Simone Cristicchi è a teatro con Le Marocchinate, un testo sulle violenze dei ‘liberatori’. La storia delle truppe Marocchine, aggregate agli americani, che fanno razzie di vario tipo e soprattutto stuprano e uccidono tante donne. Dopo Magazzino 18, la tragedia delle foibe e l’esodo sul confine orientale, il cantante ritorna perciò su strade poco battute. Onore al merito.

Ecco alcune mie considerazioni su Magazzino 18 riprese da L’Ubbidiente democratico (Idrovolante edizioni).

 

<<(…) il dovere della memoria e della verità storica, o vale per tutto e per tutti, o è monco e diventa appiattimento conformistico.

Tempo fa il cantante Simone Cristicchi mise in scena uno spettacolo teatrale dal titolo Magazzino 18 che riprendeva la questione dei martiri delle foibe e i vissuti drammatici degli esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia. Esuli, appunto. Esuli italiani. Senza nessun altra aggettivazione politica o ideologica.

Cristicchi è sempre stato vicino alla sinistra e, fino a quel momento, si fregiava della tessera di partigiano onorario, ma è arcinoto che chi tocca i fili di una certa memoria muore socialmente. Fu accusato di «avvicinare pericolosamente le due ideologie contrapposte, comunismo e fascismo, per omologarle. E per generare confusione», e di molto altro ancora. Un collaborazionista, insomma. Nel nostro Paese tentare di dare risalto alla verità storica significa infatti creare confusione.

L’artista rispedì al mittente le accuse e pure la tessera ma i nervi scoperti da parte dell’Associazione nazionale partigiani e di taluni professionisti dell’antiquariato svelò l’arcano di una casta cultural-politica governata da maldestri apologeti di una storia a senso unico. Il dovere della memoria è innanzitutto dovere della verità da cui non vanno mai espunti i fatti nella loro oggettiva crudezza. Tutti i fatti. Quell’operazione teatrale ha toccato nervi scoperti di un intero mondo e non solo quelli di una rispettabile ma sempre microscopica associazione. C’è infatti qualcosa di non detto, che va oltre la percezione comune e ha attraversato come una lama fendente tutti i partiti della prima Repubblica, in special modo quelli che per questioni ideologiche e di geopolitica rispondevano più a logiche internazionali che patriottiche, ed è arrivata fino a noi.

Sui confini nord-orientali avevamo Tito che non era uno stinco di santo e non ho timore ad affermare che qualche corresponsabilità, almeno politica, vi fosse dalle parti di Botteghe Oscure.

Qualche tempo dopo la vicenda Cristicchi, Achille Occhetto ha invece candidamente dichiarato: «ho appreso del dramma delle foibe solo dopo la svolta della Bolognina. Prima non ne ero mai venuto a conoscenza». E, per carità, guai a dirgli che sta mentendo! Ed io, essendo un codardo, gli credo.

Posso testimoniare a suo favore. Occhetto prima del 1989 viveva a Las Vegas insieme ad una cameriera del Caesars Palace. Faceva il croupier e girava con una Chevrolet rossa decappottabile. Il segretario del più importante partito comunista dell’Europa occidentale, adesso posso confessarlo, era mio nonno>>qqqqqqqqqqq.

Tag: , , , ,