Due anni dopo, il Pd rimedia. Era il 7 ottobre del 2016: quel giorno Daniele Nahum era stato sostanzialmente cacciato dalla segreteria del partito di Milano, nel quale era delegato alla Cultura. Molte cose sono cambiate da allora, ma in quei giorni Nahum – coscienza critica del partito – si era visto ritirare quelle deleghe dall’allora segretario Pietro Bussolati. Lo aveva raccontato lui stesso, contestando non tanto la decisione quanto le forme e «lo stile» con cui era stata presa e comunicata, o meglio non-comunicata. «Non mi è arrivata né una telefonata né una email – scrisse allora – tanto meno mi è stato detto quali sarebbero le motivazioni di carattere politico di questa scelta. Niente di male, ognuno ha il proprio stile nel comunicare le sue legittime decisioni».

Daniele Nahum, che militava nel Pd da tre anni (in precedenza era stato vicepresidente e portavoce della Comunità ebraica) era allora politicamente vicino a Stefano Boeri, già avversario di Giuliano Pisapia alle primarie 2010, poi assessore alla Cultura. Nell’area di Boeri e Nahum, diverse voci critiche si erano levate nei confronti del Comune sul tema moschee, ovvero sui piani del Comune in materia di nuovi luoghi di culto da realizzare in città. E proprio i rapporti fra il Pd e il Coordinamento dei centri islamici erano stati al centro di una polemica che qualche mese prima, ad agosto, si è aperta fra Nahum e il segretario Bussolati, in seguito all’ormai famoso caso-poligamia, il matrimonio di un uomo con più donne, istituto islamico chiesto a gran voce da Hamza Piccardo, fondatore dell’Ucoii nonché padre di Davide, leader del CaimNahum criticava apertamente, in quei giorni, l’interlocuzione fra Pd e Caim. E in occasione di quelle polemiche Bussolati lo aveva rimproverato platealmente, ma il delegato alla Cultura aveva tenuto il punto. Quel dissidio però aveva pesato, evidentemente, nel momento in cui il segretario si era trovato a riassegnare gli incarichi. Il caso delle deleghe aveva fatto molto discutere, anche perché pochi mesi prima un’altra “liberal”, Maryan Ismail, aveva lasciato il partito accusandolo di aver scelto l’ala “oscurantista” dell’islam.

Due anni sono passati, due anni in cui Nahum ha continuato a militare nel Pd (se pur con posizioni in parte diverse nella geografia interna del partito). Dopo due anni, la decisione che ricompone la vicenda è arrivata ieri, durante la Direzione metropolitana del Pd milanese. “Voglio ringraziare pubblicamente la nostra segretaria Silvia Roggiani per la fiducia (spero di ripagarla). Non era una nomina scontata – ha commentato Nahum – Detto questo, interpreto il concetto di cultura in modo molto aperto. Non la confineremo solo all’interno del Partito ma cercheremo di fare iniziative aperte a tutta la cittadinanza (senza distinzione di tessere o colore politico) dell’area metropolitana. Sarò aperto ad ogni vostro consiglio e chi vorrà darci una mano avrà la porta della Federazione aperta”.

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