imageInchiesta interna su operazioni finanziarie sospette: sospesi dai loro incarichi cinque dirigenti vaticani. Tra loro pezzi da novanta come Monsignor  Mauro Carlino capo degli uffici della Segreteria di Stato e Tommaso Di Ruzza direttore dell’antiriciclaggio, genero dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, di cui ha sposato la figlia Valeria Maria. Nel mirino dei magistrati compravendite immobiliari a Londra e la gestione dei conti dell’Obolo di San Pietro. Il caos in Vaticano è cominciato il 2 luglio 2019  con una denuncia presentata ai magistrati dal direttore generale dello Ior Gian Franco Mammì. Prima di arrivare a depositare un atto formale tanto grave, Mammì aveva fatto un passaggio previo da Papa Francesco – con il quale ha un rapporto antico e molto stretto – per farsi dare il via libera e informarlo 309.0.1692354774-k3OB-U31401504496532xS-656x492@Corriere-Web-Romache la Segreteria di Stato gli aveva sollecitato un finanziamento di 150 milioni di euro per estinguere un oneroso mutuo che gravava su un immobile di pregio a Londra, all’incrocio tra Draycott Avenue e Ixworth Place. Mammì era imbestialito. Il mese precedente, il 4 giugno, il Sostituto della Segreteria di Stato  il venezuelano Monsignor Pena Parra mandava un funzionario (uno dei cinque inquisiti) a consegnare allo Ior una lettera con la richiesta di poter disporre, urgentemente, di 150 milioni di euro. Per “non bene precisate ragioni istituzionali” annotano i magistrati. La richiesta di finanziamento passa all’esame – come  al solito – ma Mammì si impunta e non la concede. Non ne ravvisa “la compatibilità con 12bdd6931844265987408060452b3ff5_w900le specifiche finalità statutarie dell’istituto”.

A quel punto la questione si blocca e così monsignor Pena Parra, la settimana successiva, torna all’attacco per sollecitare una risposta chiedendo “una anticipazione di liquidità per ragioni istituzionali della Santa Sede”. Quali sono queste ragioni? Dalle carte dei magistrati viene spiegato che i soldi servono per estinguere un mutuo già contratto presso un’altra banca che grava su un immobile londinese di proprietà della Segreteria di Stato.

Papa Bergoglio si è espresso dicendo che  si non faranno  sconti a nessuno, ma intanto lo  scandalo lo travolge ,  e  starebbe per  ordinare al cardinale Angelo Becciu di non lasciare la Città del Vaticano, secondo quanto riporta Dagospia. Tra i poteri del Pontefice,  si sa monarca  assoluto, c’è anche quello di disporre misure cautelari. Il Cardinale Becciu Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi,  qui succeduto al CEdgar_Pena_Parraardinale Angelo Amato salesiano ormai in pensione, sarebbe coinvolto nell’ inchiesta su operazioni finanziarie milionarie e irregolari  effettuate  da alcuni uffici della Segreteria di Stato. 1570081755822.jpg--i_monsignori_con_il_vizio_del_mattoneOperazioni  scattata dopo due denunce dello Ior e del Revisore Generale dello Stato città del Vaticano, risalenti alla scorsa estate. Le denunce fatte dallo Ior e dal Revisore generale interesserebbero  un   arco temporale piuttosto  recente, quando gli uffici messi nel mirino della magistratura, quelli della Prima Sezione “Affari Generali” della Segreteria di Stato erano guidati da monsignor Angelo Becciu, ex sostituto  ed ex  numero 2 della Segreteria di Stato, oggi Cardinale  e  diventato pochi mesi fa prefetto per la Congregazione delle Cause dei Santi e cardinale. Il giovane Monsignore  Mauro Carlino arrivato in Segreteria di Stato dalla Diocesi di Lecce,   appena sospeso da ogni funzione,  è stato per anni il segretario personale proprio di Monsignor  Apapa-pugnoettengelo Becciu (personaggio tra i più influenti della Curia Vaticana e amico tra i più fidati di Papa Bergoglio), ebbene, Mons. Mauro Carlino   è da  poche settimane capo dell’Ufficio Informazione e Documentazione dell’organismo che ha sede nel Palazzo Apostolico, attualmente in servizio nella segreteria del Sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Edgar Peña Parra( Mons. Parra è lo stesso su cui gravano le accuse gravi del nunzio  Mons. Viganò circa la sua condotta immorale per abusi ). E dunque  oltre a Monsignor Mauro Carlino, oltre a Tommaso di Ruzza direttore  dell’antiriciclaggio, tra gli indagati figurano i due dirigenti ai vertici degli uffici della Segreteria, Vincenzo Mauriello, minutante dell’ufficio del protocollo della Segreteria di Stato; Fabrizio Tirabassi, minutante dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato; e Caterina Sansone, addetta di amministrazione della Segreteria di Stato. Ebbene,  i cin4772832_1129_aif_di_ruzza.1que sono tutti stati sospesi cautelativamente dal servizio. “I suddetti -si legge nella nota firmata da Domenico Giani Capo della Gendarmeria Pontificia- potranno accedere nello Stato  Vaticano esclusivamente per recarsi presso la Direzione Sanità ed Igiene per i servizi connessi, ovvero se autorizzati dalla magistratura vaticana. Monsignor Mauro Carlino continuerà a risiedere presso la Domus Sanctae Marthae”. Sono stati acquisiti documenti riservati e apparecchi elettronici, pc e computer, negli uffici della Prima Sezione della Segreteria guidata dal cardinale Pietro Parolin Segretario di Stato, ma pure nelle stanze dell’Aif, l’autorità di informazione finanziaria,  cioè l’organismo   che  lavora alle attività antiriciclaggio. L’operazione è stata autorizzata con decreto del promotore di giustizia del Tribunale vaticano  Gian Piero Milano, e dell’Aggiunto Alessandro Diddi. RigPapa-Francesco-nervosouarda appunto operazioni finanziarie sospette, compiute nel tempo, legate a compravendite immobiliari milionarie all’estero, in particolare a immobili di pregio a  Londra. L’indagine è solo agli inizi ma lo scandalo è grosso, talmente grosso che si ventila travolgerà Papa Bergoglio. Dei cinque personaggi coinvolti e menzionati  con nome, cognome e fotografia dalla gendarmeria vaticana, due sono di primissimo piano, vale a dire  mons. Mauro Carlino, responsabile dell’ufficio Informazione e Documentazione della Segreteria di Stato e Tommaso Di Ruzza, direttore dell’Autorità informazione finanziaria del Vaticano ovvero dell’antiriciclaggio. Si parla spericolate operazioni immobiliari per centinaia di milioni di euro e di una verifica sui flussi finanziari sul conto dell’Obolo di San Pietro, mentre Papa Bergoglio ogni giorno strombazza l’accoglienza ai migranti.Le indagini dovranno appurare se questi hanno operato in proprio o con la copertura di personalità vaticane ancora più alte. Su “Repubblica” il giornalista Emiliano Fittipaldi che di questioni vaticane se ne intende, scrive che in Inghilterra esiste una società denominata “London 60 Sa Limited costituita nel marzo 2019,  proprio pochi mesi fa, il cui amministratore è mons. Mauro Carlino e la cui direttrice è Caterina Sansone, facente parte dell’amministrazione della Segreteria di Stato ed egualmente nel mirino delle indagini vaticane. Qualche nota imn più, eccola.  Uno dei cinque indagati Fabrizio Tirabassi gestisce gli investimenti finanziari nella Segreteria di Stato, in un ufficio amministrativo delicatissimo che ha visto il suo storico numero uno, monsignor Alberto Perlasca, traslocare lo scorso 26 luglio 2019, a  motivo che  Papa Bergoglio  l’ha nominato promotore di Giustizia al Tribunale della Segnatura Apostolica. Proprio Monsignor Mauro  Carlino l’ha sostituito il giorno stesso, né il monsignore appena promosso,  poteva immaginare che proprio due mesi dopo sarebbe stato sospeso   “cautelativamente” dal servizio, per essersi infilato in  uno scandalo più grosso di lui.  Gli investigatori  vaticani starebbero passando al setaccio  anche taluni  flussi finanziari riservati ai  più deboli e bisognosi. Il giornalista Fittipaldi, nel 2015, scoprì che  questi flussi di denaro invece che essere spesi per i poveri, andavano a finire in conti  e investimenti che in quell’anno erano ormai giunti  a quota 400 milioni di euro. Cifre da capogiro usate per tutt’altro. E’ chiaro che adesso  conti e spostamenti di denaro sono  messi sotto raggi X, per vedere se alcune ipotetiche irregolarità potessero  nascondere cose gravissime.  Ed intanto Papa Bergoglio non dorme più la notte  ed  è proprio sotto assedio, accerchiato.

Carlo Franza

 

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