98289-unnamed_4_La storica Galleria Il Milione di Milano presenta la mostra PitturaGG1970-003_Non-Finito_1970-11 indeterminabile di Giorgio Griffa, visitabile fino al 27 marzo 2020, con testo di Claudio Cerritelli. In mostra le opere eseguite dal 1974 al 2010 che interrogano “l’indefinibile complessità della materia” attraverso il “segno anonimo che è solo la traccia del pennello”. Le opere esposte, proponendo una restituzione del percorso artistico di Griffa, rendono la mostra un momento di dialogo tra le fasi che lo Giorgio-Griffa-Dallalto-courtesy-of-the-artist-and-Casey-Kaplan-New-York-photo-Jean-Vong-696x476caratterizzano: dalle rigorose procedure degli anni ‘70 sino alle opere più recenti in cui si rincorrono squillanti cromie, forme matissiane e stralci di narrazione di quella che Cerritelli definisce nel testo che accompagna la mostra come fabula picta. La figura dell’artista è intesa da Griffa come operaio della pittura: solo l’esecuzione può innescare l’indagine critica e analitica e al contempo la dimensione conoscitiva del sé attraverso il movimento. Dipingere è per l’artista parte del processo conoscitivo di un mondo complesso in quanto contemporaneo. Come scrive Cerritelli: “Griffa ha compreso fin dall’inizio l’impossibilità di rappresentare un mondo ideale compiuto, mentre era possibile “la pittura di un mondo che si realizza man mano che si fa” dunque una pittura che mostra il suo farsi perseguendo passo dopo passo il senso della sua libertà”. Griffa asseconda la logica interna all’opera, l’intelligenza della materia, decidendo di relazionarsi con essa in maniera riflessiva e senza imposizioni, dando vita a una pittura viva e in espansione. In questo senso il segno dell’artista rappresenta l’energia generativa dell’immagine e il germoglio della possibilità dell’opera.

Carlo Franza

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