Dopo l’arresto dei capi-redattori del quotidiano Cumhuriyet, Can Dundar ed Erdem Gul, accusati di “spionaggio ed alto tradimento” per aver pubblicato foto e video compromettenti su un carico di armi dei servizi segreti turchi destinati ai jihadisti, è toccato anche a tre ufficiali della Gendarmeria:

  • il Comandante Regionale della Gendarmeria di Ankara, Generale Maggiore Ibrahim Aydin
  • il Comandante Regionale della Gendarmeria di Adana, Generale Brigatiere Hamza Celepoglu
  • il comandante del Laboratorio per il Crimine, Colonnello Burhanettin Cihangiroglu

Secondo i media locali, un tribunale di Istanbul si è espresso in favore del loro arresto nelle prime ore di lunedì. Le accuse sono le medesime emesse nei confronti di Durdar e Gul: “spionaggio ed alto tradimento”.

I tre militari sarebbero infatti ritenuti da Ankara responsabili della perquisizione al carico di armi che mise pesantemente in imbarazzo il governo AKP.

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Erdogan a suo tempo arrivò addirittura a chiedere due ergastoli per Dundar, aggiungendo che il camion stava trasportando aiuti umanitari alle popolazioni turcomanne oltre confine e che i video erano stati diffusi per cercare di infangare il suo nome e quello dell’Akp. Peccato però che le immagini mostrarono chiaramente proiettili per mortai e missili.

D’altronde Erdogan oramai è “maestro” in dichiarazioni contrastanti e incoerenti; una maestria che sta mettendo in imbarazzo persino i membri del suo stesso entourage. Il presidente turco prima dichiara che i camion trasportavano aiuti umanitari, poi però chiede pene severissime per chi ha documentato il fatto e persino per le autorità, “colpevoli” di aver fatto il proprio lavoro. In aggiunta accusa tutti di “spionaggio e alto tradimento”, ma per cosa? Per degli aiuti umanitari?

Nel frattempo altri tre giornalisti: Berkant Gültekin, Can Ugur e Baris Ince, dovranno apparire davanti a un tribunale di Istanbul con l’accusa di “insulto al presidente” e rischiano fino a 4 anni di carcere.

Le purghe di Erdogan hanno colpito un po’ tutti in Turchia: giornalisti, magistrati, dirigenti di polizia, oppositori. Le accuse sono sempre le medesime: “spionaggio”, “tradimento”, “insulti al presidente”; sono poi spesso tirate poi in ballo “forze oscure che tramerebbero contro l’unità del paese”.

Intanto in Turchia si continua a morire. Questo weekend è toccato a Tahir Elci, il leader degli avvocati curdi ucciso sabato in un agguato nella città di Diyarbakir. Il mese scorso Tahir Elci era stato arrestato e poi rilasciato in attesa di giudizio per aver sostenuto durante una trasmissione tv di non considerare il Pkk un’organizzazione terroristica, come invece ritenuto dal governo turco.

Andando più a fondo, è possibile mettere in evidenza alcuni degli eventi che hanno fatto andare su tutte le furie il presidente turco:

  • Le indagini legate ai casi di corruzione che hanno coinvolto il suo entourage.
  • Le indagini sui carichi di armi destinate ai jihadisti in Siria e quelle sui comandanti dell’Isis curati negli ospedali turchi.
  • Le vittorie militari curde in territorio siriano.
  • I bombardamenti russi sui jihadisti e sui carichi di petrolio dell’Isis.

Questa è la Turchia di oggi, la Turchia dell’AKP, la Turchia membro della NATO e con cui l’EU sta siglando un accordo sui profughi per il valore di tre miliardi di euro, oltre alla liberalizzazione dei visti di ingresso per i cittadini turchi e un’accelerazione dei negoziati per l’adesione di Ankara all’Unione Europea. Tutto ciò mentre la Russia mette in atto una serie di sanzioni nei confronti della Turchia in seguito all’abbattimento del Sukhoi russo.

Mosca è stata chiarissima ed ha messo in evidenza le responsabilità della Turchia per quanto riguarda il proliferare dell’ISIS nella zona. Le accuse sono state rafforzate ieri da Mowaffaq al-Rubaie, ex consigliere per la sicurezza nazionale in Iraq:

“ …Nel giro di 8 mesi i terroristi dello “Stato Islamico” hanno venduto al mercato nero della Turchia a metà prezzo rispetto ai mercati mondiali il petrolio e il gas iracheno per un valore di 800 milioni di dollari”.

Del resto la Russia ha anche fornito elementi interessanti sui responsabili dell’uccisione del pilota russo paracadutato sui cieli della Siria, tutti cittadini turchi. Il capo del gruppo è addirittura il figlio di un ex sindaco di Keban nonché membro dei Lupi Grigi.

Per quanto ancora EU e Nato saranno disposte a tollerare questa Turchia? Questo esecutivo?

 

 

 

 

 

 

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