A volte le analisi sono più semplici di quanto crediamo. Potremmo discutere ore e ore di ogni singola scelta di Palazzo Marino ma ora (ne abbiamo parlato ieri sul Giornale cartaceo) siamo di fronte a un’evidenza gigantesca, che peserà non poco al momento delle elezioni comunali: i milanesi nel 2014 stanno pagando 770 milioni di tasse in più rispetto al 2010, ultimo anno dell’era Moratti. Erano meno di 600 milioni allora e ora siamo quasi a un miliardo e 400 milioni. Più che raddoppiato dunque il peso dei tributi locali su cittadini e aziende della città (senza considerare gli aumenti tariffari Atm). Sono i dati di Forza Italia Milano, non smentiti dal Comune. significano “solo” una sola cosa: il fallimento di un’esperienza politica amministrativa (o almeno, di un’azione amministrativa che si ponga come obiettivo il sostegno alla ripresa, all’occupazione, alle famiglie), anche perché non risulta in alcun modo un miglioramento qualitativo dei servizi sociali. Anzi, significano anche un’altra cosa: che quel governo di Pdl e alleati, spesso criticato anche nel centrodestra, oggi è amaramente rimpianto, anche da molti di coloro che nel 2011 hanno creduto a questa sorta di esperimento civico, libertario e socialista incarnato da Giuliano Pisapia. E in vista del 2016 al centrodestra non resta che impugnare la più naturale delle battaglie, quella della liberazione dall’oppressione fiscale.

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