E chi l’ha detto che i comunisti non ci sono più. Intanto governano il Paese più popoloso del mondo, la Cina, destinato ad assumere un peso sempre maggiore negli equilibri dell’economia mondiale. La Cina è lontana, si dirà. Sì ma via dei Mercanti è vicina. E oggi un drappello di ipernostalgici si è dato appuntamento fra Cordusio e piazza Duomo, fra pugni chiusi, marcette dell’Armata rossa, bandiere con falci e martello e gli immancabili ritratto di Marz, Lenin, Stalin e Mao. L’occasione per ricordare l’ha data il calendario: il 7 novembre del 1917, infatti, “il popolo lavoratore russo sotto la guida di Lenin e del Partito Bolscevico dava l’Assalto al Cielo, realizzando – così si legge in uno dei volantini distribuiti in strada – la Grande Rivoluzione socialista russa d’Ottobre e rovesciando il governo provvisorio borghese nato sulle ceneri del dispotismo zarista”. La manifestazione organizzata dai comunisti doveva servire a “riaffermare il grande significato storico e l’attualità della Grande Rivoluzione Socialista dell’Ottobre Rosso del 1917”. In piazza, insieme ai comunisti italiani, anche una rappresentanza del comitato ucraino antifascista di Milano, impegnato per la causa del Donbass, la regione contesa fra Russia e Ucraina per la presenza di una forte comunità russofona.

I comunisti presenti in piazza, prodighi di foto col pugno chiuso e dotati di una curiosa radio-stereo che spandeva nel centro di Milano le note delle marce sovietiche, hanno spiegato di avere come riferimento in Russia il segretario Ziuganov. Più articolata la posizione sulle simpatie in Italia.

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