Valentina-Raimondo-a-cura-di-–-Città-Alta-1926-1938.-Il-Piano-di-Risanamento-e-Luigi-Angelini-Nomos-Edizioni-Milano-Busto-Arsizio-2019Tra le città italiane al centro della cronaca di questi mesi, a motivo del Covid 19 e delle morti inaudite  che l’hannoTempietto-di-Santa-Croce-a-Bergamo-dopo-i-lavori-di-restauro-1938-©-Archivio-famiglia-Angelini-316x420 colpita,  Bergamo è protagonista del recente volume pubblicato da Nomos Edizioni, prima tappa di una promettente serie dedicata alla fotografia storica d’architettura.

Città Alta 1926-1938. Il Piano di Risanamento e Luigi Angelini di Valentina Raimondo (Nomos Edizioni, Milano Busto Arsizio 2019) è un libro di singolare spessore che apre una nuova visione del borgo di Città Alta, centro storico di Bergamo. Grazie all’uso di immagini d’epoca, belle oltremodo e degne ancor più di indicarle fra le bellezze  d’Italia, invita il lettore a una riflessione sul periodo della riorganizzazione urbanistica attuata nella città lombarda dall’ingegner Luigi Angelini. Documenti e immagini singolari, cariche di storia, riunite con metodica ricerca,  e tutto descritto con un linguaggio piano, lineare, mirato.  E’ la storia di una grande città dove la Chiesa ha avuto una centralità forte, avendo espresso anche un Papa come Giovanni XXIII. Ancora oggi la chiesa detiene un quotidiano  che copre l’intera provincia, e qui nel bergamasco ci sono aziende di prim’ordine. 
Edito da Nomos Edizioni e disponibile in versione italiano-inglese, il libro è il primo di una collana dedicata completamente alla fotografia storica; si inserisce in un progetto promosso da SIAD Fondazione Testini che da anni investe sullaVeduta-di-tetti-Bergamo-Alta-©-Museo-delle-storie-di-Bergamo-Archivio-fotografico-Sestini-–-Raccolta-Domenico-Lucchetti-696x527 ILTEMP1-318x420valorizzazione di alcuni significativi archivi fotografici. Gli scatti qui raccolti in  volume provengono dall’Archivio famiglia Angelini e dal Fondo Piano di Risanamento della Raccolta Domenico Lucchetti. E’ da significare come questa prima uscita libraria, tappa nella riscoperta della fotografia storica, cada proprio, nell’anno del cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di Angelini: un modo riguardoso  per ricordarlo come artefice del Piano di Risanamento, ma anche per rievocarlo come progettista fondamentale nell’iter architettonico di Bergamo.

All’interno del volume la materia trattata vive attorno a tre tematiche principali che aiutano il lettore a comprendere il caso urbanistico di Città Alta; in più gli permettono di approfondire l’ ampia questione della nascita dei centri storici, intesi come patrimonio da conservare, con riflessioni che rimandano anche  al dibattito riguardante il restauro. Le vicende legate al Piano di Risanamento hanno inizio a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie in cui Luigi-Angelini-Progetto-per-il-Piano-di-Risanamento-di-Città-Alta-1934-©-Archivio-famiglia-Angelini-1105x420la popolazione del borgo si trovava a vivere all’inizio del secolo scorso, dovute al degrado che affliggeva molti edifici. Dopo aver approfondito la cronologia dei pareri e delle proposte di architetti e progettisti dell’epoca, riguardo al metodo da utilizzare per il risanamento di Città Alta, lo stScorcio-di-cortile-interno-con-portoni-e-finestre-su-via-Mario-Lupo-a-Bergamo-©-Museo-delle-storie-di-Bergamo-Archivio-fotografico-Sestini-–-Raccolta-Domenico-Lucchetti-318x420udio si sofferma specificamente sul programma e sull’attuazione del piano Angelini, il cui “pensiero scientifico” viene analizzato e spiegato grazie all’ausilio di immagini che raccontano la Bergamo degli Anni Trenta.

Nel libro viene  messo in evidenza  come in queste fotografie sia immortalata l’essenza architettonica della città, ossia i suoi edifici, i quali emergono grazie all’importanza che lo scatto dà al contesto in cui sorgono. Le fotografie documentano Città Alta pre e post intervento e restituiscono al lettore uno sguardo su scorci di vita all’interno del borgo, per le strade, nei cortili o nelle costruzioni di rilievo come il carcere di Sant’Agata, testimoniando così non solo la storia, ma anche la quotidianità dei luoghi descritti. Oggi (temporaneamente) vuoti.

Carlo Franza

 

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