sardine

La piazza delle sardine è la perfetta metafora dei tempi in cui viviamo. Migliaia di persone che scendono in piazza contro un avversario (o nemico per molti di loro) senza avanzare proposte o idee per risolvere i problemi o migliorare la società in cui vivono. Si può protestare e al tempo stesso essere propositivi, offrire un’alternativa, delle risposte, ma le sardine rappresentano l’incapacità di avere una visione ormai troppo diffusa in questo paese.
A ciò si aggiunga il cortocircuito alla base delle manifestazioni: in Emilia Romagna governa il centrosinistra dal dopoguerra, non la Lega e il centrodestra che rappresentano invece un’alternativa a un sistema di potere stratificato.
Le sardine non avranno futuro e scompariranno con la stessa velocità con cui sono nate perché culturalmente nulle, figlie dell’odiernità, dell’improvvisazione, dell’incapacità di costruire progetti.
L’impreparazione culturale del loro leader Mattia Santori, ragazzo all’apparenza simpatico, ma privo di contenuti, ne è la dimostrazione. Interrogato in una trasmissione televisiva se ci fossero punti in comune tra le sardine e i girotondi che protestavano contro Berlusconi, ha candidadamente risposto: “non so, fino a pochi giorni fa discutevo di chi doveva fare le pulizie a casa”. Come dire: che ne so della storia italiana, la mia occupazione era occuparmi dei problemi quotidiani (magari con qualche compagno fuori corso) e non avevo certo tempo di studiare quello che succedeva nel nostro paese.
Ma Mattia Santori è il leader giusto per la protesta, rappresenta lo stereotipo di un certo tipo di studente che affolla la gloriosa Alma Mater Studiorum di Bologna, in particolare nelle facoltà umanistiche. Per come si veste, come parla, per la banalità dei suoi slogan tipici del semi-colto di sinistra che ha sul comodino l’ultimo libro di Baricco, Coelho per i più mainstream, un Einaudi Stile Libero per i più ricercati.
C’era un tempo in cui la nostra terra dava i natali a geni come Ariosto, Marconi, Pascoli, Longanesi, Ferrari, oggi dobbiamo accontentarci della nullità delle sardine. Ma non disperiamoci, sic transit gloria mundi.

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