L’esperienza della Poesia visiva è stata -e rimane- uno dei capitoli fondanti dell’arte del secondo Novecento. A Milano un gallerista di significativo spessore come Gianfranco Bellora, figura illuminante sia per la proposizione di artisti di tale ambito sia per la veicolazione e il mercato di questi, ha giocato un ruolo fondamentale in anni storici. Confesso oggi a decenni di distanza, che ho sempre seguito con grande attenzione il lavoro di Bellora, le sue scelte, i suoi artisti, le sue mostre, dirò di più, che quando decise di chiudere il suo spazio “Studio Bellora” in  Via Borgonuovo,  per la sua ultima mostra che fece, presentando le opere e l’artista Giorgio Milani di Piacenza, il testo in catalogo lo chiese a me, e mi affrettai a scriverlo, ormai pronto il catalogo per la stampa.   Dal 1999, dopo la morte del marito Gianfranco Bellora (Trecate 1930 – Milano 1999), Anna Spagna si è assunto il bel compito non solo di tenerne viva la memoria, ma di valorizzare, sceverandone la mercificazione, il suo lavoro. Incarico che amorevolmente e tenacemente persegue ancora oggi, in più sedi e città italiane. In tutti questi anni Anna Spagna ha onorato il lavoro di suo marito con mostre in spazio istituzionali, voglio ricordare:  “La parola nell’Arte”, MART, Rovereto, 2007; Poesia Visiva. What to do with poetry, MART, Rovereto, 2010; La donazione Spagna Bellora, Museo del Novecento, Milano, 2013; Tra parola e immagine. Verbovisualità, Galleria Civica Montevergini, Siracusa, 2014; CONTEXT. Poesia visiva e totale, assemblaggi, immagine meccanica, MAON, Rende (CS) 2018; Esplorazioni nel linguaggio verbo-visuale dagli anni ‘60 agli anni ‘80, Spazio HEART; e Donazioni al MART ROVERETO con la mostra La parola nell’arte: la scrittura nell’arte del 900 al Mart di Rovereto 10 novembre 2007 – 6 aprile 2008. Memorabile la donazione Spagna- Bellora per il MUSEO DEL NOVECENTO a MILANO. La mostra Le opere e l’archivio al Museo del Novecento di Milano vi fu dal 3 aprile all’8 settembre 2013. Donazione di 21 opere e dell’Archivio Bellora al Museo del Novecento di Milano. La donazione comprese opere di Vincenzo Accame, Alessandro Algardi, Roberto Comini, Francesco Correggia, Fernando De Filippi, Agostino Ferrari, Elio Marchigiani, Umberto Mariani, Stelio Maria Martini, Giorgio Milani, Magdalo Mussio, Lamberto Pignotti, Sarenco, Anna Spagna, Adriano Spatola. Mi preme anche ricordare l’evento a MAON, RENDE (CS) dal titolo Context. Poesia visiva e totale, assemblaggi, immagine meccanica, nel Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, dal 10 marzo al 5 aprile 2018.

E veniamo all’Evento in questione, sviluppato proprio in ricordo di Gianfranco Bellora che è stato uno dei galleristi prìncipi dell’arte contemporanea. Una mostra di opere della Collezione Spagna- Bellora è a Torre Saline in Toscana in occasione di Orbetello Piano Festival 2020. Scrive in catalogo Beatrice Piersanti: “ Quello che vi presentiamo  è il ricordo di una grande personalità, Gianfranco Bellora, un uomo  che non abbiamo potuto conoscere per la sua prematura scomparsa, ma nutro la convinzione che la nostra associazione  e il nostro operare e vivere l’arte  gli sarebbero piaciuti molto…La generosità di Anna Spagna  nel condividere i suoi tesori  e i suoi ricordi con gli amici di Orbetello Piano Festival  vuole essere un tentativo di ripristinare un dialogo culturale a una chiave semplice e profonda di confronto scevro da accademismi  e formalismi”.

In mostra opere di Roberto Comini, Santolo De Luca, Agostino Ferrari, Elio Mariani, Letizia Mazzarelli, Lamberto Pignotti e Anna Spagna.  Opere che appartengono   a un capitolo ampio, quello delle ricerche verbo-visive, che vanno dalla poesia visiva all’arte visuale, all’arte tecnologica, al segno poetico, al segno verbale, al segno visivo, al rapporto tra parola e immagine, alla multigrafia,  ecc. ; un  nutrito gruppo di artisti che hanno operato in Europa, specie in Italia, a cui Bellora ha dato spazio e mercato, costruendone una vera e propria storia singolare.  Tra gli artisti opere di Agostino Ferrari, e il suo segno, il quale dice: “Alla fine del 1962 incominciai a usare il segno come scrittura non significante… oggi esiste ancora la consapevolezza del reale, che rappresento come ho sempre fatto, sviluppando un tema con segni e forme. Contemporaneamente esiste tutto quello che non conosco sull’uomo e la sua vita, una superficie nera che sta oltre l’esistenza, prima della nascita e dopo la morte, il vuoto e il buio, la limitatezza del nostro pensiero rispetto a quell’infinita-mente grande”. E poi  Elio Mariani e la Mecart del quale scrive Gillo Dorfles, “con l’uso d’una specifica tecnica di riporto fotografico su tela sensibilizzata, [rendere] evidente l’angoscia del tempo che passa, identificandola nella ripresa di un fiore che sboccia e appassisce attraverso una serie di immagini fotografiche giustapposte”.  E ancora Anna Spagna, artista e compagna di Gianfranco Bellora. La Spagna si è espressa con mutazioni di linguaggio e materiali poveri quali la plastica e  ha fatto subito discutere e riflettere; tanto che io stesso ne parlai su Il Giornale- esattamente ben oltre trent’anni fa  il 26 febbraio del 1989 – dicendo: “E’ un sacchetto della spazzatura. Alla Buchmesse di Milano i singolari lavori in plastica realizzati da Anna Maria Spagna”.  L’artista Spagna è stata più volte segnalata anche dal collega Tommaso Trini.   La Spagna elabora un inedito codice linguistico, recuperando oggetti “ritrovati” appartenenti alla sfera del quotidiano. Dal Sacco di plastica al sacchetto pubblicitario, Anna Spagna struttura un codice linguistico alternativo, riflettendo su diversi aspetti essenziali della cultura mediale.  Concentrandosi sulla parola intesa come veicolo comunicativo, giunge ad esiti visualmente e concettualmente affini a quelli del Nouveau Réalisme. Successivamente, Anna Spagna abbandona il grafema Catarifrangentiper ritornare alla sua ricerca originaria dei Sacchi”, con una nuova consapevolezza essenziale legata alla memoria del quotidiano. La mostra inserita nell’Orbetello Piano Festival 2020 diventa così un prestigioso biglietto da visita ed evento di respiro internazionale, da vedere assolutamente perché dietro di essa c’è una storia che ha dell’incredibile. Grazie al mecenatismo e all’attenzione proprio di Anna Spagna.

Carlo Franza

 

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