La competenza sui mercatini di Natale passa alle Zone: l’ha deciso la Giunta comunale con una delibera che traccia le linee guida della delega ai “parlamentini”: le scelta su dove e quando piazzare le bancarelle passa dunque ai quartieri. Tutto bene? Tutti d’accordo? Non proprio. Intanto si è subito detto contrario Giacomo Errico, presidente di Apeca, l’Associazione degli operatori del commercio ambulante di Confcommercio Milano: “I cittadini milanesi – ha detto – nel nome della valorizzazione delle periferie, avranno ’in dono degli pseudomercatini”.

Ma anche dentro le Zone la novità, o presunta tale, non è piaciuta a molti.  “Non vedo alcuna novità rispetto all’anno scorso – dice per esempio l’ex presidente, e attuale consigliere, di zona 6, Massimo Girtanner (Fratelli d’Italia) – E soprattutto non vedo alcuna utilità di questa delega. I mercatini di Natale finiranno per fare concorrenza sleale ai negozi, che già soffrono per la crisi economica e per la raffica di aumenti fiscali decisa dal Comune, a partire dalla Tares e dalla Tosap. Il mercato di Natale c’è in centro e c’è in fiera, non si sente il bisogno di altre bancarelle, a meno che la logica non sia quella delle feste di quartiere. Il nuovo regolamento sulle feste, infatti, trasferendo le competenze e incrementando i vincoli burocratici, apre una specie di mercato delle vacche con presidenti di Zona e di commissione, a scapito di chi le iniziative le ha sempre organizzate, e a probabile vantaggio delle associazioni di amici degli amici”.

Ma anche Claudio Consolini, ex presidente e oggi capogruppo di Forza Italia in zona 8, boccia le novità: “Mi fa naturalmente sempre piacere sentire che alle Zone vengano attribuite maggiori competenze e magari anche maggiori finanziamenti, anche se preferirei che questi fossero orientati su settori più importanti. Mi farebbe  anche piacere che quest’anno si festeggiasse  il Natale come si deve, con i simboli della nostra tradizione cristiana. Anche se  andare in Centro comporta  vari problemi  (parcheggi  onerosi, area C, mezzi pubblici spesso insicuri, lavavetri e accattonaggio diffusi) questa iniziativa dei mercatini nelle zone periferiche potrebbe non avere comunque  grande successo  perché  nutro dei dubbi sul fatto che ci saranno tanti ambulanti disposti a ‘lavorare’ in nuovi siti  decentrati e  allora ci sarà  il rischio  di trovarci con mercatini improvvisati,  organizzati da Associazioni e onlus non del settore”. “Ultima considerazione – conclude Consolini – per frequentare i mercatini ci vogliono anche i soldini, e quest’anno purtroppo nelle tasche dei milanesi non ce ne saranno molti dopo i già aumentati abbonamenti Atm,  se rimarrà l’aumento dell’Iva, l’aumento dell’Irap, la rata dell’imu ecc”.

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