unnamedGiorni fa l’amico Prof.  Gaetano Grillo illustre artista dell’Accademia di Brera a Milano mi invitava – uRaul-Walch-e1586863411602-768x1024-696x928nitamente ad una serie di intellettuali e artisti che gravitano nel campo dell’arte-   a rispondere a tre domande,  poi pubblicate su “Academy”,  su come sarebbe stato il mondo dell’arte dopo il Coronavirus.  Le mie risposte sono state mirate e propositive di un mondo che andava setacciato, e in profondo cambiamento,  per ridare voce alla vera arte al di là di forme ed economie.  E a tal proposito è nuova la  notizia che vi porgo. Il mondo dell’arte reagisce al lockdown proponendo iniziative e contenuti online, ma qualcuno ha deciso di agire diversamente, ad iniziare da Berlino.  E tutto nel rispetto di  misure  emergenziali e di distanziamento sociale.  I curatori Övül Durmusoglu e Joanna Warszail, con base a Berlino, hanno promosso un progetto che ha nome “Vita, arte, pandemia e prossimità” invitando gli artisti ad esporre le loro opere dai propri balconi. Al progetto  vi hanno aderito oltre 50 artisti e scrittori, costruendo una vetrina personale e, contemporaneamente, pubblica, per circa 48 ore. Per trovare e vedere le opere, i curatori hanno realizzato una mappa online ma sitlando un percorso per limitare assembramenti e grandi folle.

1586850461_unfurledtoiletpaper-696x463Per lo scultore Raul Walch, tra i partecipanti, “Arte e artisti troveranno sempre nuovi modi di incontrare il pubblico”. E così è stato. Per due giorni, i balconi e le finestre delle case di artisti e scrittori sono diventato un canale di connessione con l’esterno, quindi con lo spettatore. Per Durmusoglu e Warsza è importante considerare lo sforzo della creazione artistica: “Ci viene chiesto di impegnarci nello spazio digitale, senza stimare criticamente gli effetti delle tecnologie dell’informazione a scopo di lucro”; così  i balconi in diventano luoghi di “Apertura e speranza, non solo piattaforme per autoritarismo e supremazia”. Intanto, molti musei, nel mondo,  incluso il Reina Sofía di Madrid, stanno commissionando agli artisti delle opere d’arte da esporre nelle proprie case ma date e partecipanti sono ancora da annunciare.unnamed.jpgyy

Una passeggiata  per la città  di Berlino, in parte deserta, ma viva di vita creativa ed artistica. Sorprendente ma vera. Tra chi ha deciso di prendere parte all’iniziativa, troviamo anche l’artista concettuale Olaf Nicolai. Nicolai ha appeso tre arance alla sua finestra, un tributo aperto all’opera di John Baldessari, Lanciare tre palle in aria per ottenere una linea retta (il migliore dei trentasei tentativi). Lo scrittore Tom McCarthy e l’artista Eva Stenram, invece, hanno esposto dei corvi di plastica perché sostengono che i volatili acquistati in negozio svolgono “Un ruolo simile agli anticorpi: nel simulare la forma di un uccello, tengono a bada quelli veri”;  una sorta di metafora riguardante  la trasmissione di Covid 19 dai pipistrelli.  Tra le opere, la più ironica è forse un’installazione costituita da nastri di carta igienica che scendono a cascata lungo la faccia di un’edificio, un riferimento diretto al timore dei tedeschi di non poter accedere ai beni di prima necessità, nei  giorni di lockdown.Il  progetto, realizzato a budget zero, ovviamente senza vernissage o folla di alcun tipo, ha fornito  un respiro di sollievo a chi si trovava ad attraversare le strade deserte di Berlino;  di curiosi se ne sono visti tanti, e la città ha trovato così il modo di parlare a tutti grazie all’arte.

Carlo Franza

 

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