Il motivatore Mario Furlan

Il motivatore Mario Furlan

Ci sono persone che ti danno energia. E altre che te la risucchiano. Ti svuotano, lasciandoti spossato. Sono le persone tossiche. I vampiri energetici.
Prima di vedere come difenderci da loro, capiamo insieme come riconoscerle. Non è difficile, senz’altro ne conosci più di una.

Persone tossiche: le tre categorie

Le persone tossiche appartengono perlopiù a tre grandi categorie, come spiego nel mio libro “Risveglia il campione in te!“:
1) Quelle che si piangono addosso. Sono sfortunati, vittime, nati sotto una cattiva stella. “Oh povero me!” è la loro espressione preferita. Conosco una signora che si lamenta sempre del suo mal di schiena. Quando le ho detto che ne soffro anch’io si è indispettita: “Ma il mio è peggio del tuo!” Come se potesse misurare il mio dolore.
Queste persone tossiche si lamentano in continuazione per attirare l’attenzione. Non riuscendo ad attirarla con cose positive, lo fanno con cose negative;
2) Quelle, ancora peggiori, che ce l’hanno con il mondo intero. Hanno un sacco di problemi. E la colpa, si sa, è sempre degli altri. A seconda dei casi può essere del partner, del genitore o dei figlio; del capo, o del collega; dell’amico, della società, dell’euro… Con un briciolo di fantasia puoi aggiungere decine di altri colpevoli, possono sempre tornarti utili per giustificare qualsiasi sfiga!
3)  I peggiori di tutti: i complottisti. Non si accontentano delle spiegazioni ovvie, evidenti; no, ci deve per forza essere qualche trama dietro. Come quelli convinti che la terra sia piatta, e che solo un complotto dei poteri forti ce la dia a bere che sia rotonda (esistono davvero!); che Madre Teresa di Calcutta gestisse un giro di pedofili; o che i forni crematoi siano un’invenzione degli ebrei per passare da vittime.
Si abbeverano alle fake news, che più sono strampalate, più sembrano vere. Come diceva Hitler, “più una bugia è grande, e più la gente ci crederà: basta ripeterla”.
Si sentono circondati da gentaglia falsa e bugiarda, che se ne approfitta di loro.  E se non credi alle loro tesi sei anche tu un falso ipocrita, in malafede; oppure, nel migliore dei casi, un coglione che non apre gli occhi.

Persone tossiche: i comportamenti comuni 

In tutti e tre i casi, le persone tossiche hanno alcuni comportamenti comuni. Eccoli:
a) Non ammettono di avere torto. Come logica conseguenza
b) non chiedono mai scusa. Perché la loro unica colpa è quella di essere troppo buone;
c) Non accettano le critiche, nemmeno quelle costruttive;
d) Sono bravissime a far apparire enormi le piccolezze, e minuscole le enormità, a seconda della tesi che stanno avanzando;
e) Non ascoltano. Perché sono pronte a interromperti con “Si, però…” (il che equivale a un No); oppure con “Ma tu non conosci la situazione!” (guarda caso, loro sono gli unici a conoscerla). E quindi
f) pretendono di avere sempre ragione. Inoltre, e questo è molto triste,
g) non sanno perdonare. Si legano al dito torti veri o presunti, e se li trascinano dietro a volte per tutta la vita.

 Come difenderti dalle persone tossiche

Come difenderti dalle persone tossiche? In questo caso la miglior difesa è la fuga. Tu non puoi svelenirle. Ma loro possono avvelenare te. Perché una mela sana non può sanare una marcia, mentre una marcia può guastare una sana. Quindi stai loro più alla larga che puoi! E se devi conviverci, riduci al minimo il tempo che ci passi insieme. Poni limiti precisi. Non confidarti con loro: ciò che dici potrà essere usato contro di te. Mostrati distratto, poco interessato a quanto dicono: altrimenti ti si appiccicheranno addosso come una zecca alla criniera di un cavallo, ti succhieranno il sangue del buonumore e non ti molleranno più!
Consiglio finale: non odiare le persone tossiche. Compatiscile. Poverette, stanno male con se stesse. Sono frustrate, insoddisfatte. E riversano questa negatività sugli altri. E’ inevitabile: manifestiamo all’esterno ciò che abbiamo all’interno. E loro non possono che manifestare la loro sofferenza. Ahimè, facendo soffrire gli sventurati che incrociano il loro cammino.

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