vera e propria attrazione turistica, non solo per i clienti dell’hotel ma per l’intera Malè.  coralarium-collater-al-8-1024x1024Dalle immagini qui allegate si può vedere che si trattava  di un’enorme struttura di  acciaio, in forma cubica, semi-sommersa, con numerosi intagli,  pensata anche per essere abitata e attraversata liberamente dalla fauna marina. La scultura alla luce dell’impegno ambientalista che oggi volteggia nel mondo, era stata pensata dall’artista inglese, convintissimo ambientalista, come una sorta di nuovo habitat per coralli e altre specie animali, quasi a sottolineare il rapporto profondo tra l’uomo e la natura. Sicchè  DeCaires Taylor aveva collocato, nella parte superiore e all’interno dell’opera, una trentina di figure umane, per lo più maldiviane, impegnate nella pesca e nelle altre attività tipiche dell’isola. Un omaggio, dunque,  anche agli isolani. Era questa la  sua ultima installazione,  ammirata nei fondali della Maldive. “The Sculpture Coralarium” era  stata parzialmente calata nella laguna di corallo più grande dell’arcipelago maldiviano, al largo di Sirru Fen Fushi, nell’atollo di Shaviyani, a Nord di Malé dove sorge il resort Fairmont. Era  un vero e proprio museo semi-sommerso, che comprendeva  una sola opera eco-compatibile il cui scopo era  ricreare una nuova barriera corallina e lanciare un allarme contro gli effetti del surriscaldamento globale e dell’innalzamento del livello del mare, che proprio alle Maldive è particolarmente  evidente. Infatti, l’opera di deCaires sarebbe divenuta un cubo ricoperto di  coralli. La parte superiore del Coralarium  aveva  un’apertura che consentiva  di entrare nuotando e una piattaforma dove ci si poteva fermare a osservare i pesci, i coralli ed anche  il panorama unico  che la circondava, con l’atollo e l’Oceano Indiano. Tutt’intorno all’apertura erano  stati piantati ben  200 frammenti di corallo che  avrebbero  ben presto dato vita a una foresta di coralli.

Bene, vi dirò che a  nulla sono valse le proteste, né la fama mondiale di DeCaires Taylor che ha realizzato opere d’arte sommerse in tutto il pianeta, per evitarne di fatto  la distruzione della scultura cubica. L’opera è stata fortemente criticata dai leader religiosi dell’Islam  che l’hanno definita eccessivamente occidentale. Un tribunale religioso delle Maldive  ha stabilito, infatti, che dovesse essere demolita nel più breve tempo possibile perché non rispettava i parametri imposti dalla religione islamica, nonostante avesse ottenuto precedentemente  tutti i permessi necessari. Il governo  delle Maldive   alla luce della Sharia ha reso immediatamente esecutiva la sentenza. Vi assicuro, ero lì presente a documentare quanto  visto a malincuore, la struttura scultorea è stata demolita a picconate in poco più di una settimana, mentre per costruirla ci son voluti ben nove mesi con il supporto di un team di ingegneri, sommozzatori e ambientalisti. E tutto questo in nome della Sharia e del Corano. A dispetto dell’arte.

Carlo Franza

 

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