Moschea e concerti. Che succede a Lampugnano. La Zona 8, la più rossa di Milano, quella governata da un presidente dei Sel, ora si trova mortificata da Palazzo Marino su due partite importanti: l’area del Palasharp assegnata per la costruzione di luoghi di culto e il Montestella scelto per la rassegna “CitySound 2015″.

Del bando per le moschee tanto si è parlato in Consiglio di zona: la sinistra del quartiere ha manifestato fortissime contrarietà per l’ipotesi di una grande area, 5mila metri, su cui edificare un luogo di culto – probabilmente islamico – al posto della tensostruttura che da anni ospita la preghiera del venerdì del centro culturale islamico di viale Jenner. Rendere stabile e definitiva questa soluzione presentata finora come provvisoria: è questo che preoccupa tanti residenti. E la partecipazione record al Consiglio straordinario di giovedì scorso conferma che i timori, molto concreti (traffico, rumore, ma anche sicurezza) sono anche condivisi da tanti fra Lampugnano e Qt8. Tutti respinte le proposte del centrodestra e l’opposizione, che ha dato battaglia contro il piano del Comune (in realtà contro ogni moschea in città) ora attacca anche Pd, Sel e Verdi del quartiere, che dopo aver fatto la voce grossa si sarebbero piegati alla ragion politica e ai diktat di Palazzo Marino. “Tra i cittadini e la giunta la sinistra ha scelto la giunta – dice il consigliere Ncd Eugenio Dell’Orto – la gente lo ha capito e c’è stato qualche imbarazzo dei consiglieri nel sussurrare la contrarietà al momento del voto con appello nominale”. Altro record gli interventi dei cittadini in apertura di seduta: “Molto pacati e nel merito – dice Dell’Orto – ho sentito poca ideologia. Ed erano tutti contrari o quasi. Anzi su 200, ce n’erano otto dalla parte del Comune”.

La grande partecipazione al Consiglio di giovedì sera