La storia delle banche e banchette in Italia è piena di disastri, su questo non c’è nessun dubbio. Al di là dei crac storici come quelli di MPS, è bene focalizzarsi sui dissesti finanziari di banche un po’ più piccole, le famose “banche del territorio”. Prendiamo Banca Marche, CARIFE e CARIGE, solo per fare alcuni esempi: tipiche banche che si professano vicine al territorio, ma che in realtà servono solo gli intere49814774_362180431181400_3346725876678000640_nssi dei piccoli potentati politici e di qualche “élite” provinciale.

Queste banchette, piene di raccomandati della politica e di manager incapaci ed ignoranti, fanno i loro beneamati casini, giocano con i soldi dei cittadini ed indovinate un po’, in questo valzer di cialtroneria, chi è l’unico scemo che perde due volte? Il cittadino, colpito prima dai fallimenti bancari e poi costretto a pagare il bail-out alle banche.

Ora non vorrei semplificare troppo, ma talvolta bisogna esserlo per capire bene la situazione in cui ci siamo ficcati: un sistema bancario così allegro e così povero di credito per investimenti non è più tollerabile. Una finanza gestita in modo cosi provinciale fa perdere soldi, fa fallire istituti di credito, chiude i rubinetti del credito e non fa crescere il paese. Il modello “banchetta del territorio” scricchiola e bisogna trovare il modo di sostituirlo o di migliorarlo. Sarà possibile?

 

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