maglietta bianca

Negli ultimi dieci anni in Italia 13mila persone hanno perso la vita sul posto di lavoro. Gli ultimi sono stati Luca Lovati, morto lunedì a Milano cadendo da una scala mentre allestiva una mostra a Palazzo Reale, e Luca Savio, l’operario deceduto mercoledì in un deposito di marmi a Marina di Carrara. Savio aveva 37 anni, lascia la moglie e una figlia piccola e lavorava con un contratto di 6 giorni. Rappresentato un’Italia dimenticata da tutti, fatta di lavoratori che hanno perso la vita per provare a regalare un futuro dignitoso alla propria famiglia. Savio, secondo una statistica de “Il Tirreno”, quest’anno è la diciottesima vittima sul lavoro in Toscana. Solo due mesi fa nella stessa zona era avvenuto un altro incidente sul lavoro: l’11 maggio aveva perso la vita un cavatore di 58 anni a Fantiscritti. Per Luca e per tutti i morti sul lavoro costretti ad accettare condizioni al limite dello sfruttamento per non rientrare tra i 5 milioni di italiani che vivono in povertà assoluta, il movimento di idee Nazione Futura lancia la campagna “Una maglietta bianca contro le morti sul lavoro”. Chiunque voglia dar voce ai martiri del lavoro e alle loro famiglie può postare una foto sui propri profili social con una maglia bianca accompagnata dall’hashtag #magliettabianca Che il loro sacrificio non sia vano e che la loro memoria possa indicare il percorso verso un cambio di rotta delle politiche di tutela dei lavoratori.

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