Nei giorni immediatamente successivo all’attacco americano in cui è rimasto ucciso Qassem Soleimani era ovvio trovare nei giornali italiani qualche tranvata bella grossa. Ne abbiamo viste a bizzeffe, e sicuramente le più clamorose sono state i dubbi di Mentana sulla provenienza del drone (Sigonella si, Sigonella no) e gli allarmi di una terza guerra mondiale. Ma l’oscar per la castroneria più bella e clamorosa va sicuramente all’analista dell’ISPI Matteo Pugliese, che sull’Huffington Post ci delizia con un’analisi sopraffina: “Se Trump sarà rieletto, riconsideriamo le basi USA in Italia”. Ora, ad un articolo con un titolo siffatto andrebbe solo concesso l’onore delle armi, una salva di cannoni ed andrebbe buttato nel cestino seduta stante senza troppe analisi da fare. Ma siccome è l’Epifania e nei giorni di festa mi piace lavorare, mettiamoci un attimo con impegno a smontare questa roba.

Dall’analisi di Pugliese, sembra che il multilateralismo, al contrario delle decisioni unilaterali di Donald Trump, sia la panacea di tutti i mali. Rivolgersi sempre alle organizzazioni internazionali, buttare la palla in tribuna e aspettare che passi la nottata. Me la ricordo molto bene infatti l’epoca delle decisioni multilaterali con Obama, quando scientemente si distrusse un paese come la Libia (tra l’altro usando la base di Aviano, ca va sans dire). L’avallo di Obama alla guerra personale di Sarkozy, tutto in ottima molto multilaterale, sarebbe stato un motivo per rimuovere le basi aeree del nostro più importante alleato? Tornando alle azioni avventate di Trump che dovrebbero spingerci a sbattere fuori i nemici yankee, Pugliese cita anche l’abbandono dei curdi. Se gli europei e gli italiani avessero tenuto tanto ai curdi, dopo l’abbandono americano avrebbero potuto inviare corpi di spedizione a fare da cuscinetto tra i turchi e i curdi. Nessuno lo ha fatto.

Poi Pugliese parla, ironicamente, della relazione tra Trump e “Giuseppi” Conte sull’affare Libia. Secondo Pugliese, Trump avrebbe abbandonato a se stessa l’Italia. Ora, se Pugliese dice che non dovremmo avere le basi americane in Italia, perchè mai noi avremmo bisogno del sostegno americano in Libia? Siccome la politica estera non si fa solo con i research paper ma anche con il piombo, la crisi in libia dovevamo gestirla noi, il nostro esercito e quello di qualche altro paese europeo, senza l’endorsement americano. Ovviamente questo non succederà mai, almeno con questa classe politica. Ed in quanto ad inaffidabilità, l’Italia ha certamente un curriculum di tutto rispetto. Ricordate quando Renzi promise ad Obama di prendere le redini dell’operazione militare in Libia? Non se ne fece nulla, ovviamente.

Pugliese risponderà sicuramente che questo è il motivo per cui serve un esercito europeo. Sommessamente io suggerirei che prima l’Italia deve capire molto bene quale è il suo posto nel Mediterraneo, quali sono le sue linee rosse, quali sono gli interessi da difendere e quali mezzi usare per difenderli e soprattutto quanto spendere in punti di PIL. Prima di ciarlare a vuoto di interesse nazionale ed europeo (sic!) messo a rischio dalle basi americane, dobbiamo decidere per cosa valga la pena combattere, come combattere, quanto combattere e quanto spendere. Se non si è disposti a tracciare alcune linee rosse invalicabili, la parola “interesse nazionale” è vuota.

 

Seguimi anche su: 

Glocal Podcast     Pagina Facebook Mirko Giordani    Sito mirkogiordani.net     Instagram     Twitter

Per idee e spunti, contattami direttamente su mirkoglocal@gmail.com

 

Tag: , , , , , ,