Al quartiere Adriano il disagio dei residenti è sempre più forte. Tanto che è dovuta intervenire il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, partecipando a un’assemblea. Siamo nella periferia nord di Milano, al confine con Sesto San Giovanni, dove un tempo sorgevano gli impianti della Magneti Marelli. Un altro caso di “quartiere ideale” – venduto come tale -trasformatosi presto in un incubo. “Le persone hanno comprato casa pensando a un sogno, ora si ritrovano con una situazione di degrado e addirittura con la paura di rischi per la propria salute e sicurezza” si legge in un pezzo di Marta Bravi uscito stamani sul “Giornale“. Fra i problemi più sentiti, infatti, anche degli enormi tralicci che, secondo i residenti sarebbero pericolosi per la salute. Ecco l’articolo:

quello che nel 2005 sulla carta avrebbe dovuto essere un quartiere ideale, verde, con servizi e collegamenti si è trasformato in un quartiere fantasma, con opere lasciate a metà, strade non asfaltate, senza servizi e negozi. E con l’angoscia di morire: i tralicci dell’alta tensione a pochi metri dalle case hanno già seminato la loro scia di morte. Secondo le stime dell’Associazione Sottocorno sono 36 i malati di cancro su 150 abitanti dei due edifici di via Sottocorno. Una parte, quella che si affaccia sul nuovo quartiere Adriano, è stata interrata, l’altra attende. E si ammala.  Due giorni fa durante l’assemblea pubblica il vicesindaco e assessore all’urbanistica Lucia de Cesaris, ha spiegato che una volta chiuso il bilancio, Palazzo Marino finanzierà lo studio di fattibilità per l’interramento dei tralicci, da 7500 euro. Il Comune di Sesto San Giovanni l’ha già fatto. «Questo è sintomo del fatto che per l’amministrazione il quartiere Adriano non è tra le priorità – osserva amareggiata Silvia Sardone, consigliere di zona 2 (Fi) -. Solo ora Palazzo Marino trova i finanziamenti necessari per il progetto? E quanto ancora dovremo aspettare perché i tralicci vengano interrati? Intanto la gente muore».

Altra spinosa questione è quella dell’«area Pasini», dal nome della società che avrebbe dovuto realizzare case e servizi che ha lasciati incompiuti. La cascina San Giuseppe e quella che avrebbe dovuto essere una residenza per anziani sono occupate abusivamente. Per il resto è il Far West: l’area è abbandonata, usata come discarica a cielo aperto nell’indifferenza generale. «Le condizioni igienico sanitarie dell’intera zona sono pessime – continua Sardone – l’area è infestata da topi e ambrosia. Per non parlare della sicurezza; l’area è poco illuminata e la gente quando fa buio ha paura a passare di lì». Per una parte dell’area il Comune, d’accordo con la Prefettura, ha fatto partire il «procedimento di requisizione» per entrare in possesso dei terreni, sostituirsi all’operatore – che non ha mai risposto agli appelli dell’amministrazione – e bonificare i terreni. Obiettivo: realizzare il parco promesso. Cosa fare però delle strutture iniziate e mai portate a termine? «Bene, faranno finalmente il parco – commenta Sardone, che in zona vive e ha famiglia – ma il problema sono le strutture occupate, che creano degrado e insicurezza. Ecco, l’amministrazione non ha nessun progetto sull’area non sanno se affidare gli edifici incompiuti o se completarle. Ma che destinazione avranno?». Veniamo alle strutture e ai servizi: sono anni che il neo quartiere aspetta l’asilo e la scuola materna e che non sono mai state realizzate. Ora i lavori sono partiti e la De Cesaris ha garantito che per il prossimo anno scolastico le strutture saranno operative. Così l’accordo tra Palazzo Marino e Regione dovrebbe portare alla realizzazione della scuola media in via Adriano 60. Ma è sempre più difficile per i residenti credere alle parole degli amministratori.