25 Aprile, giorno del rancore

Il 25 Aprile è la festa più tediosa e incomprensibile dell’anno. E non lo dico per repulsioni tardo nostalgiche o per fatto estetico e avversione visiva a drappi rossi o similari ma perché è una ricorrenza che si dice ‘democratica’ ma discrimina più persone di quante non ne facciano tutte le altre feste comandate messe insieme. Niente di più che un raduno di vincitori che non hanno mai avuto e, tuttora, non hanno umana pietà per i vinti. In Spagna questa vicenda la superarono subito con la Valle de los Caídos. Un solo cimitero affinché fratelli combattenti su fronti opposti […]

  

Gli echi di guerra

Gli echi di guerra che in queste settimane rendono per molti cittadini addirittura fascinose le ipotesi di scontri armati tra civiltà, nazioni, potenze imperiali e religioni rappresentano una carnevalata da brivido. Lo dico non perché preferisca le paludi della non-decisione e del compromesso al ribasso ma perché il disincanto asettico che leggo in molti commenti internettiani e pure in talune approssimative disamine giornalistiche ha poco o nulla della dirompente potenza emotiva delle antiche ‘’tempeste d’acciaio’’. Quelle furono tragiche, sommersero di inutili cadaveri l’intera Europa, ma ebbero dei complessi scenari culturali e ideologici che le sostenevano. Ciò non ne riduce le […]

  

Serve la giustizia fai da te?

È una classe politica che rischia di perdere qualunque orientamento quella che chiede ai suoi cittadini di fare incetta di armi per difendersi da eventuali intrusi notturni e diurni nella case private. Ne comprendo i motivi ma faccio fatica a vederne consacrate nella realtà quotidiana italiana le teorie. Il nostro è un Paese strano e con arcipelaghi di culture che andrebbero preparati anzitempo a simili prospettive. Mi immagino cosa potrebbe accadere in ampie parti del mio Sud dove proiettali svolazzanti già se ne contano a decine ogni giorno. Ed è una classe politica ancor peggiore quella che confuta questa visione […]

  

Politica estera, questa sconosciuta.

Maledetto il giorno in cui si incominciò a parlare di ‘partiti di programma’. Quella data dovrebbe essere marchiata a fuoco sui calendari italiani perché fissa il punto di partenza dello spaesamento politico e del dilettantismo elevato a sistema. Qualche secolo abbarbicati alle ideologie che furono anch’esse un male e poi, d’un tratto, pronti a saltare il fosso e a lanciarci nel campo avverso, nel fronte di coloro i quali credono che i programmi politici si costruiscano all’impronta con l’obbligo di guardare non oltre le 24ore. Nessun passato da preservare, nessuna strategia di medio-lungo periodo. Nulla di nulla. Dalla pericolosa ideologia […]

  

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