Rammarico e indignazione“. Le rimostranze formali indirizzate al Comune hanno tutta l’aria di un caso diplomatico. E’ la comunità egiziana di Milano che protesta. La lettera è firmata da una serie di dirigenti di associazioni che rivendicano di rappresentare decine di migliaia di persone. Al centro del caso, un convegno che si è celebrato il 20 gennaio, a un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni e alla vigilia di un anniversario della “rivoluzione egiziana” del 2011. Il convegno dedicato alla situazione dei diritti umani in Egitto è stato organizzato da Ordine degli avvocati di Milano, COSPE onlus, Amnesty International, Festival dei Diritti Umani e Aoi (cooperazione e solidarietà internazionale) con il patrocinio del Comune di Milano. Ma evidentemente gli egiziani non hanno gradito il contenuto degli interventi. Per questo hanno deciso di scrivere al sindaco, Beppe Sala. Il convegno, sostengono, è andato “fuori dall’obiettività” riportando anche “numerose falsità, menzogne e calunnie”. La protesta non verte sul caso Regeni in sé, una vicenda che i firmatari definiscono “drammatica”, auspicando una posizione di “ragionevole moderazione” in attesa che “la giustizia faccia il proprio corso punendo i reali colpevoli”. L’evento, hanno insistito nella lettera, “ha sfregiato l’immagine dell’Egitto, volgendo accuse allo Stato e al governo”. Ed è in particolare sul patrocinio del Comune che la comunità egiziana ha da ridire. “Un fatto che – dicono – che mette dei punti interrogativi sulla posizione del Consiglio comunale su quanto riportato durante il convegno”.

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Le firme in calce al documento sono quelle di Sowan Ahmed Abo, presidente dell’Alleanza per l’Egitto, di Wael Abdelkader, presidente dell’associazione culturale italo-egiziana in Italia, di Magdi Faltas, presidente dell’unione comunità egiziana euro in Italia, e di Mahmoud Othman, presidente dell’associazione comunità egiziana Milano e provincia. Il sindaco, Beppe Sala, ha risposto alla lettera delle comunità egiziane pochi giorni fa. Lo ha fatto ribadendo il giudizio del Comune sul caso Regeni, “chiaramente espresso ed evidenziato simbolicamente dal manifesto esposto all’ingresso della nostra sede a Palazzo Marino”. Sala non fa passi indietro su quella che definisce “la grave vicenda riguardante Giulio Regeni”, ma sottolinea che l’atteggiamento del Comune “non costituisce in alcun modo un ostacolo alle ottime relazioni di collaborazione e apertura verso la comunità egiziana residente sul territorio milanese”.

 

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