Intitolare parchi, giardini, piazze e vie alle donne «per compensare l’evidente sessismo che caratterizza l’attuale toponomastica». Una proposta che è stata raccontata da Marta Bravi nelle pagine milanesi del “Giornale“:

Al grido di la «parità di genere si ottiene anche attraverso l’intitolazione di luoghi pubblici in rosa» il consiglio di zona 6 ha proposto di concedere il patrocinio al bando «Sulle vie della parità» rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, agli atenei e agli enti di formazione con «lo scopo di riscoprire e valorizzare il contributo offerto dalle donne nella costruzione della società». E come si fa a insegnare agli alunni il ruolo della donne nella società occidentale? Con targhe e lapidi. «Le pari opportunità – si legge nella delibera – passano anche attraverso l’intitolazione di vie, strade, piazze, rotonde, che dovrebbero essere intitolate a uomini e donne in percentuali uguali. La situazione nel nostro paese, invece, è sbilanciata». Ecco allora l’idea, contestata in consiglio di zona 6, di bandire un concorso per le scuole per individuare un luogo della città da battezzare «in rosa».

Il bando che ha avuto addirittura il sostegno del Senato della Repubblica, prevede che il gruppo vincitore ottenga l’effettiva intitolazione di uno spazio pubblico della città. La commissione Sport e Pari opportunità di zona 6 ha dato il via libera alla richiesta di patrocinio e di stampa del materiale informativo. Giovedì tre consiglieri di opposizione (FdI, Lega e Fi) hanno fatto cadere il numero legale per protesta. Martedì però il consiglio in seconda convocazione approverà a maggioranza la delibera. «Siamo alla follia – tuona Massimo Girtanner, coordinatore cittadino di Fdi – qui si propone di fare agli alunni il lavaggio ideologico del cervello. Dopo le visite guidate per i bambini delle elementari alle lapidi dei partigiani, siamo ora alle targhe sessiste. E tra poco arriveremo alla follia di fare anche monumenti sessisti: non è una questione di maschilismo, ma di storia del nostro paese. La sinistra del consiglio di zona 6 non fa altro che pagare il pegno elettorale alle femministe. Il patrocinio del consiglio di zona infatti permette ai promotori del bando di entrare nelle scuole».

Difende l’iniziativa Rita Barbieri, presidente della commissione Cultura: «Mi sembra giusto riequilibrare un diverso trattamento di genere, è molto positivo che si faccia un concorso di idee tra le scuole. Le dico solo che l’anno scorso abbiamo intitolato una piazza alle donne partigiane che hanno combattuto per la libertà e la democrazia». L’opposizione critica l’iniziativa perché ideologica…«Non è un’iniziativa ideologica perchè non si tratta di premiare donne di un’area politica ma le donne in quanto tali. È un discorso trasversale e credo che sia facilmente condivisibile dalle donne». Giovedì l’opposizione ha fatto il cadere il numero legale per protesta, martedì verrà approvata? «Credo di sì, spero proprio di sì».

L’iniziativa fa il paio con la decisione del consiglio di zona 2, raccontata su queste pagine, di intitolare il parco Adriano a Franca Rame, nonostante i cittadini del quartiere avessero espresso preferenze per altri nomi, come Sandra&Raimondo, Federico Fellini, Sergio Leone.

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