La sovranità energetica è un tassello fondamentale per poter sviluppare una robusta ed indipendente politica estera. Se una nazione è perennemente sottoposta agli sconvolgimenti geopolitici degli stati produttori ed esportatori di idrocarburi, non sarà mai pienamente indipendente e sarà a rischio.
L’Italia ha la fortuna di sedere sopra giacimenti metaniferi immensi, che potrebbero coprire gran parte del nostro fabbisogno energetico. Il problema è che una parte politica, il Movimento 5 Stelle, ha nel proprio DNA politico la lotta senza quartiere contro le l’estrazione di idrocarburi, anche puliti come il metano. Oggi ho parlato con Paolo Arrigoni, senatore della Lega, che con un emendendamento al DL Crescita sta provando a mettere la barra a dritta e a dare un’indirizzo sviluppista e non decrescista all’azione del governo.

Io di solito quando parlo di economia vado sempre al sodo, cioè parlo sempre di soldi, investimenti e posti di lavoro e quando parlo di ambientalismo tendo a essere molto pragmatico. Tu hai fatto un emendamento al decreto-legge “Crescita”, che praticamente sblocca le ricerche metanifere, giusto?

Questo emendamento interviene su una norma che il Movimento 5 stelle, il contraente del contratto di governo, ha voluto insistentemente su questo settore e oggi è diventato legge. È stato il Movimento 5 stelle che nel decreto “Semplificazione” ha presentato una norma attraverso un emendamento che prevede praticamente un periodo utile a redigere un piano per la transizione energetica delle aree idonee e che insiste sulla attività upstream. Noi siamo riusciti a ridurne la portata ma quella norma, che è diventata legge, presenta enormi criticità perchè va a comprimere l’attività upstream stessa. Sostanzialmente per due anni sono sospesi tutti i permessi di ricerche che lo Stato ha già rilasciato.

Non è possibile. È da matti stoppare un settore strategico come questo.

Si sta parlando non di iter di procedimenti di ricerche in corso, che ci può anche stare in presenza di previsione del piano, ma la sospensione di permessi già rilasciati e addirittura la revoca di permessi sospesi qualora approvato il piano, laddove è stato autorizzato il permesso l’area non risulti compatibile. Tutto questo significa esporre il nostro paese a degli arbitrati internazionali. Altra norma che, purtroppo, è diventata legge è la rimozione del carattere di pubblica utilità e il carattere strategico dell’attività upstream e anche l’aumento abbastanza spropositato dei canoni. Con l’intervento della Lega siamo riusciti a ridurre da due a tre anni il tempo per predisporre il piano, siamo riusciti ad evitare il blocco delle coltivazioni e siamo riusciti a contenere l’aumento spropositato dei canoni. Poi c’è il problema lavoro e occupazione, come il distretto di Ravenna che lavora sull’upstream. Ecco perché la Lega nel decreto “Crescita” ha presentato questo emendamento, che va a ripristinare il carattere di pubblica utilità e il carattere strategico dell’attività upstream.

Ti volevo fare una domanda un po’ più politica. Noi stiamo rischiando, se questo emendamento non dovesse passare, di abbandonare grandi giacimenti di metano ai paesi dall’altra parte dell’Adriatico e io mi chiedo: perchè, se abbiamo dei giacimenti di metano, dobbiamo regalarli ad altri paesi dai quali noi poi importeremo quel gas?

Questo infatti è l’elemento che deve far riflettere gli italiani. Allora, siamo d’accordo con la transizione energetica, che però deve portare il nostro paese a uno sviluppo sostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista economico. Ben venga quindi la transizione energetica con maggiore sviluppo delle rinnovabili, ma essa non può fare a meno dell’utilizzo del combustibile fossile a bassa emissione come il gas e il metano. Come dicevi prima giustamente, siccome abbiamo dei giacimenti, e potenzialmente ne abbiamo altri da poter scoprire, anche transfrontalieri, ecco che questa norma, voluta dal contraente, dal Movimento 5 stelle, rischia di far venir meno la sovranità energetica del nostro paese. Il nostro è un paese che dipende per il 95% del proprio fabbisogno energetico dall’estero e allora, ad esempio, è folle pensare che probabilmente c’è un giacimento nei confini marittimi della Grecia e che dall’altra parte del confine ci sia la Total, dunque la Francia, dunque Macron che ha ottenuto il permesso di ricerca di gas di quel giacimento e dalla nostra parte del confine il permesso debba essere sospeso. Stiamo parlando di un giacimento che, probabilmente, ha una capacità enorme. Questa è una vera e propria follia, a cui la Lega sta cercando di porre rimedio.

Assolutamente vero, poiché qualsiasi cosa succeda all’estero, pensiamo ad una crisi tra Ucraina e Russia o all’ennesima crisi ancor più acuta in Libia, il nostro paese andrebbe in seria difficoltà.

Assolutamente in difficoltà, quindi è folle pensare di congelare l’attività di trivellazione. Le persone che ci stanno leggendo devono sapere che per “trivellazione” non si tratta solo di coltivazione del petrolio, ma anche e soprattutto del gas. Quindi è folle fare, per esempio, la resistenza sui metanodotti e lo sottolinea la forza di volontà da parte della Lega affinché la TAP non venisse interrotta, perché è fondamentale. Chi ci sta leggendo deve sapere che la TAP è un’infrastruttura energetica importante ed è una truffa che il nostro paese possa reggersi, dal punto di vista dei consumi energetici, sulle fonti rinnovabili non programmabili come il fotovoltaico e l’eolico. Il nostro paese rispetto agli altri paesi dell’Europa, è tra i primi se non il primo dal punto di vista del mix energetico, nello specifico del fotovoltaico. E questo a quale prezzo? È un prezzo molto importante che hanno pagato e stanno pagando i cittadini italiani. Perchè tutti gli incentivi che sono stati fatti in tutti questi anni per sostenere il fotovoltaico e l’eolico sono finiti in bolletta. Gli italiani a oggi pagano 12/13 miliardi sulla bolletta elettrica per quegli incentivi che sono stati erogati in passato.

Sintetizziamo l’intervista con” – Greta Thunberg, +Paolo Arrigoni”

Anche perchè Greta da quando è venuta in Italia ha parlato di aumento di temperatura nel paese e poi ha portato praticamente l’inverno nel nostro paese e non se ne vuole andare. Per sdramattizzare, chiaramente su un tema che merita delle attente riflessioni.

 

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