Il centrodestra omaggia Liliana Segre, e la sinistra impazzisce. Succede a Pavia, dove il Comune – guidato dal leghista Fabrizio Fracassi – ha deciso di conferire alla senatrice a vita la medaglia di San Siro, e per farlo ha organizzato una cerimonia impeccabile nel teatro Fraschini con 700 studenti. «Gioielli incastonati in un gioiello» ha detto la Segre, prima di raccontare la sua storia toccante di bambina espulsa da scuola e deportata 14enne ad Auschwitz. Commossi il sindaco e il presidente del Consiglio comunale Nicola Niutta.

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Ma la sinistra non è riuscita a resistere alla tentazione di fare polemiche. Prima l’Anpi ha protestato per non essere stata invitata – il sindaco ha spiegato che c’erano solo studenti e consiglieri – poi ha criticato la vicinanza di un’iniziativa dedicata alle foibe.

Una «Rete antifascista», intanto, ha accusato la giunta di avere «strumentalmente» proposto la benemerenza per «mimetizzare tutti gli altri eventi fascisti». E l’ex sindaco Massimo Depaoli ha liquidato la giornata come «un’occasione persa», contestando il dialogo con lo scrittore Mino Milani e congetturando sul fatto che si volesse evitare che la senatrice «parlasse a ruota libera». Verdetto: «Dubito tornerà mai a Pavia». Infine il Pd si è attaccato al disguido dello «streaming». E la senatrice? Nel libro degli ospiti, Liliana Segre ha ringraziato per il «bellissimo incontro».

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