Un caso politico scoppia in zona 3 sulla Giornata della memoria. Un liceo ha invitato a parlare, fra gli altri, Saverio Ferrari, ex Avanguardia operaia. Una storia raccontata sul “Giornale” in edicola oggi:

Quante persone possono parlare a ragion veduta di shoah degli ebrei e di razzismo? Possibile che a Milano non ci fosse nessuno altro da invitare se non Saverio Ferrari? Dopo che il caso è stato sollevato dal gruppo di Fratelli d’Italia è questa la domanda che mezzo Consiglio di zona 3 si pone. Ieri la commissione Educazione ha invitato i responsabili del progetto che il liceo Volta intende dedicare al Giorno della memoria 2014. E poi la presidente ha rinviato tutto per «approfondire».

Così è l’attualità politica che impone di guardare di nuovo al passato, anche doloroso, della Milano anni Settanta. Saverio Ferrari, infatti, oggi è impiegato in un ente pubblico e più di recente è stato dirigente di Rifondazione Comunista e prima ancora di Democrazia Proletaria; ma i suoi trascorsi politici più remoti sono burrascosi, essendo stato schierato da militante, in quello scontro ideologico estrema sinistra-estrema destra che in città ha lasciato profonde ferite. Nel 1991 ha riportato in corte d’assise d’appello una condanna (poi ridotta per indulto) per i fatti legati all’episodio di Porto di classe del ’76 (un bar fu assaltato perché considerato ritrovo fascista, alcuni avventori restarono feriti). «Sono davvero sorpresa per questa scelta – commenta per esempio Paola Frassinetti, coordinatrice regionale di Fdi ed ex assessore provinciale all’Istruzione – sono sorpresa a preoccupata che nelle scuole vadano personaggi del genere. Ferrari era nel servizio d’ordine di Avanguardia operaia ed è stato coinvolto in un fatto come quello di Porto di Classe in cui rimasero ferite delle persone». «Oltretutto – aggiunge Frassinetti – molti di coloro che furono protagonisti o vittime di episodi di violenza si sono integrati in una logica di apertura. Ferrari è rimasto agganciato al tempo e con il suo presunto osservatorio democratico persiste in questa logica faziosa. Non vedo  certo in lui i connotati di equilibrio e apertura che si possono rintracciare in una persona esperta di questo tema. Sono sorpresa dalla leggerezza con cui a volte vengono concessi contributi a certi progetti e pare assurdo che nelle scuole siano invitati certi cattivi maestri. Vorrei che i genitori sapessero».
Di tutt’altro avviso, l’insegnante che figura come referente del progetto, che ieri è stata invitata in commissione in Zona 3, dove è stato chiesto un contributo da 3mila euro per questo percorso didattico che partirà a dicembre. «Sono stupefatta se penso che su un’iniziativa di 4 giorni l’unica domanda che mi viene posta è questa – risponde la professoressa Isabella D’Isola – Il progetto è passato dagli organismi di tre istituti, il tema è quello del razzismo e dell’antisemitismo e Ferrari ha scritto cinque testi su questo tema». La relazione di Ferrari, come da progetto (in cui è indicato come «saggista», sarà è dedicata a «I movimenti neofascisti oggi in Italia e in Europa». «Ferrari – conclude – è stato invitato a parlare di questo, non dell’antifascismo in generale; e prima di lui parleranno ricercatori del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Di cosa devo rispondere? Per cosa siamo criticati?».

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