Continua la protesta contro il trasferimento di Città Studi al sito di Expo. I residenti di Zona 3, gli studenti, i ricercatori, i lavoratori e i docenti della Statale lanciano un Corteo Sonoro per dire “No al trasferimento delle facoltà scientifiche ad Expo” e Sì al loro sviluppo nella storica sede di Città Studi!  Il  6 marzo il  Senato accademico dell’Università degli Studi con 25 voti a favore e 7 contrari ha dato il via libera al trasferimento del campus universitario al sito espositivo di Rho Pero. Un via libera confermato in mattinata dal Cda dell’Ateneo di largo Richini. Ora tutto è pronto per il completamento del progetto della società Arexpo per la creazione di un Parco della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione. «La decisione definitiva dell’Università Statale di realizzare il campus delle facoltà scientifiche sull’area di Arexpo – aveva commentato soddisfatto l’ad di Arexpo Giuseppe Bonomi – è la dimostrazione della bontà del progetto che stiamo già realizzando, in una sinergia virtuosa tra funzioni pubbliche e iniziative private».

Per la precisione il trasferimento della facoltà scientifiche, che si estendono per 250mila metri quadrati tra via Celoria, via Golgi, via Saldini fino a viale Ortles, riguarda 18mila studenti, 1800 ricercatori e 500 tra tecnici e amministrativi. Il campus che sorgerà nell’area di Rho Pero da 100mila metri quadrati all’incrocio tra il Decumano e il Cardo verso Roserio, comprenderà un grande parco, impianti sportivi, residenze per studenti e professori esterni. L’investimento è di 340 milioni di euro per la sola Statale di cui 135 milioni finanziati dal Governo. Il campus, che doverebbe essere pronto per il 2022, è uno dei tre cardini pubblici, che comprendono anche il nuovo ospedale Galeazzi (gruppo San Donato) e l’Istituto clinico Sant’Ambrogio, e Human technopole su cui ruota il Parco della scienza. Il cantiere per il nuovo istituto d ricerca e cura dovrebbe partire entro l’estate (l’area di 50mila metri quadri è stata acquistata per 25 milioni di euro). Obiettivo: ricevere il primo paziente entro tre anni. L’investimento è di 200 milioni di euro.

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Il 22 dicembre, intanto, sono stati consegnati gli spazi di Palazzo Italia, che ora ospita 40 dei 12500 ricercatori previsti a regime, a Human Tchnopole. Il maxi polo di ricerca multidisciplinare focalizzata sulle scienze della vita si svilupperò tra Palazzo Italia, ora in ristrutturazione, e le due palazzine con laboratori. Il Polo delle scienze umane è stato finanziato dal governo Renzi nel 2016 con uno stanziamento di 150 milioni di euro l’anno per dieci anni. Insomma sembra veramente impossibile pensare che si possa tornare indietro, ma i residenti di Città studi sembrano non volersi arrendere.

L’appuntamento dunque è per per il  19 Aprile alle 18.30 in Piazza Leonardo da Vinci di fronte al Politecnico, per percorrere in corteo via Celoria, via Ponzio, via Mangiagalli, via Saldini, via Beato Angelico, via Aselli, via Inama, per arrivare in Largo Murani, insomma tutto l’area delle facoletà scientifiche che ora popolano e rendono viva l’area tra Piola e Lambrate. Ci sarà chi suonerà degli strumenti musicali o anche solo un tamburello, una tromba o un fischietto. Magari anche una pentola col mestolo sarà sufficiente per fare sentire che vogliamo bene al nostro bel quartiere, che non vogliamo che venga distrutto portando via ospedali e università. Siamo preoccupati non solo del futuro di Città Studi ma di quello di tutta la città di Milano a cui si vuole espiantare il suo centro scientifico in favore delle aree dismesse ex Falck a Sesto San Giovanni e ex Expo a Rho. Il timore dei residenti è che l’area diventi una landa deserta, abbandonata a se stessa e degradata.