Proprio ieri ho visto un’intervento della candidata del centrodestra in Umbria, Donatella Tesei, che descriveva la sua regione come in caduta libera per quanto riguarda il PIL, le infrastrutture e la qualità della vita. Purtroppo non ho potuto fare a meno di pensare alla realtà delle Marche, secondo il mio parere ben più drammatica di quella umbra. Come avranno capito i lettori di questo blog, ho una particolare passione per l’industria e le grandi infrastrutture, senza le quali un paese avrebbe i piedi di argilla.

Le Marche, che hanno il record di non aver espresso neanche un ministero nella Seconda Repubblica (pensate voi che classe dirigente mediocre che abbiamo avuto), hanno però un presidente della commissione ambiente, tale Coltorti (M5S) che vorrebbe dare il colpo di grazia al Porto Di Ancona, gioiello infrastrutturale delle Marche. Come descritto bene in questo pezzo di cronaca locale, Anas dovrebbe iniziare i lavori per collegare a verso Nord il Porto di Ancona con la rete Autostradale dell’A14. Coltorti invece vorrebbe ulteriori modifiche al tracciato, con perdite di tempo e danni economici molto rilevanti. Voi penserete che sono affari locali, e invece no. Punto primo, il porto di Ancona è uno dei più importanti nodi dell’Adriatico e serve un retroterra vastissimo, che non comprende solo le Marche. Secondo, questi comportamenti da parte di esponenti grillini sintetizzano perfettamente la loro natura antisviluppista e a favore della descrescita felice.

In una regione in cui le macchine e gli automezzi sono spesso costretti a viaggiare su vecchie carrarecce tardo-ottocentesche con l’asfalto sopra e su ferrovie non elettrificate, ci mancavano anche i grillini ad ammazzare il Porto di Ancona con le loro stramberie da decrescita felice.

 

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