salvini pontida

Poco più di un mese dopo l’inizio della crisi di governo, Pontida è il primo grande appuntamento di Matteo Salvini e c’era grande attesa per capire la linea politica che il leader leghista avrebbe definito per il partito nei prossimi mesi. Il suo discorso allo storico raduno nel pratone lombardo ha segnato un cambio di rotta rispetto alle posizioni dell’ultimo anno con un ritorno al carattere antisistemico e battagliero tipico della Lega delle origini. Nelle sue parole è tornato lo slancio “rivoluzionario conservatore” in parte accantonato durante l’anno di governo in cui, pur utilizzando toni e modalità di comunicazione differenti rispetto ai suoi predecessori al Viminale, aveva cercato di intercettare un elettorato più moderato. Nelle manifestazioni in Piazza del Popolo a Roma a dicembre e in Piazza Duomo a Milano prima delle Europee, Salvini aveva avviato un percorso per allargare la base elettorale della Lega al centro intercettando il voto moderato e liberale e promuovendo un’immagine del partito come forza di governo e politicamente rassicurante ma, dopo la formazione dell’esecutivo Pd-M5S, è avvenuto un nuovo posizionamento per catturare il voto dei grillini scontenti e degli astenuti contrariati dalla formazione del nuovo governo.

Già lunedì scorso in Piazza Montecitorio Salvini aveva citato Maria Antonietta con un riferimento alla rivoluzione francese e dichiarato che se i deputati del PD e del M5S avessero modificato quota 100 “non li faremo uscire dal palazzo”. Toni battaglieri più simili alla Lega delle origini che al partito della nazione a cui stava lavorando da tempo, confermati dalle sue parole a Pontida. Se non sono mancate le citazioni a Giovanni Paolo II e Margaret Thatcher, ormai immancabili nel pantheon salviniano, è stata ricordata Oriana Fallaci nell’anniversario della morte ed Enrico Berlinguer (definito “persona integerrima”, segno del carattere postideologico della Lega che sottolineiamo da tempo).

Salvini ha poi affermato che, se la sinistra vorrà legalizzare la droga, “dovrà passare sui nostri corpi” e, ricordando la mancata nomina a senatore a vita di Enzo Ferrari, ha definito “tre abusivi senatori a vita” coloro che hanno votato la fiducia al governo Conte bis. Infine Salvini ha concluso il proprio intervento ricordando i fatti di Bibbiano con lo slogan “mai più bambini rubati alle loro famiglie”.

La sua maggiore difficoltà è rappresentata dal tempo; la tattica di Pd e M5S è chiara, prendere più tempo possibile nella speranza che il consenso della Lega si sgonfi. D’altro canto per Salvini sarà difficile riuscire a mantenere a lungo così alto l’entusiasmo attorno al suo progetto politico, il 19 ottobre la Lega tornerà in piazza a Roma insieme al resto del centrodestra, poi ci saranno le regional in Umbria, Calabria ed Emilia Romagna ma dopo questi importanti appuntamenti elettorati il rischio di una traversata nel deserto è concreta. Salvini ne è consapevole e per fronteggiarla, a partire dal suo discorso a Pontida, ha dato il via a una nuova fase politica invitando i segretari del partito ad aprirsi a forze nuove sui territori e al tempo stesso ricordando Bossi e Maroni perché sa di dover contare sulla massima unità interna.

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