Immaginate un autobus pieno di gente, in mezzo al traffico. L’autista, donna, vede fuori dall’autobus un uomo privo di coscienza, che nessuno sta soccorrendo. Allora ferma l’autobus a lato della strada e va a vedere cosa sia successo. A fianco a lui c’è un altro uomo, che quando vede l’autista le dice: “non ho chiamato ancora nessuno, non volevo usare minuti della mia tariffa, puoi chiamare qualcuno tu?”. La donna chiama la polizia, mentre dall’autobus iniziano a scendere i passeggeri tutti scocciati, dicendole: “torna su, fai ripartire questo autobus, abbiamo fretta!”.

E la donna, dopo aver fatto il suo dovere, fa esplodere una parola, una semplice parola che suona da imperativo categorico:

“vergognatevi”.

Questo episodio è accaduto a Malta e quella donna è maltese. Anzi, quella donna è Malta. Si chiama Fontaine Pace e quella parola erutta dalle profondità più nascoste dell’animo umano, che quest’isola conserva con gelosia nei cuori della gente.

Vergognatevi. Un invito che ciascuno di noi farebbe bene a prendere in seria considerazione, una parola preziosa e potente che ognuno dovrebbe piantare a fondo dentro se stesso per farla germogliare e fruttificare, per poi raccogliere le risposte che avrà prodotto.

Malta è assediata da quella strana e disumana contemporaneità che ha già conquistato il resto dell’Europa ma a differenza dell’Italia, che si fa spesso facile colonia dell’ideologia imperante, cerca di resistere con le unghie e con i denti alla svendita dei “vecchi valori” e alla cementificazione dei cuori.

Vergognatevi. Vergogniamoci. Perché di fronte alla facile ricchezza pagata con la nostra stessa anima svendiamo in un istante secoli di umanità. E mentre puntando il dito accusiamo Malta di questo non ci rendiamo conto che nel resto dell’Europa tutto ciò è già esploso irrimediabilmente da decenni.

Ecco, quando ci sono persone che sputano sentenze contro Malta, che schiaffeggiano la sua identità attribuendole ogni sorta di male, che identificano il paese e la sua dignità con la cronaca di vere o presunte malefatte, siano ben consapevoli di quali guance stanno colpendo e se davvero siamo così puliti da poter scagliare la prima pietra. Perché qui qualcuno che vuole salvare l’umanità perduta ancora c’è. Nel resto dell’Europa dobbiamo ancora trovarlo.

Grazie, Fontaine.

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